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Daily focus

La Russia rompe con la Nato

19 ottobre 2021

Il Cremlino annuncia lo stop dei rapporti diplomatici con l’organizzazione del Patto Atlantico: “Non ci sono più le condizioni di base per un lavoro congiunto”.

 

È gelo tra Russia e Nato. Il governo di Mosca ha annunciato che interromperà i rapporti diplomatici con l’organizzazione del Patto Atlantico a partire dal prossimo 1 novembre. La decisione – confermata dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov – rappresenta una contromisura contro la decisione dell’Alleanza Atlantica di espellere dal proprio quartier generale otto funzionari di Mosca, accusati di essere agenti segreti non dichiarati. Lo scorso 6 ottobre la Nato annunciava di aver tagliato da 20 a 10 i membri del personale della missione russa presso l’Alleanza, revocando contestualmente l’accreditamento di otto diplomatici e abolendo due posizioni vacanti; ai diplomatici russi è stato chiesto di lasciare Bruxelles entro la fine di ottobre. Mosca aveva promesso una risposta “a tempo debito”. Eccola: “Non ci sono più le condizioni di base per lavorare insieme: la Russia sospenderà la sua missione presso l’Alleanza Atlantica”, ha detto Lavrov all’agenzia di stampa nazionale Tass. Aggiungendo che sarà sospeso a tempo indeterminato anche l’ufficio informazioni della Nato a Mosca. Il capo della diplomazia russa ha accusato l'alleanza militare di non essere “interessata a un dialogo equo”. Se i membri della Nato hanno “questioni urgenti da sottoporci”, ha dichiarato inoltre Lavrov, “possono contattare il nostro ambasciatore in Belgio”. Una decisione “che rammarica” ha fatto sapere la portavoce dell’organizzazione Oana Lungescu, secondo cui “la politica della Nato nei confronti della Russia rimane coerente. Abbiamo rafforzato la nostra deterrenza e difesa in risposta alle azioni aggressive della Russia, mentre allo stesso tempo rimaniamo aperti al dialogo, anche attraverso il consiglio Nato-Russia”. 

 

 

Un deterioramento graduale?

L’episodio segna solo l’ultima tappa di un percorso di progressivo inasprimento dei rapporti: il Cremlino accusa la Nato di espandere la sua infrastruttura militare in modo provocatorio verso i suoi confini, mentre l’Alleanza Atlantica lamenta i tentativi di Mosca di ripristinare la sua influenza su paesi un tempo parte del blocco sovietico. Di conseguenza, la Nato valuta le proprie scelte con la necessità di rafforzare la sicurezza degli stati membri vicini alla Federazione russa. Una spirale segnata nel 2014 dal rischio del ritorno ad una vera e propria guerra quando, dopo la rivoluzione di Maidan in Ucraina, Mosca ha illegalmente annesso la penisola di Crimea alla federazione. E nell’aprile scorso, un assembramento senza precedenti di soldati e mezzi russi al confine ucraino aveva fatto temere un’escalation armata alle porte dell’Europa. Una volta rientrata la crisi, Mosca ha ordinato che le armi pesanti fossero tenute sul posto, circa 160 chilometri a est del confine, per tenersi pronta a rispondere rapidamente in caso di uno “sviluppo sfavorevole” della situazione durante le esercitazioni della NATO Defender Europe. 

 

Cina e Russia, minacce comuni?

Sulla vicenda russa però, la Nato non sembra andare oltre le espressioni di rammarico. In un'intervista al Financial Times, il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg afferma che Russia e Cina non dovrebbero essere viste come minacce separate. “Prima di tutto Cina e Russia lavorano a stretto contatto”, ha detto, “secondo, quando investiamo di più in tecnologia […] si tratta di entrambi”. Quindi non ha senso “distinguere così tanto tra Cina, Russia, Asia-Pacifico o Europa: è un grande ambiente di sicurezza e dobbiamo affrontarlo tutti insieme. Quello che facciamo sulla prontezza, sulla tecnologia, sul cyber, sulla resilienza è importante per tutte queste minacce. Non si mette un’etichetta”, ha concluso il segretario. Non è la prima volta che la Nato espelle diplomatici russi: era capitato nel 2018, quando l’organizzazione aveva allontanato i rappresentanti di Mosca in risposta al tentato omicidio dell’ex spia russa Sergej Skripal e sua figlia Yulia con il novichock, un agente nervino, nella città di Salisbury, nel Regno Unito. In quell’occasione la Nato aveva anche ridotto le dimensioni della missione russa da 30 a 20 funzionari.

 

Accuse incrociate?

Sebbene significativo a livello diplomatico, l'annuncio di Mosca non costituisce una minaccia immediata per la sicurezza europea. Anche perché il Cremlino mantiene aperte le relazioni diplomatiche con i singoli governi dei paesi membri dell'Alleanza. Ma la decisione di rompere con l’organizzazione del Patto Atlantico testimonia che i tempi sono cambiati e – come osserva il New York Times – mette fine a “un esperimento del dopo Guerra Fredda, mai molto riuscito, per creare un clima di fiducia tra la Russia e la Nato, che i funzionari di Mosca hanno successivamente accusato di aver invaso il territorio dell'ex Unione Sovietica”. Oggi alle accuse si aggiunge quella di voler usare Mosca come ‘spauracchio’ per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale dal ritiro dall’Afghanistan. A formularla è il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko, già ambasciatore presso la Nato, il cui successore nell’incarico a Bruxelles non è mai stato nominato dopo il suo rientro in patria nel 2018. “Dopo la drammatica fine dell’avventura afghana, come possono fare a meno dello spauracchio della ‘minaccia russa’? La risposta è evidente. Non possono”.

 

Il commento

Di Eleonora Tafuro Ambrosetti, ISPI Research Fellow

“Le relazioni tra Nato e Russia erano già ai minimi storici. Basti pensare che è dal 2014 che il Consiglio Nato-Russia non funziona. E questo perché c’è una situazione di profonda sfiducia tra le parti, acuita da accuse reciproche di minare la sicurezza regionale e da esercitazioni militari. L’ultima delle quali è firmata da Russia e Bielorussia, Zapad 2021 fonte di preoccupazione soprattutto per la Polonia, membro molto attivo della Nato. Oggi, la decisione di Mosca non fa che peggiorare la situazione, ma la tendenza è ormai la stessa da molti anni e sembra difficile da invertire”.

 

* * *

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications) 

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