Una delle principali conseguenze politiche della pandemia è stata una maggiore attenzione verso l'agenda verde: le misure restrittive introdotte hanno fatto capire che anche una riduzione relativamente piccola dell'impatto antropico sull'ambiente porta effetti rapidi e positivi, smentendo gli econegazionisti. Nel mondo post-pandemia si sta formando un nuovo imperativo: la lotta ai cambiamenti climatici (la cosiddetta etica ambientale), mentre la transizione verde sta diventando anche paradigma di sviluppo, cioè condizione di crescita economica.
A livello globale, si è già formato un consenso climatico internazionale, con le Nazioni Unite e l’UE alla guida. Nonostante il riconoscimento della lotta al cambiamento climatico come sfida e valore globale, l'attuazione degli obiettivi dell'Accordo di Parigi a livello nazionale procede tuttavia in modi diversi. Questo porta alla formazione dei cosiddetti meso-livelli del regime climatico globale. In altre parole, si stanno formando dei clusters (gruppi di Paesi) che vedono la lotta al riscaldamento globale diversamente e per i quali la lotta al cambiamento climatico non significa automaticamente decarbonizzazione.
Quest’articolo si focalizza sulle posizioni russa e italiana sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, oltre a considerare le potenzialità di collaborazione in ambito green tra i due Paesi.
Meso-livelli: la Russia, l’Ue e l’Italia
L'approccio russo implica l'adattamento alle conseguenze del cambiamento climatico e la ricerca di strumenti per ridurre le emissioni (non soltanto riducendole effettivamente, ma piuttosto assorbendole, ad esempio attraverso strumenti di stoccaggio e cattura ma anche aumentando la silvicoltura): la cosiddetta strategia di riduzione delle perdite e dell’utilizzo dei benefici. L'Unione Europea, che si sta già posizionando come leader ambientale globale, ha lanciato, invece, una "perestroika verde", scegliendo il paradigma della decarbonizzazione. Il Green Deal è in effetti una strategia paneuropea per la crescita e per lo sviluppo, che subentra alla strategia di Lisbona e alla strategia “Europa 2020”, e che implica la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e la ristrutturazione del sistema economico.
Il caso italiano non fa eccezione. Il premier Mario Draghi, la cui missione è condurre l'Italia fuori dalla lunga crisi economica verso una ripresa sostenibile, scommette su vaccinazione, modernizzazione del mercato del lavoro, istruzione, digitalizzazione e ambiente. Il programma del governo Draghi implica non solo la ricerca di un consenso politico interno al governo di "unità nazionale", ma anche un dialogo esterno sia con gli alleati più stretti (l’Unione Europea e gli Stati Uniti), sia con altre potenze, Russia in primis. Per l'Italia, in quanto “media potenza con interessi globali”, il successo di molte iniziative dipenderà dalla capacità di negoziare e “giocare partite” insieme (preferibilmente in “Serie A”) con altri attori, inclusi quelli promotori di un consenso climatico internazionale.
Il dialogo politico tra la Russia e l'Italia
Nelle relazioni bilaterali con la Russia, l'Italia si muove con un approccio flessibile ("l’approccio a doppio binario"), che si esprime nell’impegno per il partenariato atlantico e per l'europeismo, in combinazione con la volontà di dialogare e collaborare con altri attori della politica internazionale. Mosca e Roma hanno già una consolidata storia di cooperazione nonostante le diversità e le divergenze.
Oggi il cambiamento climatico appare prioritario per entrambi i governi. Allo stesso tempo, va ricordato che l'Italia è ancora uno dei principali importatori europei di risorse energetiche russe (sebbene il governo italiano stia cercando di diversificare le fonti di approvvigionamento), e la Russia intende aumentare le forniture del gas verso l'UE. In questo senso, i rapporti commerciali italo-russi rispecchiano la generale “anomalia” del commercio russo-europeo, dove la maggior parte proviene dalle esportazioni di energia russa, oltre che da altri materiali grezzi a basso valore aggiunto; si importano invece alta tecnologia e beni di consumo.
I rapporti tra la Russia e l’Italia si possono definire maturi e ben istituzionalizzati. Uno degli ultimi documenti politici è stato il Protocollo sulla cooperazione parlamentare, firmato nel 2019, in cui, oltre alle tradizionali relazioni commerciali ed economiche, le parti includono i temi della tutela dell’ambiente e del cambiamento climatico come aree promettenti di cooperazione. La cooperazione sulla transizione verde implica un approccio di rete: è l'intreccio di un dialogo a livello interstatale e politico, con quello di business e di comunità scientifica ed educativa.
Il dialogo verde tra la Russia e l'Italia: risultati e prospettive
Enel Group è uno dei più grandi investitori nel settore energetico russo. Nel 2017 Enel Green Power ha vinto la gara d'appalto del governo russo per le energie rinnovabili e la costruzione di impianti eolici. Nel maggio del 2021 (con un po' di ritardo) Enel ha inaugurato il suo primo parco eolico in Russia composto da 26 turbine (impianto "Azov" nella regione di Rostov). Due altri progetti sono in fase di costruzione - uno nella regione di Murmansk (centrale eolica “Kolskaya”) e l'altro nel territorio di Stavropol (centrale eolica “Rodnikovskaya”).
Tra gli altri progetti di Enel vale la pena menzionare la modernizzazione delle stazioni elettriche funzionanti a gas con lo scopo di aumentare l'efficienza e ridurre le emissioni nell’atmosfera, nonché favorire l'elettrificazione del trasporto automobilistico. Enel sta sviluppando inoltre con l'azienda russa "Rosseti" la digitalizzazione del sistema di distribuzione dell'energia elettrica. Nella penisola di Kola, nella regione di Murmansk, è stato lanciato il progetto di utilizzo di tecnologie a idrogeno. La collaborazione con le ferrovie russe (“RZD”) che ricevono l'energia elettrica è stata portata a termine con successo. Adesso è in realizzazione un progetto di cooperazione per lo sviluppo dei sistemi innovativi per lo stoccaggio dell’energia.
Tuttavia, la collaborazione non si limita solo alle imprese con le tecnologie “pulite”. Le aziende italiane con tecnologia avanzata che lavorano nei settori strategici della economia russa, ad esempio nel settore metallurgico, collaborano anche sul fronte della svolta verde. Ad esempio l'azienda friulana Danieli, un attore rilevante nel mercato russo a partire dai tempi sovietici, promuove le tecnologie a gas invece di quelle a carbone nella produzione di acciaio, porta avanti la collaborazione scientifica con le università russe (MISiS, l'Università Tecnica Statale Bauman e l'Università di Magnitogorsk) e ha firmato un contratto per la costruzione di una fabbrica metallurgica che utilizza macchinari innovativi a idrogeno. Un altro pioniere nel mercato russo è l'azienda milanese Tecnimont che insieme alla "Sibur" (società petrolchimica russa) promuove nuove tecnologie sostenibili sul complesso chimico “Amur Gas” nell’estremo oriente della Federazione, vicino al confine con la Cina.
Esiste del potenziale anche per lo sviluppo di progetti sull'idrogeno "verde". Gazprom, Rosatom, Novatec, Rosano assieme a Enel Group stanno pianificando di produrre idrogeno "verde" attraverso elettrolizzatori alimentati a energia rinnovabile grazie alla centrale eolica “Kolskaya” in costruzione, e di esportarlo in seguito nell'UE (è previsto che entri in funzione nel corso di quest’anno). Tuttavia, la fattibilità del progetto è discutibile: il costo finale potrebbe essere estremamente elevato, rendendo il progetto poco redditivo, considerando anche i problemi di connessione infrastrutturale; inoltre, l'idrogeno generato in questo modo potrebbe non superare la certificazione UE come "rinnovabile", poiché i parchi eolici per la sua produzione non sono stati creati appositamente per generazione dell’idrogeno.
Per quanto riguarda la preparazione di quadri esperti e competenti è cruciale menzionare l’Istituto di scienza e tecnologia di Skolkovo (“Skoltech”) che collabora con il Politecnico di Torino e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Inoltre, così come da intese firmate nel 2013, oggi si realizza l'accordo tra il Fondo Russo delle Ricerche Fondamentali e il Consiglio Nazionale delle Ricerche nel quadro del quale verranno finanziate ricerche congiunte. Oggigiorno è aperto il bando di MAECI ed il Ministero della Scienza e dell’Istruzione Superiore della Russia per i progetti bilaterali di ricerca scientifico-tecnologica per il periodo 2021-2023.
Le esportazioni italiane di tecnologie hanno un forte sostegno da parte del sistema bancario e creditizio italiano, che è ben sviluppato in Russia (SACE, Intesa San Paolo, Unicredit e altri).
Di particolare interesse è il mercato delle obbligazioni verdi (i cosiddetti “green bonds”). Cesare Maria Ragaglini, ambasciatore d’Italia a Mosca dal 2013 al 2017, oggi vicepresidente della banca d'investimento statale VEB.RF, è responsabile dello sviluppo del mercato dei finanziamenti verdi in Russia. L'attrazione di capitali internazionali è una condizione importante per il successo dei progetti di sviluppo sostenibile.
Una fonte importante di energia potrebbe inoltre derivare dallo "smaltimento energetico dei rifiuti". Rostech, Rosatom e VEB.RF nella primavera del 2020 hanno firmato un accordo per la costruzione di inceneritori, che bruceranno i rifiuti scartati dalla raccolta differenziata, e produrranno energia elettrica, per poi venderla come tariffa verde (a un prezzo più alto). La costruzione dei nuovi inceneritori verrà finanziata anche attraverso obbligazioni verdi.
Secondo Ragaglini, una delle difficoltà è la mancanza di comprensione di cosa sia il "progetto verde": questo genera incertezza tra gli investitori e ostacola lo sviluppo e il finanziamento del mercato verde. A fine maggio 2021 è stato presentato al governo un documento che include i criteri per i progetti "verdi", nonché la tassonomia (classificazione e correlazione con meccanismi di finanziamento "verde") delle obbligazioni "verdi" della Federazione Russa. Ragaglini afferma che “per essere riconosciuta al livello internazionale, la tassonomia russa deve essere armonizzata con gli standard di Ue e Cina, nonché allineata a standard internazionali quali quelli di CBI, ICMA ed altri". Per aprire il mercato russo dei progetti verdi agli investitori stranieri, occorre infatti avvicinare il più possibile lo standard nazionale a quello internazionale. La Russia è lontana dalle unità di supporto fornite dall'UE o dalla Cina per la svolta verde, tuttavia, il governo di Mosca intende finanziare in parte il piano nazionale per la ricostruzione dell'economia e attrarre fondi privati (russi e stranieri) attraverso green bonds per la realizzazione di progetti ambientali. Le condizioni principali per attirare investitori sono la trasparenza, norme burocratiche favorevoli e comprensibili per gli investitori stranieri, la compatibilità con le classificazioni europee.
L'Ambasciata della Repubblica Italiana a Mosca fornisce un costante sostegno alle imprese italiane in Russia. Il 2-5 giugno 2021 si è tenuto il XXIV Forum economico internazionale di San Pietroburgo (la Davos russa), cui l’Italia tradizionalmente prende parte sia nei programmi economici che in quelli culturali. Una sessione separata del forum è stata dedicata al dialogo commerciale tra la Russia e l'Italia, durante il quale i rappresentanti della comunità imprenditoriale dei due Paesi hanno espresso – chi più chi meno – un certo ottimismo. Al termine del forum sono stati firmati due accordi: il primo tra Danieli e "Novostal" per la fornitura di apparecchiature elettriche e fonderie ad "alto livello di compatibilità ambientale"; il secondo. tra la società di car-sharing Delimobil e la banca "VTB Capital", prevede l'espansione della presenza di questo servizio in Russia (il car-sharing generalmente riduce il traffico e le emissioni).
Dal 5 all’8 luglio 2021 a Ekaterinburg si è tenuta la mostra internazionale dell’industria “Innoprom” che è stata visitata da una delegazione italiana guidata dal ministro Giancarlo Giorgetti. La mostra, in cui erano presenti 60 aziende italiane e più di dieci start up, potrà favorire nuovi accordi di cooperazione, anche nell’ambito tecnologico e dell’ innovazione.
Conclusioni
La cooperazione tra Russia e Italia si concretizza in diversi progetti basati sul principio dello sviluppo sostenibile. Si tratta dei progetti per l'energia pulita e rinnovabile, ma anche per l'introduzione di tecnologie avanzate nei settori industriali tradizionali dell'economia russa. Questa cooperazione facilita il rafforzamento del dialogo tecnologico e quello sugli investimenti tra Russia e Italia (e l’UE in generale), con potenzialità per nuovi progetti comuni ad alto contenuto innovativo. Inoltre, il paradigma dell'ecologia come imperativo dello sviluppo mondiale sta diventando un valore comune a entrambe le parti. D’altronde, la Federazione non può ignorare l’approccio di Bruxelles su questo tema se vuole esportare i propri beni nell'UE.
Importante è notare che il dialogo verde italo-russo implica non solo cooperazione energetica o sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (non prioritarie per il Cremlino, che punta a farne il 4,5% del mix energetico). Più che altro, si tratta della modernizzazione della produzione industriale russa e dell'introduzione di tecnologie pulite nei settori inquinanti per ridurre al minimo i danni ambientali. La Russia è interessata allo sviluppo di industrie innovative, allo sviluppo e all'introduzione delle tecnologie per il risparmio energetico e ambientali che mirano a riavviare l'economia russa. Inoltre, Mosca è interessata ad adattare il modello russo-italiano al contesto più ampio della Grande Eurasia e a far partecipare l'Unione economica eurasiatica alla modernizzazione.
Il principale risultato potenzialmente positivo per la Russia potrebbe essere la ristrutturazione tecnologica e la diversificazione delle esportazioni. Si tratta, in primo luogo, della creazione di nuove tipologie di energia, come l'idrogeno rinnovabile, che possono sostituire almeno in parte i combustibili fossili ed essere fornite ai mercati esteri, in particolare l’UE e l’Italia.
Un potenziale ambito di cooperazione resta la progettazione e realizzazione di "case intelligenti" e "città intelligenti" ad alta efficienza energetica, vista l'eccellenza italiana in questo campo.
La propensione alla modernizzazione e la cooperazione per lo sviluppo di tecnologie per la transizione verde tra l’Italia e la Russia ricorda l'iniziativa tra la Russia e l’UE “ Partnership for Modernization", firmata al vertice Russia-UE nel 2010. Solo che nell’accordo italo-russo non sono presenti condizionalità di natura politica per l’avvio della cooperazione, come invece accadeva nell’iniziativa europea.
Per realizzare nuovi progetti è necessario trovare nuove fonti di finanziamento e organizzare partnership sia con enti governativi che con aziende private. Qui non solo i green bonds governativi e gli investimenti esteri giocheranno un ruolo importante, ma soprattutto è necessario un clima favorevole per gli investimenti, indissolubilmente legato alla variabile politica. La parte russa sta tentando di creare un regime di investimento favorevole con un contesto normativo e fiscale prevedibile. Tuttavia, i rischi geopolitici rimangono le maggiori incognite.