Giro del mondo in 90 tassi
La Federal Reserve chiama, il resto del mondo risponde. Due giorni dopo il terzo rialzo consecutivo dei tassi di interesse americani da 75 punti base, le banche centrali europee hanno seguito l’esempio. Ieri, la Banca d'Inghilterra e quella di Norvegia hanno alzato i tassi di mezzo punto, portandoli al 2,25%. E con il rialzo in Svizzera finisce l’era dei tassi sottozero nel Vecchio Continente.
Ma anche alcuni dei partner commerciali asiatici (Indonesia, Taiwan, Filippine) e il Sudafrica hanno ritoccato verso l’alto i loro tassi per evitare una fuga di capitali e un’eccessiva svalutazione delle loro valute. Complessivamente nel 2022, le 23 principali banche centrali del mondo hanno alzato i loro tassi più di 90 volte. E chi non lo fa rischia.
Tokyo drift
In Giappone, il tasso di inflazione ad agosto è stato del 3%. Ben lontano dalla doppia cifra che si sfiora nelle altri maggiori economie al mondo. La Banca Centrale ha quindi finora deciso di mantenere la sua politica di tassi d'interesse ultra-ribassati. Ma così facendo ha contributo a fare dello yen la valuta meno performante quest’anno tra le principali economie avanzate. Il suo valore rispetto al dollaro è crollato del 20%, ai minimi degli ultimi 24 anni.
Era il 1998, il Paese era nel pieno della crisi finanziaria asiatica e il governo decise di intervenire sui mercati valutari vendendo 42 miliardi di dollari per sostenere lo yen. Uno scenario che si è ripetuto per la prima volta (senza rendere noto l’ammontare venduto) proprio ieri.
Quanta fretta dove corri
Rispetto al passato, le banche centrali stanno agendo con una serie inedita di aumenti consecutivi per evitare il radicamento dell’inflazione nell’economia. La cosiddetta "sindrome Argentina” che costringe la sua Banca Centrale ad aumenti dei tassi come quello della scorsa settimana: 550 punti, 7 volte l’ultimo aumento della FED.
Ma gli strumenti di politica monetaria sono per loro natura lenti a dare i loro effetti. Guardando ai tassi di inflazione americani degli ultimi 100 anni, mediamente passano 16 mesi prima che una politica monetaria restrittiva riporti i livelli dei prezzi dal loro picco al 2%.
Il rischio è quindi che gli aumenti attuali si dimostrino a posteriori più ampi di quanto fosse necessario per abbattere i prezzi. Rallentando più del dovuto la crescita globale che tende già pericolosamente alla recessione. Quando si fermeranno gli aumenti dei tassi?