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Verso il G20 italiano
La “Food Coalition”: una sinergia tra FAO, Italia e altri partner
Qu Dongyu
17 novembre 2020

La Food Coalition ha preso il via. Per la comunità internazionale si tratta di un’opportunità straordinaria per fare fronte comune dinanzi alle sfide che la pandemia da COVID-19 ha disseminato nel cammino verso la realizzazione dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile e il conseguimento dell’obiettivo Fame zero.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) è orgogliosa di guidare la Food Coalition, che è stata concepita per mobilitare capitale politico, economico e tecnico al fine di migliorare la resilienza dei sistemi agroalimentari e delle persone vulnerabili in tutto il mondo, e di evitare che l’attuale emergenza sanitaria degeneri in una crisi alimentare.

Oggi più che mai appare necessario avviare una cooperazione globale coordinata. Come ho ricordato in occasione del lancio dell’iniziativa lo scorso 5 novembre, beviamo tutti dallo stesso fiume e godiamo del sole sotto lo stesso cielo.

Il Governo italiano ha avuto un ruolo chiave nel proporre la Food Coalition, un’idea sostenuta anche dal Parlamento italiano. Questo energico impegno politico è stato fondamentale per trasformare la proposta in un’azione concreta nel giro di pochissimi mesi.

Durante la cerimonia inaugurale, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato che l’Italia considera la sicurezza alimentare un diritto fondamentale per la dignità di tutti gli esseri umani e che tale principio è stato alla base di ogni sua iniziativa per lo sviluppo. Conte ha inoltre precisato che il nostro pianeta abbonda di cibo e che pertanto è compito dei responsabili politici impedire che le persone soffrano la fame.

Si calcola che, a causa della pandemia da COVID-19, fino a 132 milioni di persone potrebbero aggiungersi ai 690 milioni di individui che già versano in condizioni di insicurezza alimentare. In molti paesi profonde recessioni andranno a intaccare pesantemente i bilanci familiari, mettendo a repentaglio i mezzi di sussistenza agricola e costringendo molte famiglie a rinunciare in parte a un’alimentazione di qualità, con un conseguente inasprimento della malnutrizione, una condizione che già interessa più di 3 miliardi di individui.

È possibile e doveroso intervenire immediatamente per mitigare tali conseguenze e riportare il mondo sulla carreggiata giusta per raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 2 (Fame zero) entro il 2030.

L’eliminazione della fame non è una chimera. Uno dei principali programmi di lavoro della FAO, soprattutto nel pieno dell’emergenza COVID-19, è fare in modo che gli alimenti sicuri e nutrienti che esistono nel mondo siano resi disponibili là dove ce n’è bisogno. È questo l’obiettivo che ci siamo posti fin dall’esordio di una pandemia capace di una così rapida evoluzione.

Finora i sistemi agroalimentari mondiali hanno svolto un buon lavoro, ma hanno anche subito dei danni. È giunto quindi il momento di guardare oltre l’emergenza e tentare non soltanto di ricucire le ferite ma anche di risolvere i più profondi problemi strutturali che nel frattempo si sono acutizzati. La Food Coalition si prefigge l’obiettivo di individuare soluzioni in tal senso, operando in maniera sinergica a livello globale e includendo il settore privato, la comunità accademica e altri attori in una “coalizione di soggetti volitivi”, per riprendere le parole del Presidente Conte.

La Food Coalition creerà un fondo fiduciario dedicato e un polo informatico in rete, che consentiranno ai partecipanti di accedere a un “paniere” di dati e informazioni specifiche per progetto, nonché alle risorse e alle tipologie di aiuti necessari per la realizzazione di numerosi progetti sul campo. Più nello specifico, svilupperà campagne di sensibilizzazione, mobiliterà risorse finanziarie e competenze tecniche, e attingerà a strumenti innovativi e conoscenze per sostenere le nazioni e le popolazioni più bisognose.

La Coalizione è stata ideata per contribuire a promuovere la trasformazione dei sistemi agroalimentari affinché siano più sostenibili sotto il profilo economico, sociale e ambientale, nell’intento di trasformare questa emergenza in un’opportunità per riconsiderare e re-immaginare il nostro modo di produrre e consumare il cibo.

Fungerà altresì da piattaforma per l’inclusione e la visibilità a sostegno del crescente numero di interventi che la FAO sta realizzando attraverso l’Iniziativa “Mano nella mano” e il Programma di risposta e ripresa dall’emergenza COVID-19, attingendo a competenze della FAO che possono avere un impatto in loco in settori che vanno dalla definizione di politiche di tutela sociale all’accelerazione nell’uso di dati geospaziali attraverso la nuova banca dati della FAO.

Anche se la Food Coalition necessiterà ovviamente di un supporto economico, sarà il suo capitale umano a rivestire un ruolo fondamentale. È nostra intenzione intercettare le idee e le soluzioni più innovative per far fronte ai numerosi problemi di natura multiforme e tangibile con cui sono alle prese i singoli paesi.

Sono oltre 35 le nazioni che hanno manifestato interesse ad aderire alla Food Coalition, mentre alla recente cerimonia di inaugurazione dell’iniziativa a Roma hanno partecipato alcuni dei colossi dell’esportazione di prodotti alimentari a livello mondiale. La presidenza italiana del G-20 nel 2021 sarà un’ottima occasione per mantenere alto l’entusiasmo nei confronti dell’iniziativa e sostenere azioni concrete sul campo.

Onorata di guidare la Food Coalition, la FAO auspica di poter avviare un solido partenariato con l’Italia e tutti gli altri soggetti che aderiranno a questa straordinaria iniziativa pensata per migliorare la produzione, migliorare l’alimentazione, migliorare l’ambiente e migliorare le nostre vite.

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ISPI Executive Vice President

Tags

governance
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AUTORI

Qu Dongyu
Direttore-Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura

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