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Il mondo in tasca

Criptovalute: (un)stablecoin

13 maggio 2022

Cryptocrash

Meno di 30mila dollari. Questo il valore attuale del Bitcoin, solo ieri in calo del 10%. Ancora peggio Ethereum (-20%), la seconda criptovaluta per valore. In sole 24 ore la capitalizzazione complessiva delle valute digitali si è ridotta di 200 miliardi di dollari e ora è circa pari a un terzo del suo valore di novembre (3000 miliardi).

Non è certo la prima volta. Negli ultimi dieci anni, il Bitcoin ha perso il 50% del suo valore in altre sei occasioni. Ed era già in una fase calante, come anche il mercato azionario dei titoli tecnologici “tradizionale” (l’indice Nasdaq ha perso il 30% negli ultimi 6 mesi) a causa di una politica monetaria sempre più restrittiva per contenere un’inflazione sopra le aspettative. Eppure, questo nuovo crollo fa rumore.

 

Non voglio mica la Luna/La Luna nel pozzo

A causare la nuova fuga dalle criptovalute sono state infatti le stablecoin. Che sarebbero invece concepite per avere un valore fisso, poco volatile, di solito ancorato al dollaro. Una sorta di porto sicuro dal valore di 180 miliardi di dollari la cui inedita fragilità ha messo in crisi l’intero mercato.

TerraUSD, la quarta più grande stablecoin e la decima criptovaluta per valore di mercato, e il suo token gemello Luna, hanno ieri perso più di metà del loro valore, piombando sotto quota 0,4 dollari. Si tratta di tipi particolari di stablecoin, in cui l’ancoraggio è garantito attraverso algoritmi e non tramite riserve reali. Ma anche quest’altra tipologia di stablecoin non viene più considerata così “stable”.

 

Bitcoin Salvador?

Attualmente, alle società che gestiscono stablecoin non è richiesto di mantenere delle riserve adeguate. Un vuoto normativo che la Federal Reserve vorrebbe ora colmare, approfittando di questa crisi. Tutt’altra aria si respira in El Salvador, unico paese insieme alla Repubblica Centrafricana dove le valute digitali hanno corso legale.

L’esperimento finora non ha pagato: solo il 5% delle transazioni avviene in criptovalute e, complice questo nuovo crollo del Bitcoin, il Paese è sempre più a rischio default. Il Fondo Monetario Internazionale ha promesso il suo sostegno solo a patto che il governo abbandoni l’utilizzo delle criptovalute. La risposta è stata però quella opposta: un acquisto di 500 Bitcoin, per un esborso totale di circa 15 milioni di dollari.

Insomma, lascia o raddoppia?

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