Per oltre un decennio i governi e le aziende hanno progressivamente utilizzato strumenti convenzionali verdi e sostenibili, come titoli a reddito fisso, per affrontare le questioni sociali e ambientali. Secondo la Climate Bond Initiative, il volume totale di titoli emessi raggiungerà 1 trilione di dollari nel 2023. Tuttavia, vi è un crescente scetticismo riguardo all’integrità del mercato. Sta fornendo davvero un contributo significativo alla riduzione dei rischi per la sostenibilità?
Purtroppo, l’etichetta di “prodotti finanziari verdi” non sembra essere un indicatore efficace per identificare “improvers” sostenibili (ovvero prodotti finanziari che consentano di migliorare i criteri ESG). Ad esempio, l’emissione di green bonds non si è necessariamente tradotta in una riduzione comparata delle emissioni a livello di azienda emittente. Inoltre, il contesto diventa ancor più complesso in ottica di transizione verso emissioni nette zero, dato che i finanziamenti green non si accompagnano sempre a un percorso credibile di transizione. Nella dinamica dell’attuale crisi climatica, diventa ancor più necessario un approccio di finanza della transizione e le Banche Nazionali di Sviluppo (BNS) possono utilizzare i prodotti di finanziamento della transizione per meglio coordinare i flussi finanziari globali e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi nei prossimi anni.
Aumentare il controllo normativo degli asset “verdi”
Quali sono i vantaggi di effettuare un controllo sull’integrità dei mercati del debito a lungo termine? Ci si attende che le nuove regole cambieranno in maniera radicale le emissioni di debito a lungo termine, impattando così sul costo dei capitali in tutti i settori dell’economia. Questi cambiamenti possono essere intesi come una componente dei rischi legati alla transizione sostenibile. Le BNS e le autorità finanziarie stanno diventando sempre più attente ai pericoli derivanti dal greenwashing. Nel Regno Unito e in Svizzera, ad esempio, i regolatori sostengono l’introduzione di misure legislative che assicurino che gli investitori non vengano tratti in inganno dalla presunta sostenibilità di prodotti e servizi finanziari.
Tra le novità attese, vi è un’inedita modalità di determinare le denominazioni dei prodotti di investimento, che non saranno più definite da organizzazioni non governative, ma dalle autorità regolatrici sulla base di specifici criteri di sostenibilità stabiliti dalla giurisdizione di riferimento. Istituzioni come la Swiss Financial Market Supervisory Authority tentano di prevenire e combattere il greenwashing tramite la valutazione delle informazioni di sostenibilità a livello di asset, e del livello di preparazione istituzionale delle organizzazioni per gestire questi asset. Più recentemente, la US Securities and Exchange Commission ha sottolineato come raggirare gli investitori attraverso l’omissione di informazioni materiali non possa più essere tollerato nei prospetti di emissione di debito sostenibile.
Finanza di transizione e integrità del mercato
Finanziare la transizione dovrebbe essere una priorità se si condividono le tre soluzioni ai cambiamenti climatici indicate da Mark Carney: policy, piani di transizione, e disclosure (trasparenza). Se il finanziamento green si riferisce al flusso di capitali verso iniziative di sviluppo sostenibile, esso non considera la transizione verso una società più sostenibile. Un’alternativa potrebbe essere il nuovo concetto di climate transition financing, ma rimane limitato agli obiettivi di decarbonizzazione. Di conseguenza, gli investimenti green non corrispondono al raggiungimento di un’economia a emissioni nette zero, poiché vi è il pericolo di trascurare i rischi e le opportunità legati alla sostenibilità. Per questa ragione, i fornitori di capitali e le controparti dovrebbero adottare un approccio di finanza di transizione, il quale si riferisce alla fornitura e all’uso di prodotti e servizi finanziari che sostengano la trasformazione di aziende, istituzioni, e individui in linea con la transizione sostenibile.
Come migliorare l’integrità dei mercati e motivare gli emettitori a seguire un percorso di sostenibilità? Una recente innovazione che le BNS dovrebbero considerare sono i sustainabiliy-linked bonds (obbligazioni legate alla sostenibilità). La International Capital Markets Association li definisce come qualunque tipo di bond le cui caratteristiche finanziarie o strutturali cambino a seconda della capacità dell’emittente di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità stabiliti. Se l’emittente, dunque, raggiunge certi livelli predeterminati, possono essere applicati uno sconto o un premio sul margine pagabile del bond. Il mercato dei prodotti finanziari sostenibili, come i sustainability-linked loans (SLLs - prestiti) e i sustainability-linked bonds (SLBs), è in espansione. S&P Global Ratings e SEB stimano che l’emissione di SLL e SLB abbia superato i 200 miliardi di dollari a fine 2021.
Nonostante l’impiego crescente, questa nuova asset class è ancora lontana dagli obiettivi e dai parametri di trasparenza e disclosure. Tuttavia, i vari attori del mercato, inclusi emittenti e investitori, non sono interamente responsabili per questa situazione. Vi è infatti ampio consenso che sia necessario un maggiore sviluppo per poter rafforzare i parametri di sostenibilità, in modo che siano basati su dati di fatto. Se da un lato ci si attende che il nuovo International Sustainability Standards Board (ISSB) affronti rapidamente questa sfida, dall’altro rimane una certa incomprensione riguardo a dibattiti più complessi, come quelli che riguardano la natura dinamica della materialità e l’idea di doppia materialità. Il primo concetto si riferisce al fatto che i fattori impattanti sul valore di un’impresa cambiano col passare del tempo, il secondo invece indica gli effetti di sostenibilità sul valore di un’organizzazione e l’impatto ambientale dell’entità finanziaria.
Il ruolo delle BNS nella transizione sostenibile
Nel mondo post-pandemico, che costituisce un ambiente ben più sfidante per la mobilitazione di risorse finanziarie, è divenuto ormai fondamentale accrescere il ruolo delle Banche Nazionali di Sviluppo. Per costruire un’economia sostenibile, i fondi disponibili andrebbero investiti in tecnologie green, energia rinnovabile, e nella trasformazione delle industrie convenzionali, come acciaio e cemento. Questo sforzo richiede un’agenda coordinata e diversi strumenti, tra cui agenzie per l’innovazione, un sistema di gestione degli appalti, e “pazienti” finanziamenti a lungo termine resi possibili dalle BNS. Soluzioni pienamente inclusive e sostenibili possono esser garantite solo con politiche pubbliche ambiziose, che sappiano allineare i capitali privati con una transizione credibile.
Le BNS dovrebbero iniziare a sviluppare sistemi di finanza di transizione per stabilire regole per l’emissione di strumenti a reddito fisso privi dei rischi di greenwashing. In quest’ottica, le linee guida dovrebbero indicare in quale entità le BNS contribuiscano agli obiettivi dell’Accordo di Parigi dei rispettivi Paesi, definendo gli strumenti finanziari impiegati e il loro legame con le differenti fasi di un piano rigoroso. Inoltre, risulta di estrema importanza definire gli standard di contabilità sostenibile che saranno seguiti e effettuare report sull’impatto dei fondi ricevuti. Infine, le BNS dovrebbero includere una revisione esterna per assicurare che l’utilizzo dei fondi resti trasparente e credibile.
La questione dei primi “sustainability re-linked bonds” emessi dalla Bank of China costituisce uno sviluppo recente nei mercati del debito sostenibile. Curiosamente, la cedola prevede una clausola di step-down, indicando che il detentore del titolo potrebbe perdere i propri soldi se l’emittente supera le soglie di sostenibilità stabilite. Questa transazione storica ammonta a 300 miliardi di dollari, destinando i ricavi al finanziamento o al rifinanziamento dei sustainability-linked loans (SLLs) qualificati della Banca. Le annotazioni includono un meccanismo innovativo in cui la cedola cambierà a seconda della performance degli SSL collegati, attraverso un sistema di re-linking. L’aspetto più significativo di questo modello è la sua capacità di integrare i mercati delle obbligazioni con quelli dei prestiti e di legare il costo dei capitali alle performance di sostenibilità dei beneficiari di prestiti SSL.
Conclusioni
Le BNS devono assumere un ruolo di guida nella transizione verde, stabilendo e implementando schemi finanziari che possano efficacemente colmare il divario tra i fondi necessari a raggiungere un mondo a zero emissioni e gli investimenti attuali. Questi meccanismi dovrebbero essere coerenti con gli obiettivi di Parigi dei rispettivi Paesi, tenendo conto delle diverse fasi e dei percorsi di transizione per ogni regione. Una simile metodologia permetterebbe alle BNS di costruire una strategia più strutturata, includendo le istituzioni finanziarie private. L’apporto privato è infatti indispensabile per progetti di finanza mista, oltre che per istituire un sistema di tracciamento dei flussi di capitali che sia replicabile e standardizzato per ogni Paese.