Il premio istituito dall'Ispi trae la sua nobiltà dall'ancoraggio alla figura di Boris Biancheri, un autentico fuoriclasse della tradizione diplomatica italiana, di cui rappresentò la continuità anche nel succedersi, come nel suo caso, di padre in figlio per più generazioni. Un fuoriclasse per qualità delle sue missioni che ebbi la ventura di seguire da vicino, a Londra come a Washington e alla Farnesina, un fuoriclasse per intelligenza, sobrietà, eleganza e stile. E mi piace ricordare anche chi lo affiancò, quando li incontrai entrambi a Washington: Silvio Fagiolo, artefice della negoziazione di fondamentali trattati europei. E Biancheri lo fu, un fuoriclasse last but not least per ampiezza e finezza di cultura, lasciandoci anche una peculiare narrazione delle sue radici baltiche. Voglio quindi rivolgergli qui ancora il nostro ricordo affettuoso e riconoscente.
Di Paolo Gentiloni vorrei innanzitutto mettere in luce l'impronta di libertà e lo spirito di ricerca, senza preclusioni di sorta, che hanno caratterizzato fin dall'inizio il suo impegno civile. E che hanno egualmente caratterizzato il non breve suo tragitto di avvicinamento ad una dimensione propriamente partitica. Come sappiamo, di lì scaturirono infine per lui responsabilità crescenti di governo nazionale.
La qualità della sua educazione famigliare e scolastica gli offre strumenti importanti anche per il suo futuro operare ai più alti livelli. Essa tuttavia non sfociò nell'immediato e per diversi anni in alcuna scelta scontata in senso tradizionale.
Gentiloni si avvicinò infatti ad ambienti e orientamenti diversi, anche della più ampia area di sinistra, con forte curiosità intellettuale e umana. Egli espresse e coltivò, al di là di ciò, sue specifiche e non comuni sensibilità, innanzitutto per la problematica ambientalista e a lungo, sul piano giornalistico, per il messaggio ecologista.
Con l'accostamento a Francesco Rutelli e i conseguenti impegni al livello amministrativo romano, matura per lui finalmente il momento delle vere e proprie affiliazioni partitiche, con il concorso alla fondazione della Margherita e l'elezione a deputato nel 2001. Seguirà nel 2007 l'ingresso nel Partito Democratico fin dalla sua nascita.
Con l'assumere responsabilità di partito e di governo sul piano nazionale, la figura di Paolo Gentiloni muta certamente fisionomia e acquista nuovo spessore. Ma quel che vorrei qui sottolineare è che alla coerenza, alla lealtà, alla disciplina di cui egli allora si fa naturalmente carico, si accompagna sempre quella impronta di libertà, quello spirito di ricerca senza preclusioni, di cui ho detto all'inizio. Vi si accompagna un'attitudine all'ascolto e al dialogo che diventerà sua dote decisiva da Ministro degli Esteri e poi da Presidente del Consiglio.
E in ciò è la chiave del ristabilimento, da lui perseguito e realizzato, di rapporti costruttivi e proficui con gli alleati europei, della crescita di dignità e di influenza dell'Italia in tutte le sedi internazionali.
Venendo agli anni più recenti, da Ministro degli Esteri egli già si rivolge intensamente al contesto e ai problemi dell'Europa unita, nonostante fosse prevalsa da qualche tempo una prassi, a mio avviso ormai insostenibile, di separazione della gestione della politica europea dalle competenze proprie della Farnesina e del suo segretariato generale. E ha ancor più, coerentemente, concentrato sull'Europa le sue energie nella successiva responsabilità di Presidente del Consiglio.
Sappiamo come egli sia venuto via via articolando e affermando questa sua più alta funzione, così da conquistare una limpida e motivata fiducia tra gli italiani e nelle relazioni internazionali.
Tra i maggiori suoi successi va in questo quadro certamente annoverata la conferenza Rome MED Mediterranean Dialogues promossa dall'ISPI insieme col Ministero degli Esteri e animata dall'impulso e dagli interventi del Presidente del Consiglio. Possiamo ben dire che così Paolo Gentiloni è divenuto punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo e non solo nel breve termine, della governabilità e stabilità politica dell'Italia.
È sulla base delle prove complessive da lui date, e nello spirito con cui le abbiamo via via seguite e sostenute, che oggi gli viene conferito il premio ISPI in ricordo di Boris Biancheri per l'anno 2018.