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Il mondo in tasca

Francia-Germania: screzi sul gas

21 ottobre 2022

Madrid caput gas

No a MidCat, sì a BarMar. Acronimi che racchiudono il voltafaccia francese di queste ore in tema di gasdotti. Parigi ha ieri definitivamente bocciato il progetto per costruire un gasdotto per portare il gas spagnolo attraverso i Pirenei verso la Germania. L’iniziativa sarebbe stata una boccata d’aria (o meglio, gas) per Berlino, ritenuta però troppo costosa e poco ecologica dalla Francia. Che ha quindi preferito concordare con Spagna e Portogallo una diversa soluzione: una nuova interconnessione sottomarina tra Barcellona e Marsiglia.

Il nuovo gasdotto andrà a ridurre l’isolamento energetico della penisola iberica che potrà così scaricare nelle reti energetiche europee l’eccesso di GNL da cui adesso è inondata (la sola Spagna detiene il 44% della capacità europea di stoccaggio di GNL). Per Berlino è però un colpo basso.

It doesn’t Mi(n)d?

Il nuovo BarMar sarà destinato al trasporto di idrogeno e solo temporaneamente e in minima parte farà fluire il gas naturale di cui la Germania ha estremo bisogno. Nonostante l’emergenza energetica tedesca, Parigi ha deciso di guardare a sé stessa. Se infatti il flusso del gas tramite MidCat sarebbe stato quasi esclusivamente in direzione ovest-est, con BarMar la Francia potrà rifornire il mercato iberico con l’idrogeno prodotto dalle sue centrali nucleari.

Certo, ieri è arrivato l’annuncio che la Germania ha ricevuto le prime forniture dirette di gas proprio dalla Francia. Ma non si tratta di solidarietà energetica: Parigi riceve in cambio elettricità, particolarmente utile ora che metà dei suoi reattori nucleari sono chiusi per manutenzione. Insomma, un win-win che non basta a nascondere rapporti tesi lungo l’asse franco-tedesco.

Asse incrinato

Ogni anno dal 2003 si tiene una riunione tra i gabinetti tedesco e francese. Quest’anno l’appuntamento (il primo per Scholz) era previsto per la prossima settimana a Fontainebleau. Ma è stato rinviato a gennaio per "problemi logistici”.

Tradotto: le parti sono distanti su numerosi dossier. A partire da quelli sull’energia, con la Francia favorevole a un tetto al prezzo del gas, a cui invece Berlino si oppone. Ma anche in tema di difesa ci sono dissonanze: Parigi non ha digerito la scelta di Berlino di spendere i 100 miliardi di euro extra del suo budget difesa in armamenti americani piuttosto che europei.

A margine del Consiglio europeo di questi giorni, Scholz e Macron hanno concordato di rivedersi a Parigi il 26 ottobre. Basterà un incontro per appianare le divergenze?

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