Amici ritrovati
Ieri Angela Merkel era negli Usa per un ultimo incontro con Joe Biden prima della fine del suo cancellierato, che prosegue ininterrotto dal 2005. Il meeting, che pare aver definitivamente ricucito il grande “strappo transatlantico” dell’era Trump, è arrivato in un momento tragico per la Germania, alle prese con una delle peggiori alluvioni della sua storia.
Ma è servito a sottolineare quanto Merkel sia consapevole del ruolo della Germania in Europa e della responsabilità che ne discende. Anche se non è mancato qualche attrito tra ciò che chiede Berlino e ciò che vorrebbe “l’Europa”.
Una leader per tutti?
Nell’incontro, Merkel ha cercato di raccontare una volta di più la Germania come “portavoce” di interessi europei. Chiedendo a Biden di sollevare il travel ban nei confronti dei cittadini Ue: una richiesta dal tempismo imperfetto, con i contagi in aumento in tutta Europa, ma avanzata a gran voce dai governi europei. Ed esprimendo solidarietà alle popolazioni colpite dalle alluvioni non solo in Germania, ma anche in Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
Ma l'incontro ha anche reso evidente la volontà di dire la propria (sul ritiro dall’Afghanistan per esempio) e la distanza che separa Berlino da Bruxelles. Dal Nord Stream 2, sostenuto dai tedeschi ma avversato da Washington e dai paesi dell’Europa orientale, ai rapporti con Pechino, pessimi con gli USA e ormai tesi anche per l’Ue, ma che la Germania vorrebbe ammorbidire.
Il lungo addio
Con Merkel in uscita, il futuro della prima economia d’Europa è quantomai in bilico. Nei sondaggi la CDU è in netta ripresa, ma è ancora lontana dal 35% toccato durante la prima ondata della pandemia. E ad Armin Laschet, l’erede di Merkel (già debole all’interno del suo partito), occorrerebbero probabilmente mesi per formare un governo di coalizione. Che potrebbe non essere più con i socialisti, ma con verdi o liberali.
L’alluvione di questi giorni ne riporta alla memoria un’altra: quella dell’estate del 2002, che aiutò Schroeder e la sua coalizione rosso-verde a restare al timone. Ma non è affatto detto che, con Merkel dimissionaria da tempo, questa volta il partito di governo ne esca rafforzato.