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Focus Mediterraneo allargato n.17

La calda estate dell’Algeria

Federico Borsari
28 settembre 2021

In Algeria il quadro politico interno è stato caratterizzato dallo svolgimento delle elezioni legislative di giugno, che tuttavia hanno fatto registrare un record negativo di affluenza. A livello economico, permangono gli effetti della crisi innescata dal Covid-19, che ha penalizzato particolarmente i sistemi economici poco diversificati come quello algerino, incentrato quasi esclusivamente sull’esportazione di idrocarburi. A questi fattori si aggiunge l’impatto di una crisi climatica senza precedenti, caratterizzata da ondate di calore record e da una serie di incendi che hanno devastato in particolar modo la regione nord-orientale di Tizi Ouzou, causando oltre 90 morti e centinaia di sfollati. Sul piano delle relazioni esterne, si è registrata l’interruzione dei rapporti diplomatici con il Marocco alla fine di agosto a seguito di una serie di frizioni intensificatesi negli ultimi mesi.

 

Quadro interno

A un anno e mezzo dall’inizio della pandemia, la situazione epidemica in Algeria è in una fase di progressivo miglioramento rispetto al picco di oltre 10.000 contagi settimanali registrato a luglio, con 3.356 nuovi casi rilevati nell’ultima settimana di agosto, secondo i dati forniti dalla Johns Hopkins University.[1] I decessi totali ammontano a 5.302, di cui 206 nello stesso periodo preso in esame. Sebbene meno colpita rispetto ad altri paesi della regione, l’Algeria rischia di dover fronteggiare più a lungo gli effetti della pandemia, a causa di una campagna vaccinale fino a ora a rilento – con meno del 2% della popolazione su un totale di quasi 44 milioni pienamente vaccinata – se comparata, ad esempio, con quella del vicino Marocco con il 44,93%.[2] Viste le già solide partnership politiche ed economiche con Mosca e Pechino, il governo algerino ha deciso di puntare soprattutto sui vaccini russo e cinese, che però non sono a oggi sufficienti a garantire una campagna su larga scala. Per ovviare al problema, a partire da settembre l’Algeria dovrebbe essere in grado di produrre su licenza entrambi i vaccini, al ritmo di 2,5 milioni di dosi al mese, attraverso il gruppo farmaceutico algerino Saidal, secondo quanto riferito a metà luglio dal ministro dell’Industria farmaceutica Abderrahmane Djamel Benbahmed.[3] Oltre all’avvio della produzione interna, l’Algeria sta continuando a ricevere lotti di vaccini Sinovac e Sputnik-V, nell’ordine di circa 3,5 milioni di dosi al mese a partire dallo scorso luglio, cruciali per assicurare la continuazione delle vaccinazioni.[4] Più di 600.000 fiale di Johnson&Johnson sono anche state donate dagli Stati Uniti alla fine di agosto,[5] lasciando dunque presagire un’accelerazione della campagna vaccinale nel corso dei prossimi mesi.

In questo contesto, si sono svolte a giugno le elezioni – le prime dopo l’uscita di scena di Abdelaziz Bouteflika, l’ex presidente che ha dominato la scena politica dal 1999 al 2009 e recentemente scomparso (17 settembre) all’età di 84 anni – per scegliere i rappresentanti dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento. Secondo il governo e il presidente Tebboune, il voto doveva rappresentare “la seconda tappa fondamentale verso il cambiamento e la costruzione di un’Algeria democratica più vicina ai cittadini”.[6] Di fatto, però, con appena il 23% degli aventi diritto – stimati in 24 milioni – che si sono recati alle urne, le elezioni non hanno ottenuto il risultato sperato, ossia quello di riaccendere l’interesse del pubblico verso la politica e le istituzioni, facendo registrare la più bassa affluenza al voto degli ultimi anni e riconfermando un trend già emerso in occasione del referendum costituzionale dello scorso novembre, quando a votare fu il 24% degli elettori.[7] In parte, questo risultato è il frutto di una campagna di boicottaggio condotta dai leader del movimento di protesta, noto come Hirak, e da alcune forze di opposizione, tra cui i partiti di minoranza come il Fronte delle forze socialiste (Ffs).[8]

I risultati hanno visto il Fronte di liberazione nazionale (Fln), il partito nazionalista che ha dominato la scena politica algerina fin dall’indipendenza, ricevere la maggior parte dei voti e ottenere 98 seggi, seguito da un blocco di candidati indipendenti, con 84 seggi e dal partito islamista moderato “Movimento per la Società della Pace” con 65. Il Raduno democratico nazionale (Rnd), allineato con il Fln, ha invece ottenuto 58 seggi.[9] Da sottolineare sono sia il cospicuo arretramento, in termini di consensi, del Fnl, che ha perso 57 poltrone rispetto alle elezioni del 2017, sia il crollo nella presenza di donne all’interno dell’Assemblea nazionale, dal 35 all’8% dei seggi, nonostante oltre la metà dei candidati registratisi per le urne fossero donne.[10] Una nota positiva viene invece dall’aumento dei giovani, sia grazie alla decisione di avere liste composte per almeno la metà da candidati sotto i 40 anni e per un terzo da persone laureate, sia alla possibilità per i più giovani di ottenere fondi fino a 2.000 sterline per finanziare la propria campagna elettorale.[11] L’abbassamento dell’età media, inoltre, aiuta anche a spiegare l’incremento considerevole della partecipazione indipendente, che ha rappresentato più della metà dei candidati totali (oltre 12.000 su 20.000).[12]

A inizio luglio Tebboune ha nominato il nuovo governo, guidato dal neo primo ministro Ayman Benabderrahmane – che manterrà anche il portafoglio delle Finanze detenuto nel precedente esecutivo – in cui rimangono invariati diversi altri incarichi ministeriali, incluso quello cruciale dell’Energia, mentre è invece cambiato quello degli Esteri, passato da Sabri Boukadoum a Ramdane Lamamra, diplomatico di carriera che aveva già ricoperto questo ruolo durante l’era Bouteflika.[13] Il nuovo gabinetto è in larga misura di carattere tecnico, dato che la maggior parte dei nuovi ministri – tra cui quelli delle Finanze, dell’Energia, degli Esteri e degli Interni – sono stati scelti dal presidente e dal primo ministro designato e non appartengono a nessuno dei partiti che hanno primeggiato alle elezioni, che hanno ricevuto solo 8 portafogli su 34. Tra questi spiccano i ministeri della Pesca, del Turismo e dell’artigianato e quello dell’Ambiente, assegnati al Fnl.[14] Il ministero della Difesa è rimasto, invece, al presidente Tebboune. La scelta di affidarsi principalmente a figure tecniche suggerisce, innanzitutto, la volontà da parte del capo dello stato di garantire – o quantomeno di facilitare – l’implementazione della propria agenda di riforme fondamentali per creare la “Nuova Algeria”, allo scopo di ricucire così i rapporti con la popolazione e contenere il movimento di protesta. Con la sostituzione di Belkacem Zeghmati con Abderrachid Tebbi al ministero della Giustizia, ad esempio, è servita al presidente Tebboune per distanziarsi da una figura fortemente invisa al movimento di protesta per via del suo pugno di ferro nei confronti di attivisti e giornalisti, e dare un segnale ai leader dell’Hirak e agli ambienti dell’opposizione che il presidente è conscio delle loro aspirazioni.[15] In secondo luogo, la predominanza di tecnici ed esperti riduce l’influenza dei partiti, in particolare quelli vicini agli ambienti della Fratellanza musulmana, e lascia maggior margine di manovra al presidente, il quale aveva già chiarito che la partecipazione nel nuovo esecutivo era vincolata all’accettazione e all’implementazione della sua agenda politica, in chiave stabilizzatrice.[16]

La lotta alla pandemia ha inevitabilmente condizionato anche le dinamiche sociali e politiche interne, limitando o rallentando le attività pubbliche, incluse quelle istituzionali, e costringendo il movimento di protesta popolare Hirak a sospendere le manifestazioni di piazza per oltre un anno. Dalla prospettiva del governo, però, l’arrivo della pandemia ha offerto l’occasione per intensificare il controllo sullo spazio pubblico, limitare ulteriormente le manifestazioni – riprese, seppur in maniera più circoscritta, a partire dal marzo di quest’anno – e inasprire le pene per chi non rispetta le nuove direttive. A inizio maggio il ministero dell’Interno ha infatti introdotto l’obbligo di ottenimento di un’autorizzazione ufficiale per qualsiasi tipo di manifestazione, oltre alla comunicazione dei nomi degli organizzatori, allo scopo di limitare le proteste e ridurre lo spazio di manovra dell’Hirak.[17] Una nuova ondata di manifestazioni non autorizzate iniziata nelle settimane precedenti alle elezioni ha portato a una campagna di arresti, con centinaia di fermi, soprattutto nella regione della Cabilia – anche tra reporter e attivisti, inclusi il noto rappresentante di Reporter senza frontiere per l’Algeria Khaled Drareni, già arrestato nel 2020, il direttore di Radio M Ihsane El-Kadie e uno dei leader dell’Hirak, Karim Tabbou.[18] Complessivamente, secondo la Lega algerina per la difesa dei diritti dell’uomo sono oltre 4.100 i manifestanti arrestati tra febbraio 2021 e le elezioni di giugno.[19] L’intensificazione dei controlli da parte delle autorità ha riguardato anche i media stranieri e alcuni partiti dell’opposizione: dopo il voto, ad esempio, il ministero della Comunicazione ha annullato l’autorizzazione a operare per il canale francese France 24 a causa della “evidente e ripetuta ostilità contro [l’Algeria] e le sue istituzioni, […] della diffusione di false notizie e della manipolazione delle informazioni”,[20] mentre l’associazione Rassemblement, Action, Jeunesse (Raj), il Partito socialista dei lavoratori (Pst) e l’Unione per il cambiamento e il progresso (Ucp) hanno subito una sospensione provvisoria delle proprie attività su decisione dei giudici.[21]

Sul piano politico, insieme alla riforma della Costituzione, attuata grazie al referendum popolare del novembre 2020, il nucleo centrale dell’agenda presidenziale riguarda una serie di riforme nel campo dell’economia, da alcuni anni in serie difficoltà. L’obiettivo principale non è solo quello di rinvigorire il comparto petrolifero dopo il duplice shock causato dal crollo dei prezzi nel 2020 e dalle conseguenze della pandemia, con un calo settoriale dell’8,5% nel 2020,[22] ma anche di favorire un processo di diversificazione di un’economia che si basa sui proventi degli idrocarburi per oltre il 90% del proprio export e per il 40% del budget statale.[23] Secondo il Fondo monetario internazionale (Fmi), nel 2020 il Pil algerino ha registrato una contrazione del 6% mentre nel 2021 è prevista una discreta ripresa, pari al 2,9%,[24] grazie all’aumento dei prezzi internazionali del petrolio e a un incremento dei consumi globali. Resta però evidente l’insostenibilità di un sistema economico che non riesce a bilanciare entrate e uscite, con un deficit di bilancio che, sempre secondo il Fmi, dovrebbe raggiungere il 18,4% del Pil nel corso di quest’anno. Complessivamente, la situazione delle finanze pubbliche è peggiorata nell’ultimo anno, a fronte di una brusca diminuzione dei proventi petroliferi nonché dell’aumento del pacchetto retributivo nel settore pubblico e dei prestiti dalla tesoreria nazionale. I ricavi dello stato, legati a doppio filo all’andamento del mercato energetico, sono infatti calati del 25% mentre più della metà delle esigenze di finanziamento sono state coperte con un prelievo di 1,69 miliardi di dinari algerini (12,47 milioni di dollari) dalle casse del Tesoro, di cui il 70% erano però accantonamenti del programma monetario del biennio 2017-19, a cui vanno sommati prelievi dai depositi bancari della compagnia statale dell’energia Sonatrach e dalle Poste algerine per coprire il resto.[25] Questo ha determinato non solo un aumento dei debiti non bancari ma anche contribuito, insieme alla diminuzione dei proventi petroliferi, a una crisi di liquidità nel settore bancario[26], con conseguenze negative in termini di prestiti e sostegno alle imprese, a cui si aggiunge una svalutazione del dinaro e un aumento annuo del 5,6% dei prezzi al consumo per i generi alimentari, con l’inflazione complessiva cresciuta del 5,4% rispetto al 2020, secondo le stime ufficiali del governo.[27] Il continuo attingere alle riserve monetarie ha peraltro portato a una loro drastica diminuzione da 200 miliardi di dollari nel 2014 ai 46,9 sul finire del 2020, appena sufficienti per coprire un anno di importazioni.[28] Questa situazione contribuirebbe a spiegare il probabile prossimo ingresso di Algeri nell’elenco dei paesi membri della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), attraverso la quale potrebbe riaprirsi la strada per finanziamenti dall’estero.[29]

Per far fronte alle difficoltà economiche il presidente e il nuovo governo hanno recentemente lanciato un piano d’azione che ha come obiettivo primario favorire gli investimenti, stimolare la crescita del settore privato e diversificare l’economia rendendola meno dipendente dal settore degli idrocarburi. Tra gli assi portanti di questo piano, approvato a inizio settembre dal Consiglio dei ministri, vi è la modernizzazione dei sistemi bancario e finanziario attraverso digitalizzazione e internazionalizzazione degli istituti di credito algerini, ma anche una revisione della politica monetaria, inclusa quella dei tassi di cambio, al fine di incoraggiare gli investitori salvaguardando, al contempo, le esportazioni.[30] Nei piani delle autorità questo dovrebbe avere ricadute positive anche sul tessuto imprenditoriale, con incentivi per le piccole e medie imprese e l’iniziativa privata. Un’altra priorità riguarda lo sviluppo dei settori agricolo e ittico, che contribuiscono a più del 10% del Pil, al fine di diminuire la dipendenza dalle importazioni – l’Algeria resta uno dei maggiori importatori di generi alimentari al mondo[31] – e aumentare la sicurezza alimentare del paese. Questo includerà lo snellimento della burocrazia e una maggiore facilità nell’ottenere finanziamenti da parte dei coltivatori locali, la valorizzazione delle produzioni locali, lo sviluppo delle province del sud e, nel comparto ittico, maggiori investimenti nell’acquacoltura su larga scala, soprattutto marina, e il potenziamento della flotta peschereccia nazionale.[32]

Questi piani, tuttavia, presentano sfide enormi soprattutto se considerati nel contesto di un territorio prevalentemente arido come quello algerino, solo in minima parte adatto alla coltivazione[33] e sempre più soggetto, da alcuni anni a questa parte, agli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare siccità e desertificazione. L’ultima estate ha infatti riservato una stagione di roghi senza precedenti che hanno devastato la regione nord-orientale della Cabilia, causando quasi 100 morti, inclusi 33 militari, e centinaia di sfollati.[34]

 

Relazioni esterne

Nell’ambito della politica estera, è il deterioramento delle relazioni con il Marocco a dominare la scena. Il 24 agosto Algeri ha ufficialmente comunicato la rottura dei rapporti diplomatici con Rabat, accusata di condurre “atti ostili” e di “offrire a potenze straniere una piattaforma per lanciare critiche nei confronti dell’Algeria”.[35] Il riferimento è alla recente scoperta di un vasto sistema di spionaggio internazionale, che secondo il ministero degli Esteri algerino, avrebbe consentito al Morocco di sorvegliare, oltre a politici e rappresentanti francesi, “cittadini algerini attraverso una compagnia israeliana”.[36] Inoltre, proprio la normalizzazione dei rapporti tra Israele e il regno marocchino ha contribuito a incrinare ulteriormente le relazioni con l’Algeria. Storicamente, infatti, Algeri ha mantenuto una posizione critica nei confronti di Israele, principalmente per via della situazione dei palestinesi. Un ulteriore motivo alla base di questa nuova crisi diplomatica, però, va ricercato nel riconoscimento da parte degli Stati Uniti della sovranità marocchina sui territori contesi del Sahara occidentale in cambio del riavvicinamento tra Rabat e Israele, voluto dall’ex presidente Trump alla fine del suo mandato e riconfermato dal neopresidente Biden. La triplice intesa tra Usa, Marocco e Israele non è stata bene accolta da Algeri, che sostiene il popolo sahrawi, ospitando da decenni i rifugiati nei campi nei pressi di Tindouf. Non da ultimo, secondo Algeri il Marocco, con la complicità di Israele, appoggerebbe le spinte indipendentiste della regione algerina della Cabilia, fornendo supporto al Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia (Mak) e all’organizzazione Rachad, entrambi considerati entità terroristiche da Algeri e accusati di aver causato i devastanti incendi che hanno flagellato la regione.[37] La visita, avvenuta il 12 agosto scorso, del ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid in Marocco non ha contribuito a distendere la situazione, anche in virtù della preoccupazione espressa dallo stesso Lapid riguardo all’approccio anti-israeliano dell’Algeria nella regione e al suo riavvicinamento con l’Iran. Le autorità algerine hanno risposto con forti critiche,[38] esprimendo una ferma condanna alla decisione dell’Unione Africana di garantire a Israele lo status di paese osservatore, formando altresì un blocco con altri sei paesi per invalidare tale scelta.[39]

I risvolti di questa crisi, però, rischiano di avere una portata maggiore, con implicazioni sul piano energetico dopo che Algeri ha deciso di sospendere le forniture di gas attraverso il gasdotto Maghreb-Europe, che attraversa il Marocco prima di portare il gas in Spagna, e da qui in altri paesi europei. Il gasdotto Maghreb-Europe è infatti regolato da un accordo trilaterale tra Algeri, Rabat e Madrid che garantisce al Marocco i diritti per il transito del gas sul suo territorio e che scadrà alla fine di ottobre, ma al momento non è chiaro se l’Algeria sia intenzionata a rinnovarlo. Questa decisione potrebbe avere ripercussioni sulla stessa sicurezza energetica marocchina dato che i diritti di transito sono ripagati dall’Algeria proprio sotto forma di gas, necessario per produrre almeno il 12% dell’elettricità del regno e sufficiente, quindi, per creare seri problemi di approvvigionamento.[40] La decisione algerina non avrà invece ripercussioni per l’Europa in quanto il ministro dell’Energia Mohamed Arkab ha assicurato la continuazione delle forniture di gas a Madrid e ai paesi europei attraverso il gasdotto sottomarino Medgaz, con una capacità annua di 8 milioni di metri cubi e recentemente potenziato, che dal terminale di Beni Saf arriva ad Almeria, in Spagna, senza passare per il Marocco.[41]

Al contempo, l’Algeria ha avviato una fase di politica estera proattiva su diversi dossier, specialmente sul piano regionale. Su tutti la questione libica, per la quale il presidente Tebboune e il nuovo governo puntano a un ruolo di mediazione di primo piano, consapevoli dell’importanza di ricreare un contesto di stabilità in un paese con cui l’Algeria condivide quasi 1.000 km di frontiera. In quest’ottica va letta la conferenza dei paesi confinanti con la Libia organizzata dal ministero degli Esteri algerino il 30 e 31 agosto ad Algeri, a cui hanno partecipato le controparti di Libia, Tunisia, Egitto, Sudan, Niger, Ciad e Repubblica del Congo, oltre che rappresentati della Lega Araba, dell’Unione Africana e delle Nazioni Unite.[42] L’occasione è servita per discutere del ruolo di questi paesi nell’assicurare la stabilità della regione e di aiutare la Libia nel suo percorso di normalizzazione, in particolare supportando i preparativi in vista delle elezioni di dicembre e assicurandone il corretto svolgimento.

Similmente, Algeri ha lanciato un’ambiziosa iniziativa di mediazione nell’annosa disputa che vede coinvolti Egitto, Sudan ed Etiopia a proposito della Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd) (si veda Egitto), con il capo della diplomazia algerina Lamamra che ha incontrato le parti interessate in un tour regionale a inizio luglio e il presidente Tebboune che ha confermato l’impegno per una soluzione basata sulla “logica e sulla ragione” del diritto internazionale.[43] Sebbene i negoziati siano ancora in fase di stallo, tutte le parti interessate si sono espresse positivamente riguardo agli sforzi diplomatici algerini, a riprova dell’impatto positivo che il nuovo attivismo di Algeri potrebbe avere su alcuni dei più spinosi dossier di politica estera a livello regionale.

 

[1] Algeria country page, Corona Virus Resource Center, Johns Hopkins University.

[2] Vaccine Tracker, Corona Virus Resource Center, Johns Hopkins University.

[3] “Sputnik, Sinovac vaccines: Saidal to produce 2.5 million/month doses as of September”, Algeria Press Service, 13 luglio 2021.

[4] “Covid-19: Three million doses of vaccine per month to be received soon”, Algeria Press Service, 15 luglio 2021.

[5] “Covid-19: Algeria receives US donation of 604,800 doses of J&J vaccine”, Algeria Press Service, 27 agosto 2021.

[6] “Les législatives, un 2ème jalon dans le processus d'édification d'une Algérie plus proche du citoyen”, Algérie Presse Service, 12 giugno 2021.

[7] “Législatives: le taux de participation s'établit à 23%”, Algérie Presse Service, 23 giugno 2021.

[8] “Algeria's oldest opposition party boycotts elections”, Middle East Monitor, 6 aprile 2021.

[9] C. Laib, “Législetives: le conseil constitutionnel rend les résultats définitifs”, Algérie360, 23 giugno 2021.

[10] SM. Ferkache, LN. Guemar, e J. Northey, “These elections were supposed to deliver a ‘New Algeria’. So why didn't Algerians vote?”, Open Democracy, 30 giugno 2021.

[11] Ibidem.

[12] Ibidem.

[13] “Algeria forms new government with energy and finance ministers unchanged”, Reuters, 7 luglio 2021.

[14] “The Second Government: Benabderrahmane’s prospects for stabilizing Algeria”, Future Briefs, Issue 563, Future for Advanced Research and Studies (Faras), 19 luglio 2021.

[15] Ibidem.

[16] Ibidem.

[17] “Algeria to ban unauthorised protests”, AlJazeera, 9 maggio 2021.

[18] “Algeria arrests prominent journalists, activist before election”, AlJazeera, 11 giugno 2021.

[19] Législatives: l’Algérie doit retrouver le chemin de l’état de droit, Ligue Algérienne pour la Défense des Droits de l’Homme, 11 giugno 2021.       

[20] “Ministry of Communication withdraws France 24 press accreditation”, Algeria Press Service, 12 giugno 2021.

[21] “Le PAD appelle au respect des libertés”, Liberte-Algérie, 2 settembre 2021.

[22] Algeria Economic Update – April 2021, World Bank.

[23] Algeria Country page, World Bank.

[24] IMF Data Mapper - Algeria, International Monetary Fund.

[25] Algeria Economic Monitor: Accelerating Reforms to Protect the Algerian Economy, World Bank, Spring 2021, pp. 9-10.

[26] Ibidem, p. 11.

[27] Indice des prix à la consommation, Juin 2021, no. 307, Office National des Statistiques, pp. 1-2.

[28] Algeria Economic Monitor:..., cit., p. 13.

[29] S. Karam e S. Slimani, “Algeria Signals Shift on Foreign Funding With EBRD Membership”, Bloomberg, 17 agosto 2021.

[30] “Ce que prévoit le Gouvernement pour moderniser le système bancaire et financier”, Algérie Presse Service, 3 settembre 2021.

[31] Algeria aims to lower food import bill and attain self-sufficiency in key crops, Oxford Business Group, 2018.

[32] “Promouvoir l’agriculture et la pêche pour assurer une meilleure sécurité alimentaire”, Algérie Presse Service, 4 settembre 2021.

[33] L. Ghanmi, “Algeria plans to irrigate fourth of its arable land by next year”, The Arab Weekly, 1 aprile 2018.

[34] M. Mezahi, “Algeria's desperate wildfire fight: Buckets and branches”, BBC, 22 agosto 2021.

[35] “Morocco, a platform for foreign powers to criticize Algeria”, Algeria Press Service, 24 agosto 2021.

[36] “Lamamra denounces spying on Algerian citizens, officials by Morocco”, Algeria Press Service, 24 agosto 2021

[37] “Algeria accuses groups it links to Morocco, Israel of setting wildfires”, Reuters, 18 agosto 2021.

[38] “Morocco dragging Israel into dangerous adventure against Algeria, Algeria FM says”, Middle East Monitor, 16 agosto 2021.

[39] “Algeria forms African Union bloc seeking to remove Israel's 'observer' status”, The New Arab, 2 agosto 2021.

[40] C. Le Bec, “What impact will the Maghreb-Europe gas pipeline have on Morocco?”, The Africa Report, 13 settembre 2021.

[41] M. Alaoui, “In new escalation, Algeria to stop supplying gas to Spain via Morocco2, The Arab Weekly, 28 agosto 2021.

[42] “Libya: Neighboring countries to meet in Algiers to discuss upcoming elections”, Algeria Press Service, 30 agosto 2021.

[43] “Algeria: president confident about initiative to solve Renaissance Dam crisis”, Middle East Monitor, 9 agosto 2021.

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