Mezze verità
“La Russia è sopravvissuta alla guerra lampo economica”. Questo quanto ieri dichiarato da Putin, secondo cui le sanzioni imposte dalla comunità internazionale potranno essere un’occasione vantaggiosa per la Russia per diventare più indipendente dall’Occidente.
Alcuni dati economici sembrano supportare le sue parole. Il rublo dopo aver perso fino al 40% rispetto al dollaro è ora risalito al -18%. Gli interventi della Banca Centrale sono riusciti a evitare un collasso bancario tanto che la base monetaria (il totale dei contanti in circolazione e detenuti nei depositi bancari) è aumentata del 14% nell’ultimo mese. E il pagamento di 117 milioni di dollari di interessi dovuti è stato effettuato nei tempi nonostante le voci di default. Ma Putin ha detto anche altro.
Surplus di problemi
Grazie alle esportazioni di energia, la Russia gode di un surplus commerciale che può utilizzare per i pagamenti in valuta estera. Serviranno però tra i 6-9 mesi affinché queste entrate possano compensare il blocco delle riserve in valuta estera della Banca Centrale russa. Ma già ad aprile bisognerà rimborsare un debito molto più grande di quello appena pagato: 2 miliardi di dollari.
Per riuscire a evitare il default, la Russia dovrà quindi andare incontro, come ammesso dallo stesso Putin, “a difficili e profondi cambiamenti strutturali della sua economia che porteranno a un incremento di disoccupazione e inflazione”. Che già vediamo: nel giro di una settimana l’inflazione annuale è aumentata di 2 punti percentuali, e dovrebbe raggiungere il 17% entro la fine dell’anno.
Better call Vladimir
Ad aumentare sono soprattutto i prezzi di beni importati e di prima necessità, comunque presi d’assalto nei negozi per paura di future carenze. Per far fronte a questa inflazione, Putin ha annunciato un (timido) aumento di pensioni e salari con tanto di hotline a supporto di chi soffre per il carovita.
Poca cosa alla luce delle previsioni di crescita della Russia per il 2022. Se prima della guerra il PIL russo sarebbe dovuto crescere del 3%, ora oscilla tra -6% e un -15% nel caso di conflitto protratto nel tempo. E dire che Putin ha costruito gran parte della sua popolarità proprio sulla stabilizzazione di un’economia russa uscita a pezzi dal crollo dell’Unione Sovietica.
Che la sua reputazione segua di pari passo l’andamento del PIL?