FOCUS - "Look East Policy" 2.0 per l'Iran?
“Privilegeremo l’Est all’Ovest”. Così parlò l’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema iraniana, nel febbraio 2018. L’ampio utilizzo da parte di Washington di sanzioni secondarie, dopo il ritiro dall’accordo sul nucleare nel maggio 2018, ha fortemente penalizzato i rapporti economici e commerciali tra l’Iran e l’Europa, spingendo Teheran a rivolgersi a Est per cercare alternative all’isolamento imposto da Washington. Il rinnovato sguardo a Oriente di Teheran corrisponde al lancio di una nuova “Look East” policy, dopo quella implementata dall’amministrazione Ahmadinejad nel periodo 2005-13, proprio a causa delle sanzioni economiche. Tra i paesi prioritari per Teheran ci sono la Cina, la Russia e l’India, e non è un caso che nel solo mese di maggio 2019 il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif si sia recato in visita ufficiale in tutti e tre questi paesi, oltre che in altri paesi asiatici. Ma quanto profonde sono le relazioni con questi paesi? Come si colloca in questo contesto la variabile delle relazioni con Washington di questi stessi paesi? Sarà sufficiente la partnership “orientale” per sopravvivere all’isolamento?
di Annalisa Perteghella, ISPI
USA-UE - Il difficile puzzle delle sanzioni a Teheran
Dall’8 maggio 2018, data ufficiale di uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA), si sono susseguiti molteplici annunci, scadenze e provvedimenti legati alla possibilità di intrattenere relazioni commerciali con Teheran. Da ultimo, l’8 maggio 2019, l’executive order n. 13871 del Presidente Donald Trump ha decretato l’applicabilità di nuove sanzioni statunitensi agli operatori economici attivi nei settori del ferro, dell’acciaio, dell’alluminio e del rame iraniani. L’intersezione fra la giurisdizione europea e quella statunitense concorre a definire un puzzle di compliance (ovvero di over-compliance) di non facile composizione.
di Valerio Rugge, Studio legale Rödl & Partner
PERCHE' IRAN WATCH
Con Iran Watch ISPI offre alle imprese interessate al mercato iraniano un focus continuo sulle riforme e le occasioni di business nel paese, monitorando in particolare lo stato di implementazione del Jcpoa e l’evoluzione degli scenari geopolitici che potrebbero condizionare l’accordo.
IL DATO
NUCLEARE - Verso un nuovo negoziato con l'America di Trump?
Lo scorso 8 maggio, giorno dell’anniversario del ritiro USA dall’accordo sul nucleare, Teheran ha annunciato di essere pronta a riprendere parte del proprio programma nucleare. La decisione iraniana è stata giustificata come l’esigenza di formulare una risposta alle sanzioni USA, che secondo Teheran rappresentano una violazione dell’accordo, e alla non corretta implementazione da parte degli altri paesi. Con questa decisione Teheran ha lanciato soprattutto un messaggio all’Unione europea e agli Stati Uniti: a Bruxelles ha chiesto di produrre entro 60 giorni degli strumenti efficaci per assicurare la corretta implementazione dell’accordo (in particolar modo assicurare che Teheran possa continuare a esportare il proprio petrolio); a Washington ha lanciato invece un chiaro avvertimento circa il fatto che il risultato finale della politica sanzionatoria nei suoi confronti non sarà il cambiamento del regime né il suo ritorno al tavolo negoziale, bensì il definitivo fallimento del JCPOA e la ripresa del programma nucleare. Non è un caso che nei giorni successivi all’annuncio iraniano Washington ha portato la politica di “massima pressione” su un livello successivo, con l’invio di portaerei nel Golfo, il dispiegamento di bombardieri B-52 nella regione e l’evacuazione del personale non necessario dalle ambasciate USA dei paesi limitrofi, oltre ad aver fatto trapelare sul New York Times l’esistenza di un piano di guerra contro il paese. Le mosse USA, tese ad accerchiare Teheran facendole presagire il possibile utilizzo dell’ultima opzione, quella militare, hanno fatto temere l’escalation e lo scoppio di una nuova guerra nel Golfo. I timori sono però rientrati quando è parso chiaro che nelle vere intenzioni dell’amministrazione Trump tali mosse muscolari sono volte a costringere Teheran a tornare al tavolo negoziale, come accaduto con la Corea del Nord. Dopo i giorni dell’escalation si è registrato un certo attivismo diplomatico da parte di Svizzera e Oman, paesi che dal 1979 a oggi hanno rivestito il ruolo di mediatori tra Washington e Teheran. Non è quindi da escludere che un backchannel diplomatico tra i due possa venire aperto nei prossimi mesi. Per ritornare al tavolo delle trattative, Teheran chiederà però con ogni probabilità un allentamento delle sanzioni, in considerazione del fatto che ad aver violato il JCPOA è stata proprio Washington. Trump dovrà dunque fare concessioni in questo campo se vuole raggiungere un compromesso sugli altri dossier e non rischiare la piena ripresa del programma nucleare.
L'APPUNTAMENTO
Teheran, 9-12 giugno 2019 Nona edizione della fiera dedicata al settore tech
LA ROTTA
URBANIZZAZIONE - Primi esperimenti di smart cities
Il nuovo trend in architettura e urbanistica che vede affermarsi la “città intelligente” (smart city) coinvolge anche l’Iran. Ciò nasce da un’esigenza, quella di gestire i problemi connessi a inquinamento e sovraffollamento, ma anche da un’opportunità: l’Iran, con una popolazione tra le più giovani e istruite della regione, ha conosciuto negli ultimi anni un notevole sviluppo del settore tech, necessario al funzionamento della smart city. Il processo di trasformazione dei centri urbani in senso smart e tech è guidato da MTN-Irancell, il secondo gestore di reti mobili del paese, impegnato nello sviluppo di sensori e sistemi di raccolta e gestione dei dati funzionale all’ottimizzazione delle risorse e dunque allo sviluppo in senso smart delle città. Per testare le proprie tecnologie, nel 2017 Irancell ha lanciato un progetto pilota nella città di Mashhad, installando 5.000 contatori a tecnologia NB-IoT (Narrow Band-Internet of Things) sulla rete gas della città, e nella zona di libero scambio di Anzali, sul Mar Caspio, per la gestione intelligente del sistema fognario, dell’illuminazione pubblica, della gestione del traffico e dell’inquinamento. Ma la vera sfida per il paese è la trasformazione smart di Teheran, la capitale afflitta da cronici problemi di inquinamento e traffico. L’ex sindaco Mohammad Ali Najafi ha avviato nel marzo 2018 il progetto di sviluppo smart della città. Proprio a Teheran si terrà, il prossimo 9-12 giugno, l’ottava edizione di INOTEX (International Innovation and Technology Exhibition). La fiera, co-organizzata da Pardis Technology Park, “la Silicon Valley iraniana”, sarà l’occasione per dare ulteriore spinta ai progetti di sviluppo smart della città, in collaborazione con partner internazionali.