J’accuse (sul grano)
Botta e risposta in Africa tra Lavrov e Macron. Si è ieri concluso il viaggio del ministro degli esteri russo in quattro paesi africani. Mentre oggi è finito il tour africano di Macron: il primo viaggio diplomatico fuori dall’Europa del suo secondo mandato. Una coincidenza di tempi non casuale, tra interessi sovrapposti e tentativi di accreditarsi come partner affidabile agli occhi dei leader del continente.
A dominare i diversi incontri bilaterali la crisi alimentare. Lavrov, con tanto di articolo pubblicato dai principali giornali dei Paesi visitati, ha tentato di far ricadere sull’Europa le responsabilità per il mancato export di grano. Macron smentisce e a sua volta accusa Mosca di usare la fame come arma. Un copione già visto ma ricco di altre sfaccettature.
I Mali francesi
Il viaggio di Macron arriva in un momento in cui la Francia è impegnata a ricalibrare la sua presenza nell’Africa Occidentale. Il ritiro delle truppe francesi dal Mali, dopo nove anni nel Paese in chiave di contrasto al jihadismo, ha lasciato spazio a una maggior presenza di Mosca nella regione.
La compagnia militare privata Wagner, considerata come un braccio armato del Cremlino, sembrerebbe operare in 18 paesi africani. A cui potrebbe presto aggiungersi il Camerun (non a caso tra le mete di Macron) che ad aprile ha firmato un accordo di cooperazione militare con la Russia. Mosca è poi il principale fornitore di armi all’Africa: 44% delle importazioni totali negli ultimi cinque anni (vs il 6% della Francia). Insomma, c’è più del grano in gioco.
Tra due fuochi
I Paesi africani hanno tendenzialmente evitato di schierarsi apertamente riguardo al conflitto. Fin dal loro voto di marzo sulla risoluzione ONU di condanna all’aggressione russa: 28 voti a favore, 25 astenuti o assenti, e un voto contrario (l’Eritrea). Nessuno Stato africano ha poi aderito alle sanzioni occidentali. Un’ipocrisia secondo Macron, mentre Lavrov ha lodato la posizione, da lui definita “responsabile ed equilibrata” del continente africano.
Con 23 Paesi africani che importano almeno un quinto del loro grano dalla Russia non c’è da sorprendersi se sono restii a minare il rapporto con Mosca. L’allineamento tra Africa e blocco occidentale non è insomma scontato.
I summit dei prossimi mesi tra Paesi africani e Russia e quello Africa-USA potrebbero ulteriormente spostare l’ago della bilancia. La partita diplomatica in Africa è destinata a surriscaldarsi?