La competizione geopolitica che vede in primo luogo la contrapposizione tra Stati Uniti e Cina non sembra essere destinata a rallentare con l’ingresso del nuovo Presidente eletto, Joe Biden, alla Casa Bianca. Gli interessi divergenti e le contrapposizioni ideologiche alla base di due diverse concezioni, a tratti antitetiche, della gestione della “cosa tecnologica” (leggasi Information Communication Technologies Governance), hanno preceduto la Presidenza Trump e persisteranno.
L’economia dei dati, la quarta rivoluzione industriale, l’indotto e le infrastrutture digitali, per quanto siano di natura prettamente tecnologica, rappresentano uno dei pilastri sui quali si proietta il corpus normativo e si erige la nuova sovranità degli Stati. L’Europa che non vuole essere il vaso di coccio tra vasi di ferro si è gettata nella mischia digitale con una serie di iniziative legislative d’avanguardia e non solo. A tal proposito, nell’attuale scacchiera digitale internazionale è in procinto di fare la propria apparizione un nuovo attore cloud che potrebbe scombinare la partita delle piattaforme digitali che vede in primo piano i giganti americani e cinesi.
I passi europei
È in corso uno sforzo europeo, a trazione tedesca, per sviluppare un sistema cloud per la gestione dei dati delle aziende e dei cittadini europei. L’iniziativa vede la partecipazione di diverse agenzie e imprese, incluse alcune italiane, tra cui Leonardo, Enel e Confindustria Digitale. Il progetto si chiama Gaia-X, ed è stato presentato dal Governo tedesco nell’estate del 2019. Il nome scelto, Gaia, che nella mitologia greca rappresentava la madre di tutti gli dei, è emblematico per quanto riguarda la funzione che Gaia-X avrebbe rispetto agli altri sistemi di cloud europe. Il cloud a guida tedesca ma con “cuore” europeo dovrebbe funzionare come un grande hub per i tanti e diversi cloud del Vecchio continente (ma non solo), garantendone standard unici e pertanto favorendone l’interoperabilità, la sicurezza e la portabilità dei dati all’interno del mercato digitale unico e oltre. Insomma, una madre dei cloud che darà il via all’ecosistema europeo dei dati.
La centralità dei dati
Gaia-X è particolarmente importante perché garantire la sovranità dei dati è chiave per competere e prosperare nell’economia digitale. A tal proposito, i dati costituiscono la linfa del business model di molte realtà. Tuttavia in Europa non riusciamo a garantirne il controllo lungo la cosiddetta filiera produttiva del dato. Infatti, come spiegato dal direttore Boris Otto del Fraunhofer Institute for Software and Systems Engineering, leader scientifico di Gaia-X, è fondamentale controllare tutta la filiera produttiva del dato. Questa inizia nel momento in cui il dato è creato, come ad esempio attraverso la rilevazione di un sensore in un impianto di produzione industriale, oppure dall’utilizzo di uno smartphone. In questa fase il dato viene pre-lavorato localmente da un edge-cloud per poi essere trasferito in un altro cloud centralizzato dove viene processato e analizzato. Alla fine di questo processo il dato è pronto per essere utilizzato.
Riuscire a gestire e controllare la filiera produttiva del dato permetterebbe quindi alle aziende di sfruttare pienamente e sostenibilmente il business model dell’economia digitale, tra cui lo scambio dei dati tra piattaforme in maniera sicura e controllata. A tal fine Gaia-X sfrutterà gli standard sviluppati all’International Data Space Association (sempre tedesca, ma con membri internazionali, tra cui il Politecnico di Milano e TIM) che garantiscono la data security, anche per quelli più sensibili, e la sovranità del dato. Si realizza così lo scambio sicuro e trasparente dei dati tra piattaforme diverse. Pertanto attraverso Gaia-X si consentirebbe alle aziende di controllare tutti i diversi step della filiera produttiva del dato.
Il sostegno di imprese e Governi
Alla luce di queste particolarità di Gaia-X si capisce il sostegno di diversi stakeholder, sia pubblici che privati, al progetto di un “cloud dei cloud”. Tra i primi a dare disponibilità e ad augurarsi una proficua collaborazione è stata la Francia, nonostante qualche settimana fa il Presidente francese Emmanuel Macron abbia dichiarato che la partita giocata dall’Europa per il Cloud computing era ormai inesorabilmente persa. L’idea di sviluppare un super cloud sovrano era da tempo nei disegni di Parigi, che però non è stata in grado di portare a compimento il progetto Andromède lanciato nel 2011.
Ad ogni modo, nonostante Gaia-X non sia un cloud in senso stretto, il principio della sovranità dei dati – molto caro ai francesi e non solo, si applica anche a questo progetto. Infatti, come sottolineato dal Ministro per l’Economia e Finanze francese, Bruno Le Maire in occasione della conferenza di lancio di Gaia-X, l’essenza del progetto è la sovranità europea: “Non siamo la Cina. Non siamo gli Stati Uniti. Siamo Paesi europee con i nostri valori”. Tra questi, in ambito digitale, vi sono senza dubbio i principi sanciti nel Regolamento Generale per la Protezione dei Dati (meglio conosciuto come GDPR), che rimane ad oggi la più importante iniziativa di regolamentazione dei dati. L’attenzione europea alla privacy potrebbe essere davvero la carta vincente di Gaia-X rispetto a un mercato estremamente chiuso e dominato dai colossi Amazon, Microsoft, Google e Alibaba.
Il fine ultimo di Gaia-X è pertanto quello di garantire la sovranità del dato secondo standard europei che ne permetta così una migliore, sicura e rapida fruizione per sfruttare al meglio le opportunità della rivoluzione digitale. In questo lungo percorso il locomotore, a trazione tedesca, è a pieno regime; i francesi seguono a ruota e l’Italia è terza per numero di attori coinvolti. Il successo di Gaia-X dipenderà, ovviamente, dal numero di aziende, compagnie, istituti e istituzioni che sceglieranno il “cloud dei cloud” europeo. La sfida è aperta.