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Il mondo in tasca

Big tech: stretta in corso

25 gennaio 2023

Mi sento (s)fortunato

Google sotto accusa. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e otto Stati americani hanno fatto causa all’azienda di Mountain View, sostenendo che abbia usato il suo potere monopolistico sul mercato della pubblicità digitale per costringere gli inserzionisti a usare i suoi prodotti. Le loro richieste puntano allo smantellamento dell’attività pubblicitaria del colosso delle ricerche. 

Non è la prima volta che Google si trova a far i conti con le agenzie regolatrici. Nel 2020 è stata citata in giudizio, sempre dal Dipartimento di Giustizia, per la presunta soppressione della concorrenza nella ricerca su Internet. Motivo per cui è stata sanzionata anche dall’Antitrust dell’Unione europeanel 2018 con una multa da più di 4 miliardi di euro e ora attende l’esito del ricorso presentato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Ma non è solo Google a vivere un momento difficile.

You’re fired

Nel 2022 le cosiddette Big Tech hanno perso più di tremila miliardi di dollari di valore di mercato, di cui mille miliardi della sola Amazon. Il valore delle azioni di Meta si è più che dimezzato negli ultimi 12 mesi, quelle di Google e Microsoft hanno perso rispettivamente il 29 e il 23%. Non sorprende quindi che negli ultimi mesi queste aziende abbiano deciso forti tagli al personale.

Sono infatti 12mila i licenziamenti annunciati da Google (6% del totale dipendenti) che si sommano agli 11mila di Meta (13%), i 10mila di Microsoft (5%) e i 18mila di Amazon (6%). Numeri che portano il conto complessivo dei licenziamenti annunciati nell’ultimo anno nell’industria tecnologica americana a più di 200mila: mai così tanti dallo scoppio della bolla delle dotcom (2000).

Bolla delle dotcom 2.0?

Le coincidenze con la congiuntura che, all’inizio del millennio, decretò il fallimento di molte aziende cresciute nell’allora economia emergente di internet sono evidenti. Ora come allora, il peggioramento dei bilanci delle imprese tech avviene in aria di recessione globale e di politica monetaria restrittiva da parte della FED. 

Tuttavia, bisogna contestualizzare l’attuale ondata di licenziamenti nel contesto degli ultimi anni che, complice la pandemia, hanno visto un boom dell’economia digitale, a cui le imprese del settore hanno reagito con una crescita esponenziale delle assunzioni. Dal 2019 al settembre 2022, Amazon ha raddoppiato il numero di suoi addetti, così come Meta. Gli attuali tagli del personale rappresentano quindi una piccola porzione di questi aumenti. 

La crisi del 2000 segnò la caduta di imprese, da AOL a Yahoo!, fin ad allora considerate le padrone del web. Visto il potere di mercato delle Big Tech, è difficile che la storia si ripeta.

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