B.1.1.529
È il codice assegnato alla variante di nuovo coronavirus che sta mettendo in allerta la comunità internazionale. Sequenziata in Botswana e poi in gran parte dell’Africa meridionale, preoccupa per la quantità di nuove mutazioni: 50, mai così tante in una volta sola. In sole due settimane, già tre quarti dei casi in Sudafrica sono attribuibili a B.1.1.529.
Gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità si riuniscono oggi per decidere se la nuova variante sia “di interesse” o (peggio) “di preoccupazione”, ma mettono già in guardia: per capirlo occorreranno settimane. Quel che è certo è che per i mercati le preoccupazioni sono già qui.
“Scariant”
Che l’incertezza non piaccia ai mercati non è una novità, e gli investitori (che ogni volta che emerge una nuova variante la chiamano ironicamente “scariant”, ovvero “variante spaventosa”) hanno già tirato il freno a mano. Oggi gli indici di borsa segnano cali dal –1,9% di New York al –3,9% di Parigi.
E a calare è stato anche il petrolio (-5%). Cattivo segnale, perché indica timori diffusi di un rallentamento dell’economia mondiale. Segnale forse non così cattivo per le banche centrali: la frenata del petrolio potrebbe mettere un tetto anche sull’inflazione, allentando le pressioni sulle autorità monetarie perché rialzino i tassi.
Ma se il prezzo da pagare per minore inflazione si misura in punti di Pil, non è detto che il gioco valga la candela.
Colpo di coda... o di grazia?
È bastato il fantasma di una nuova variante per far crollare la fiducia dei mercati. Indice della fragilità della ripresa economica in corso, ma anche di quanto la pandemia ancora impatti sulle nostre vite.
E così tornano le restrizioni sui viaggi internazionali. In Europa, Uk e Francia hanno già sospeso i voli provenienti da Sudafrica e paesi limitrofi, mentre la Commissione europea propone di estendere il blocco all’Europa intera. Azioni comprensibili, dato che alcune regioni europee sono già ai ferri corti, ma che potrebbero rivelarsi inutili se B.1.1.159 fosse già “qui” (proprio oggi è emerso il primo caso europeo, in Belgio).
Adesso il punto da sciogliere è uno: lo spavento sarà solo temporaneo, o dobbiamo prepararci a un inverno difficile?