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Il mondo in tasca

Crisi gas: l'Europa alza le difese

06 luglio 2022

A tutto gas

Non si ferma la corsa del gas. Il suo prezzo sulla borsa di Amsterdam è salito anche oggi (+3%), e ha ormai superato i 170 euro per megawattora. Siamo ai massimi degli ultimi quattro mesi e sembra lontanissimo anche solo giugno, quando il prezzo era di 80 euro. Non sono bastate le buone notizie arrivate dalla Norvegia: il governo ha posto fine allo sciopero dei lavoratori del settore energetico che minacciava di bloccare fino al 56% delle esportazioni di gas del Paese, indispensabili per riempire gli stoccaggi europei.  

Il nodo della discordia? Rivendicazioni salariali per compensare l'aumento dell’inflazione. Di cui proprio la risalita dei prezzi del gas è il principale responsabile. Un circolo vizioso al momento interrotto. Ma le buone notizie si fermano qua.

 

Too big to fail

Dall’11 luglio Nord Stream 1 verrà chiuso per dieci giorni, ufficialmente per manutenzione. Ma si teme che lo stop possa essere a tempo indeterminato, o come minimo più prolungato. Allo stesso tempo il terminale statunitense di Freeport, da dove parte gas liquefatto destinato all’Europa, rimane chiuso per l’incendio verificatosi a metà giugno. E non riprenderà le operazioni prima di inizio ottobre.

Inevitabile che alcuni Paesi corrano ai ripari: venerdì il Parlamento tedesco approverà una legge che consente allo Stato di intervenire per salvare le aziende energetiche in difficoltà. Tra cui Uniper, il maggiore importatore di gas russo in Germania. E in Francia lo Stato vorrebbe salire al 100% di EDF, l’azienda che gestisce il nucleare francese. Insomma, da più parti si cerca di evitare una “Lehman Brothers” dell’energia.

 

There is no plan(et) B?

Qualcosa si muove anche sul fronte comunitario. E non solo per il voto di oggi al Parlamento Europeo con cui si sancisce la classificazione di gas e nucleare tra gli investimenti green. La progressiva riduzione delle forniture di gas russo ha spinto la Commissione a impegnarsi a presentare già entro metà luglio (non più dopo l’estate) la proposta di un pacchetto di misure per “calmierare” i prezzi dell’energia.

Come? Introducendo una nuova indicizzazione dei prezzi del gas, sulla scia di quanto fatto da Spagna e Portogallo, ma con le dovute correzioni: il consumo di gas nella penisola iberica è alle stelle dall’introduzione di questo “tetto”. Allo studio di Bruxelles ci sarebbero inoltre un sistema di solidarietà energetica tra gli Stati membri e linee guida per il risparmio nei consumi domestici.

Basteranno?

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