Primavera in anticipo
Nel 2023 l’eurozona eviterà la recessione: è quanto emerge dall’ultimo sondaggio tra esperti condotto da Consensus Economics. Secondo il pool di economisti, quest’anno una serie di condizioni macroeconomiche in miglioramento porterà a una contrazione dell’attività commerciale inferiore al previsto.
Un’inversione di tendenza dovuta a una serie di buone notizie, a partire dal versante energetico. Grazie a un inverno particolarmente mite, a metà gennaio il livello degli stoccaggi europei era ai massimi di sempre (quasi 80 Gmc, a fronte di una media di 62 nel periodo 2015-2020). Escluso il rischio di razionamento, il prezzo del gas negli hub europei ha iniziato a scendere (-30% nell’ultimo mese). E questo fa ben sperare anche sul fronte inflazione.
Scamparla per un pelo
Con l’inflazione europea in discesa dopo il picco dello scorso ottobre, nel Vecchio continente si tira un sospiro di sollievo. Certo, al World Economic Forum di Davos la presidente della Bance Centrale Europea Christine Lagarde ha messo le mani avanti, segnalando altri due probabili aumenti dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Ma il ritmo di inasprimento della politica monetaria europea, finora incalzante (tassi aumentati di 2,5 punti percentuali in 7 mesi, il ritmo più veloce di sempre), sembra stare già dando i suoi frutti senza impattare troppo sull’economia reale.
A confermare il miglioramento è anche un altro pool esperti, quello dei direttori degli acquisti. A dicembre l'indice PMI per l'eurozona è infatti salito a 49,3. Un valore minore di 50, che indicherebbe una ripresa economica, ma il più alto da cinque mesi a questa parte. Si rallenta, ma non troppo.
With a little help from my “friend”
Così, l’inconsueto mix di politiche monetarie restrittive e generosi sussidi governativi sembrerebbe aver permesso all’Europa di superare “l’inverno economico”. Con la riapertura della Cina, poi, ci si attende anche la ripresa della domanda globale. Uno stimolo decisamente positivo per il commercio europeo, soprattutto tedesco.
Se Pechino riparte, lo stesso accade però anche con la sua domanda di gas, che sottrae volumi all’UE. Ma in questo momento i livelli in Europa di stoccaggio di gas sono così elevati da far comunque sperare che si possano evitare razionamenti anche nell’inverno 2024.
Insomma, lo scenario apocalittico predetto da Gazprom a ottobre non si sta avverando, proprio mentre in Russia le sanzioni cominciano a mordere. Putin ha fatto male i conti?