Cari amici,
L’epidemia di coronavirus che ha colpito il nostro Paese, e in particolare la Lombardia, ha posto anche noi dell’Ispi di fronte alla sfida del cambiamento e dell’innovazione di ciò che facciamo e di come lo facciamo.
L’innovazione è nel nostro Dna da sempre: quando siamo nati quasi 90 anni fa, le guerre - quelle reali - erano in Europa una presenza devastante e anche l’autarchia fascista ci rendeva “chiusi al mondo”.
Abbiamo sempre saputo rialzarci cambiando e innovando; facendo del mondo la nostra casa e rendendo l’Ispi la casa del mondo, seppur con mezzi limitati.
Anche nella guerra di oggi, appena iniziata, il nostro obiettivo è chiaro: reagire, rimanere “accesi” per tutti, soprattutto ora che l’emergenza impone di chiudere tutto, di restare a casa; tenere accese le nostre menti sul mondo, soprattutto ora che i nostri cuori e le nostre emozioni sono tutte per le nostre città, la nostra regione, l’Italia.
Nei giorni scorsi abbiamo già tradotto questo obiettivo innovando i prodotti, i linguaggi, i canali di comunicazione per permettere che le nostre iniziative rimanessero accessibili a tutti. Accesi, appunto.
Accesi con i nostri video-approfondimenti quotidiani (oltre 20 ad oggi) sul “mondo ai tempi del coronavirus”, i più seguiti di sempre sui social e Youtube.
Accesi con le pubblicazioni online: i daily focus, i dossier, i rapporti, il settimanale su Usa 2020.
Accesi con la nostra School con l’avvio, da subito, dei corsi in distance-learning e da ieri, dei nuovi corsi “express”.
A tutto ciò si aggiungono da oggi:
- lo speciale Global Watch di ISPI PER LE IMPRESE sulle conseguenze geoeconomiche della pandemia: sui mercati finanziari, su paesi e settori, sulle azioni dei governi e delle banche centrali
- ISPI Express: un ciclo di podcast per raccontare i grandi temi della politica internazionale ai tempi del coronavirus. Per non dimenticare che il mondo va avanti, nonostante tutto e passata la crisi si riaffaccerà con le sue opportunità ma anche con tutti i problemi irrisolti.
Continuate a seguirci, ma soprattutto continuiamo tutti a sostenere finanziariamente i nostri ospedali in prima linea nell’emergenza.
Noi, seppur chiusi al pubblico, saremo sempre accesi per voi.
Paolo Magri