La lunga marcia (indietro)
Nel 2022 la popolazione cinese è diminuita per la prima volta in 60 anni: lo ha annunciato oggi l’Ufficio nazionale di statistica cinese. Era il 1979 quando il Partito inaugurò la politica del figlio unico per rallentare il boom demografico degli anni Settanta. Eliminata definitivamente nel 2016, negli ultimi anni il governo cinese ha addirittura offerto sgravi fiscali e una migliore assistenza sanitaria per invertire, o almeno rallentare, il brusco calo delle nascite.
A sancire l’inizio del declino demografico è stata però la pandemia. Più che per il (leggero) aumento dei decessi, a causa della crisi sanitaria e del rallentamento economico che hanno portato molte coppie a ritardare il progetto di figli – nel 2022 un milione in meno rispetto all’anno precedente.
Terreno non più fertile?
Insomma, l’esatto opposto del “grande ringiovanimento” della nazione auspicato da Xi Jinping nel 2012. E un cambiamento storico per un Paese che ha fatto del “dividendo demografico” il suo cavallo di battaglia per anni. Il costante aumento della popolazione in età lavorativa permetteva a Pechino di tenere bassi i salari. Al contrario, il suo invecchiamento porterà alla carenza di manodopera a basso costo, oltre all’aumento della spesa previdenziale.
Certo, la riduzione della forza lavoro potrebbe anche avere dei risvolti positivi, come spronare l'innovazione tecnologica. Per ora, però, il mercato non perdona e a seguito dell’annuncio le aziende quotate in settori legati a maternità e infanzia hanno iniziato a segnare cali sostanziali, come Kidswant Children Products (-8,5%) e la produttrice di incubatrici Ningbo David Medical Device (-11%).
La notizia della mia morte...
Perdite che ricalcano un anno poco positivo per l’economia cinese, cresciuta solo del 3% rispetto alla media del 6,7% dell’ultimo decennio. E che potrebbe faticare ancora, dato l’aumento delle infezioni da Covid e la crisi tecnologico-immobiliare. Così l’alto tasso di disoccupazione giovanile (17%) fa diminuire anche le aspettative di reddito futuro, portando i giovani a posticipare ancora matrimoni e figli. Insomma, meno figli uguale meno crescita, meno crescita uguale meno figli.
Ma Pechino potrebbe anche essere pronta a un colpo di coda. Le infezioni riprendono a causa della riapertura del paese, e i mercati contano sul rimbalzo dei consumi cinesi. E la transizione politica è finita, con Xi che potrebbe inaugurare un nuovo periodo di stabilità.
A Xi e al Partito servono politiche lungimiranti. Ma se gestiranno la crisi demografica come hanno gestito le riaperture, cosa succederà?