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Il mondo in tasca

UE: famiglia disfunzionale

14 novembre 2022

Rapporti da rivedere

Due giorni di Consiglio Affari esteri europeo. Oggi si è tenuto l’incontro tra i 27 ministri degli esteri dell’Ue, mentre domani sarà il turno dei ministri della difesa. Tanti i dossier oggetto delle discussioni, a partire dalla revisione della politica europea verso la Russia, ancora ferma ai principi guida stabiliti nel 2016. Allora Mosca veniva considerata un partner con cui avere una collaborazione selettiva su specifici temi.

Quanto di più distante dalla situazione odierna. Nella riunione si è quindi parlato di quali misure includere nel nono pacchetto di sanzioni contro la Russia. Ma le trattative restano ancora molto acerbe. Nuove sanzioni sono invece arrivate contro l’Iran, ma “solo” per la sanguinosa repressione delle proteste in corso, non per il suo supporto militare alla Russia. Maggiori novità si registrano su armi e supporto a Kiev.

Armi e buoi dei Paesi tuoi?

I ministri degli esteri europei hanno lanciato una missione di addestramento per 15mila soldati ucraini sul territorio dell'Unione. Domani dovrebbero poi essere presentati 5-7 progetti di acquisti congiunti tra Paesi europei nel settore della difesa.

Ma il tema risulta divisivo. Quest’estate è stato presentato un nuovo regolamento e un fondo comunitario per rimpinguare gli stock militari nazionali, impoveriti dagli aiuti a Kiev: 500 milioni di euro, ma da spendere solo per armi prodotte nell’Ue. Nell’ultima bozza del regolamento questo vincolo è però caduto, aprendo così le porte ad acquisti da Paesi terzi. Una decisione poco apprezzata da più di un governo, Francia in testa, che sperava fosse un viatico verso una maggiore autonomia strategica europea in tema di difesa.

Una poltrona per due

La divisione più evidente si sta però consumando non tra gli Stati membri, ma tra le cariche apicali dell’Unione. A margine del vertice dei capi di Stato del G20, che si apre domani a Bali, è infatti previsto un incontro tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e Xi Jinping. Assente Von der Leyen, che non è stata invitata. Il motivo? Una vendetta di Michel per non avergli permesso di partecipare a un incontro con il premier indiano Modi al G7 in Germania dello scorso giugno.

La tensione tra i due non finisce qui. Nelle scorse settimane Michel ha attaccato più volte la Commissione per la lentezza nel presentare proposte concrete sul tetto al prezzo del gas.

Biden è uscito rafforzato dalle Midterm e Xi dal ventesimo congresso del partito. L’Europa può permettersi questi bisticci?

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