In una recente ripubblicazione di uno scritto di Luigi Einaudi sull’”Unificazione del mercato europeo” in un volume edito da Edizioni di Comunità “Per l’Europa” lo statista scrive: “Gli effetti dannosi del frazionamento dell’Europa in microscopici mercati sono oggi assai maggiori di quel che non fossero prima del 1914”. Questa è il principio di base che ha spinto la Commissione Europea già dal 2018 a concepire una serie di iniziative tese a regolare uno dei più potenti strumenti che regolerà i mercati nei prossimi decenni. L'intelligenza artificiale (IA) avrà un mastodontico impatto sui mercati, ma non solo. L’IA cambierà il modo in cui le persone vivranno e lavoreranno.
Da qui la nascita della strategia europea sull'intelligenza artificiale, lanciata nell'aprile 2018, e del Libro bianco sull’IA del 2020. Di fronte al rapido sviluppo tecnologico dettato dalla crescita di soluzioni basate sull'Intelligenza Artificiale e a un contesto politico globale in cui sempre più Paesi stanno investendo massicciamente nell'IA, l'UE ha deciso di percorrere un percorso diverso dal resto del mondo e reagire alla sempre più complessa governance della tecnologia adottando un percorso simile a quello che oggi la vede pioniera della protezione dei dati personali: regolare l’IA prima che sia troppo tardi. Per farlo ha presentato una proposta per un quadro normativo sull'IA e un piano coordinato sull'IA per tutti i 27 paesi membri teso sia a promuovere lo sviluppo dell'IA sia ad affrontare i rischi potenziali elevati che l’IA pone per la sicurezza e allo stesso modo per i diritti fondamentali degli individui.
La proposta della Commissione per un’azione coordinata
Come si legge nella proposta, “Migliorando la previsione, ottimizzando le operazioni e l'allocazione delle risorse e personalizzando l'erogazione dei servizi, l'uso dell'intelligenza artificiale può supportare risultati benefici dal punto di vista sociale e ambientale e fornire vantaggi competitivi chiave alle aziende e all'economia europea. Tale azione è particolarmente necessaria nei settori ad alto impatto, compresi i cambiamenti climatici, l'ambiente e la salute, il settore pubblico, la finanza, la mobilità, gli affari interni e l'agricoltura. Tuttavia, gli stessi elementi e tecniche che alimentano i benefici socioeconomici dell'IA possono anche comportare nuovi rischi o conseguenze negative per gli individui o la società”. L’UE ha quindi deciso di regolare questi elementi e porre le basi giuridiche necessarie affinché l’IA nello spazio europeo e nei mercati europei abbia regole certe e linee guida specifiche.
La prima proposta al mondo per regolare l’intelligenza artificiale avrà certamente un enorme impatto a livello mondiale e non solo regionale, come è stato per il Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali (GDPR).
I contenuti della proposta
La Commissione propone quindi delle regole per garantire che i sistemi di IA utilizzati nell'UE siano sicuri, trasparenti, etici, imparziali e sotto il controllo umano. Questi sistemi saranno classificati in base al rischio che implicano. Tutto ciò che è considerato una chiara minaccia per i cittadini dell'UE sarà bandito: dal punteggio sociale da parte dei governi ai giocattoli che utilizzano l'assistenza vocale che incoraggia comportamenti pericolosi dei bambini, oppure la stragrande maggioranza di rilevamento biometrico (con alcune eccezioni). Sulla base della proposta di regolamento quindi l’uso di questi sistemi sarà del tutto inammissibile.
Sono poi classificati come elementi di alto rischio quei sistemi di IA che controllano in modo autonomo le infrastrutture critiche (ad esempio i trasporti), che potrebbero mettere a rischio la vita e la salute dei cittadini, o quelli che si usano nella formazione scolastica o professionale che potrebbero determinare l'accesso all'istruzione e al corso professionale della vita di qualcuno, o i software di smistamento dei CV per le procedure di assunzione. Ma anche quei sistemi che intervengono nella valutazione delle richieste di credito che potrebbero negare ai cittadini l'opportunità di ottenere un prestito. Questi sistemi saranno tutti attentamente valutati prima di essere immessi sul mercato e durante tutto il loro ciclo di vita.
Altri sistemi invece, come i chatbot, saranno soggetti a obblighi di trasparenza minimi, intesi a consentire a coloro che interagiscono con il contenuto di prendere decisioni informate. L'utente verrà sempre informato dell’uso di un sistema di IA e quindi potrà decidere se continuare o ritirarsi dall'utilizzo dell’applicazione.
La stragrande maggioranza dei sistemi di intelligenza artificiale rientra però nella categoria del “rischio minimo” e a questi sistemi non si applicheranno le nuove regole poiché rappresentano solo un rischio minimo o nullo per i diritti o la sicurezza dei cittadini.
Gli strumenti a supporto dell’iniziativa
Ma la proposta di regolamento non è l’unica novità. Queste regole sono infatti accompagnate da una serie di iniziative che favoriranno la nascita di un partenariato pubblico-privato sull'intelligenza artificiale, i dati e la robotica per definire, attuare e investire in un programma strategico comune di ricerca e innovazione per l'Europa. La costituzione di centri di eccellenza per l'IA sarà cruciale per promuovere lo scambio di conoscenze e competenze, sviluppare la collaborazione con l'industria e promuovere la diversità e l'inclusione. Nuove tecnologie all'avanguardia, nuovi poli dell'innovazione digitale che fungano da sportelli unici per fornire accesso alle competenze tecniche e alla sperimentazione, in modo che le imprese possano "testare prima di investire". Infine, una nuova piattaforma di IA come banca dati centrale europea di risorse di IA (ad es. competenze, algoritmi, architetture software, strumenti di sviluppo) necessarie per gli usi dell'industria e del settore pubblico.
I quattro obiettivi
La visione europea ha quattro obiettivi fondamentali: stabilire le condizioni abilitanti per lo sviluppo e la diffusione dell'IA, costruire una leadership strategica nei settori a impatto elevato, fare dell'UE il luogo giusto affinché l'IA prosperi, e garantire che le tecnologie di IA siano al servizio delle persone. Questi obiettivi rientrano nel più ampio concetto di un continente che vede nel progresso tecnologico, attento all’ambiente e alla società, una delle chiavi necessarie per la ripartenza post-pandemica, ma soprattutto come strumenti indispensabili per una sempre più fattibile visione dell’unione dei mercati nazionali in un unico mercato europeo capace di rapportarsi congiuntamente alle grandi potenze mondiali, esportando non solo beni, ma soprattutto un nuovo modo di concepire la tecnologia come strumento per il raggiungimento del benessere dell’individuo e della società nel suo insieme.
Le opinioni espresse dall'autore sono strettamente personali e non riflettono necessariamente quelle della Commissione Europea