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Il mondo in tasca

Summit Ue-Balcani: soldi e promesse

07 ottobre 2021

Porta socchiusa

Fumata grigia per un nuovo allargamento dell’UE. Nel summit di ieri tra i leader europei e dei Balcani occidentali è stata ribadita la promessa, vecchia di decenni, di un futuro ingresso dei sei paesi balcanici nel blocco dei 27. Ma di tabelle di marcia o scadenze nemmeno l’ombra.

Von der Leyen ha dichiarato che la Commissione farà del suo meglio per far avanzare questo processo di adesione “senza il quale l’Unione Europea non è completa”. Ma anche la sola menzione della parola “allargamento” nel testo della dichiarazione finale dei leader è stata ferocemente dibattuta. Non era mai stata utilizzata a margine di questi summit: un piccolo passo avanti.

 

L’Unione dei veti

Anche così, quasi un terzo degli Stati Membri si oppongono all’entrata di uno o più paesi balcanici. In particolare, Francia, Paesi Bassi e Danimarca temono una ripetizione dei movimenti migratori interni all’UE seguiti all’adesione di Romania e Bulgaria nel 2007. La Bulgaria stessa chiude all’ingresso della Macedonia del Nord, con cui ha diatribe culturali e linguistiche. Mentre il Kosovo non è neppure riconosciuto come stato sovrano da cinque paesi UE.

Russia e Cina non restano però a guardare e stanno espandendo la propria influenza nei Balcani. Così, nonostante i veti, le prospettive di un futuro nell’UE devono essere tenute vive. E i paesi con candidatura in stallo ricompensati: 30 i miliardi di euro promessi dalla Commissione nei prossimi sette anni.

 

L’esercito mai NATO

Negli anni Novanta, le guerre nell’ex Jugoslavia misero in luce l’assenza di “autonomia strategica” dell’Unione in politica estera, sollevando la questione della necessità di un esercito europeo. A distanza di quasi 30 anni, ieri la discussione è tornata centrale nel dibattito tra i leader europei, dopo che la crisi afghana ha ribadito gli stessi problemi di allora.

Pochi i progressi, molte le divisioni per un risultato anche in questo caso inconcludente. Per creare un'illusione di consenso, si è concordato per un approccio antitetico: ridurre la dipendenza dagli alleati ma rafforzando la partnership con la NATO. A Borrell il compito di redigere una “Bussola Strategica” sulla politica estera UE basata su questa linea guida. Buona fortuna.

 

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Matteo Villa
ISPI

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