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FINANZA GREEN

La sfida degli standard

José L. Reséndiz
10 Dicembre 2021

La crescente attenzione alle opportunità e ai rischi legati alla transizione ha accresciuto la domanda di standard globali di reporting, riconosciuti come un elemento cardine per affrontare i cambiamenti climatici. L’assunto centrale per i meccanismi di disclosure è che esporre a uno scrutinio i rischi e le opportunità delle aziende spinga il capitale a muoversi da asset ad alta intensità di carbonio verso quelli a minori emissioni. Queste aspettative si basano, in parte, sull’ipotesi dell’efficienza dei mercati, la quale potrebbe risultare sopravvalutata a causa della natura puramente volontaria dei requisiti di disclosure e della mancanza di informazioni comparabili tra diversi settori o regioni. Ne risulta, dunque, la chiara necessità di un sistema globale di standard per ridurre le pratiche di greenwashing e poter allineare la finanza con gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità.

 

Verso un sistema globale di standard di disclosure

Alla luce del bisogno urgente di migliorare la coerenza globale e la comparabilità delle disclosure sulla sostenibilità, la International Financial Reporting Standards (IFRS) Foundation, che gestisce il reporting finanziario in oltre 140 giurisdizioni, ha annunciato a COP26 la creazione dell’International Sustainability Standards Board (ISSB). Questa dichiarazione rappresenta un importante passo in avanti, in quanto l’organizzazione nascente punta a consolidare gli standard di reporting ESG per supportare le regolamentazioni regionali e nazionali.

Seppur la priorità venga data agli standard di disclosure climatici, l’IFRS si sta attrezzando per fornire linee guida sull’intero spettro degli standard di sostenibilità. A questo proposito, l’IFRS ha già rilasciato un prototipo di Requisiti Generali per la Disclosure di Informazioni Finanziarie legate alla Sostenibilità (IFRS Prototype). Il documento presenta un serie di indicazioni per fornire informazioni di supporto alle decisioni che riguardano l’esposizione di entità finanziarie a rischi e opportunità legate alla sostenibilità, informazioni che influenzano il valore delle entità stesse.

L’arrivo degli standard ISSB è stato accolto come uno strumento all’avanguardia per ridurre il riscaldamento globale e accelerare la transizione sostenibile verso un’economia a zero emissioni di carbonio. Il Prototipo IFRS definisce tre concetti chiave riguardo alle opportunità e ai rischi di transizione: rilevanza, perimetro di azione dell’entità di reporting, e connettività. Si basa inoltre sulle raccomandazioni della Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (TCFD) riguardanti elementi come governance, strategia, gestione dei rischi, indicatori, e obiettivi.

 

Valore e sostenibilità delle imprese

La dichiarazione storica dell’IFRS costituisce anche una risposta al Global Financial Stability Report 2021 del FMI, che esorta i decisori politici a consolidare l’architettura di informazioni climatiche per rafforzare l’allineamento dei flussi di capitale agli obiettivi climatici. Inoltre, l’ISSB è stato salutato con ottimismo anche da parte degli stakeholders dei mercati finanziari dopo che il Glasgow Climate Pact ha ribadito l’impegno globale a contenere la crescita delle temperature globali entro i 2ºC.

Le documentazioni suggeriscono che una delle sfide più importanti per l’ISSB è l’identificazione dei dati materiali, i quali costituiscono la fondazione del reporting di sostenibilità per le imprese. Per affrontare la questione, il Prototipo IFRS indica come le informazioni rilevanti debbano approfondire i fattori che possano influenzare il valore delle imprese in un’ottica integrata, che consideri la creazione, la preservazione, o l’erosione del valore nel breve, medio, e lungo periodo. Tuttavia, in una prospettiva giuridica, i tribunali USA hanno evidenziato come la rilevanza di queste informazioni debba essere valutata caso per caso, poiché dipende dalla singola impresa in esame. Dunque, l’ISSB dovrebbe tenere conto della natura dinamica di questa rilevanza, che può essere determinata da adattamenti locali e standard integrativi.

L’approccio pragmatico dell’IFRS si focalizza sul valore delle aziende, il quale riflette le aspettative degli investitori sui futuri flussi di cassa. Di conseguenza, l’IFRS sottolinea come non tutti gli elementi legati alla sostenibilità influiscano necessariamente sul modello di business. Il reporting dovrebbe considerare unicamente le determinanti del valore dell’azienda, inclusi gli impatti delle loro catene del valore. Questo tipo di informazioni include elementi come i cambiamenti climatici, l’uso di acqua e terreno, o la biodiversità. Inoltre, anche le connessioni tra le disclosures finanziarie legate alla sostenibilità ed i report finanziari generici sono state indicate come fondamentali per identificare dipendenze e trade-off che impattano il modello di business.

 

Migliorare l’accountability dei prodotti finanziari di transizione

Ogni piano di transizione richiede anche un sistema di misurazioni per determinare i possibili percorsi per raggiungere una dimensione sostenibile. Di conseguenza, gli standard ISSB giungono in un momento decisivo per accelerare la transizione di prodotti e servizi finanziari. Nel decennio scorso, il legame tra le iniziative di disclosure e la riallocazione di capitale verso investimenti a bassa intensità carbonica è sempre apparso debole. Seppure la finanza di transizione riconosca l’importanza di informazioni complete, credibili e comparabili, l’emissione di asset, come strumenti obbligazionari sostenibili, non ha svolto un ruolo rilevante nell’accelerare una transizione sostenibile, specialmente nei mercati emergenti.

Il lavoro dell’ISSB può supportare l’espansione della transizione nei mercati finanziari. Notevolmente, l’uso di strumenti di finanziamento legati alla sostenibilità, come bond o prestiti, può trarre un doppio vantaggio dall’introduzione di standard globali di sostenibilità per le disclosures. Innanzitutto, questa nuova asset class lega il tasso di interesse alla performance verso gli obiettivi di sostenibilità a livello dell’entità emettitrice. Per migliorare il meccanismo di prezzo, gli emettitori dovrebbero integrare le linee guida ISSB sulle informazioni rilevanti da un catalogo di indicatori settoriali e trans-settoriali. In secondo luogo, gli standard ISSB possono inserirsi in un quadro più ampio di report sui piani di transizione basato su indicatori chiave di performance associati al valore delle aziende. Come risultato, gli obiettivi di breve e medio periodo potrebbero essere allineati a quelli di lungo termine. Al riguardo, il Prototipo IFRS già ora riconosce la correlazione tra fornitori di capitali e controparti che impatta sulla creazione (o perdita) del valore delle aziende, nonché sui ritorni finanziari per i fornitori.

Ora vi è un forte interesse verso i canali adeguati a riallocare i capitali necessari alla transizione, verso chi li debba ricevere e, soprattutto, verso le modalità per assicurarne un uso efficace. Appare in modo chiaro come una semplice etichettatura non basti a rendere green bond e prestiti strumenti effettivi di finanza per la transizione. Il mercato dei debiti sostenibili deve dunque evolversi oltre le diciture e dare maggiore enfasi alla struttura di incentivi per fornitori di capitali e le loro controparti. Così come risulta ormai necessario delineare indicatori di performance che permettano di raggiungere obiettivi ambiziosi di sostenibilità, allineati con una transizione equa.

I progressi nell’armonizzazione degli standard dovrebbero essere riflessi nella progettazione finanziaria degli accordi per investire nei prodotti di transizione. Un aggiustamento graduale è possibile nei bond legati alla sostenibilità e negli accordi di finanziamento, dato che essi richiedono valutazioni annuali delle misurazioni e degli obiettivi legati ai margini o alle cedole. Entità che non stabiliscono inizialmente piani di transizione possono comunque correggere facilmente il proprio sistema di finanziamento basandosi sugli standard ISSB, oltre che sui principi della Loan Market Association e della International Capital Market Association    .

Gli standard ISSB possono poi migliorare la trasparenza di mercati privati come quelli di prestiti e finanziamenti alle imprese, in quanto i partecipanti dovranno adeguarsi a misurazioni affidabili e obiettivi per determinare i rischi e le opportunità legate alla sostenibilità per ottenere un accesso preferenziale al credito. I nuovi accordi saranno oggetto di uno scrutinio maggiore, ma le stesse aziende potranno beneficiare di opzioni di finanziamento da fornitori di capitali che integrano gli standard ESG.  Infine, le opportunità e i rischi di sostenibilità possono innescare una serie di innovazioni verdi e divenire un elemento competitivo per le aziende, come dimostrato in molti settori.

Una delle maggiori sfide per l’ISSB sarà la modalità con cui verrà stabilità la sostenibilità e come verrà collegata agli standard di reporting finanziario, poiché non vi è un consenso universale o coerente nel tempo sul concetto di sostenibilità. Ad esempio, quale dovrebbe essere l’orizzonte temporale in cui dovrebbero materializzarsi i rischi di sostenibilità rispetto all’orizzonte tradizionale dei titoli a tasso fisso? Anche solo il fatto che alcuni asset, tra cui le linee di credito, si estendano per oltre dieci anni mostra come gli investitori conferiscano ai rischi di sostenibilità un’importanza minore rispetto ad altri rischi di investimento. Il tutto pur considerando i rischi di sostenibilità tra quelli più rilevanti a livello finanziario. Questa situazione riflette sostanzialmente l’incertezza degli investitori riguardo all’orizzonte temporale e potrebbe rappresentare uno dei punti deboli dell’approccio ISSB. L’ISSB dovrebbe quindi, secondo l’ex Chief Accountant di SEC Wes Bricker, prestare particolare attenzione alle modalità in cui gli standard di sostenibilità influenzeranno la fiducia nella precisione e nella qualità del reporting finanziario. Vi è infatti il rischio latente che un sistema non ottimale di standard possa spingere il flusso dei capitali in direzioni contrarie alla transizione sostenibile.

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AUTORI

José L. Reséndiz
CGFI e Università di Oxford

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