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Terrorismo
L’ISIS tra segretezza e visibilità, il nuovo audio di al-Baghdadi
Francesco Marone
| 17 settembre 2019

Lunedì 16 settembre la Al-Furqan Media Foundation, la più prestigiosa casa di produzione del cosiddetto Stato Islamico (IS), ha pubblicato un audio che riporta un discorso attribuito ad Abu Bakr al-Baghdadi. Al momento paiono esserci pochi dubbi sul fatto che la voce sia effettivamente quella del leader dell’organizzazione jihadista e alcuni cenni a operazioni eseguite dal gruppo fanno pensare che sia stato registrato non prima del mese di agosto.

La pubblicazione, che nel titolo menziona strumentalmente un’esortazione all’azione contenuta nel Corano (Sura IX At-Tawbah, versetto 105), era stata annunciata dalla casa di produzione con qualche ora di anticipo, senza tuttavia chiarire chi avrebbe preso la parola, tanto che numerosi esperti avevano ipotizzato la partecipazione non del leader dell’IS in persona, ma piuttosto del portavoce ufficiale, Abul-Hasan Al-Muhajir.

Come è stato notato, il discorso di Baghdadi, della durata di circa 30 minuti, può essere diviso in tre parti principali. Nella prima parte il sedicente “califfo” recita alcuni versi del Corano e menziona alcuni ahadith (detti e fatti attribuiti al Profeta Muhammad), assicurando la vittoria a coloro i quali si impegnano nel jihad armato e chiedendo loro allo stesso tempo di mantenere pazienza e determinazione anche di fronte alle avversità (sollecitazione peraltro già presente nel video del leader pubblicato ad aprile 2019).   

Nella seconda parte Baghdadi elogia il “Califfato”, rappresentato come un’impresa ancora attiva e vittoriosa, menziona, anche in maniera dettagliata, le presunte operazioni “coordinate” di recente dal gruppo armato in diversi Paesi, esaltate come “senza precedenti” nella storia dello jihadismo moderno, e attacca gli Stati Uniti, considerati non in grado di proteggere i propri alleati.

La terza parte, infine, chiama i militanti a impegnarsi nel proselitismo, nella pratica religiosa e nell’azione contro le ingiustizie, stigmatizza i movimenti di impronta nazionalistica attivi in Medio Oriente e in Africa e infine, significativamente, denuncia le vessazioni e umiliazioni subite dai membri dell’organizzazione, comprese le donne, detenuti in carcere e in custodia in campi profughi, incitando i militanti a liberarli o quantomeno a vendicarli.

Si può congetturare che lo Stato Islamico abbia deciso di diffondere questo discorso del suo leader proprio ora per far sentire la sua voce in una fase segnata da livelli particolarmente elevati di turbolenza e conflittualità nello scacchiere mediorientale, specialmente a causa delle tensioni tra Arabia Saudita e Iran, ma anche da un nuovo protagonismo di al-Qaida, la principale rivale dell’IS nel campo jihadista. Dall’altra parte, nella registrazione audio si ravvisano pochi riferimenti salienti all’Occidente.    

In generale, le menzioni al proselitismo e all’educazione degli altri, alla “giustizia” e persino all’importanza di accettare il pentimento dei musulmani sunniti che si fossero opposti al gruppo in precedenza sembrano segnalare un approccio più inclusivo e soft, se così si può dire, rispetto a molti altri pronunciamenti del passato.

Per evidenziare la rilevanza di questa registrazione, è importante ricordare che, nel complesso, Abu Bakr al-Baghdadi è comparso raramente di persona nella propaganda dell’organizzazione jihadista. Per gli standard a cui ci ha abituati in questi anni, l’apparizione precedente dell’auto-proclamato “Emiro dei credenti” era invece recente: infatti, come accennato, meno di cinque mesi fa, il 29 aprile 2019, la stessa casa di produzione aveva pubblicato un importante video di circa 18 minuti. Significativamente questo filmato arrivava a ben cinque anni di distanza dal primo: venerdì 4 luglio 2014 Baghdadi in un famoso sermone alla Grande Moschea di Al-Nuri (distrutta nel 2017) a Mosul, in Iraq, aveva annunciato la fondazione del “Califfato”, proclamato una settimana prima, venerdì 29 giugno (inizio del mese sacro del Ramadan in quell’anno) dall’allora portavoce dell'organizzazione, Abu Muhammad al-Adnani (ucciso nel 2016).

La pubblicazione di un video di Baghdadi costituiva quindi un avvenimento eccezionale: i due appena menzionati, pubblicati rispettivamente del 2019 e del 2014, sono stati gli unici a essere diffusi in oltre un decennio. Da parte loro, gli audio del leader, la cui produzione implica meno rischi per la sua sicurezza, sono meno infrequenti, ma si presentano comunque in numero limitato: basti pensare che la registrazione audio precedente risale all’agosto del 2018.  

A questo proposito, vale la pena di osservare che le organizzazioni terroristiche come l’IS operano in condizioni di clandestinità per preservare la loro sicurezza, ma devono essere contemporaneamente visibili per mantenere le relazioni con l'ambiente sociale e raggiungere i propri obiettivi politici. Si ritrovano così a gestire un equilibrio complesso e delicato tra necessità di occultamento, da un lato, e di ostentazione, dall’altro.

Normalmente il grado di segretezza cresce dalla periferia al centro dell'organizzazione terroristica. Questo fatto spesso costringe i leader dell'organizzazione a nascondersi in una sorta di sancta sanctorum, distante dall’ambiente circostante. Allo stesso tempo, i leader, soprattutto se riconosciuti autorevoli e/o dotati di capacità comunicative, possono impegnarsi personalmente a promuovere la causa e ad aumentare il consenso dell’organizzazione.

Al vertice del gruppo clandestino il dilemma tra segretezza e visibilità si manifesta quindi con la massima intensità. Di fronte a questo dilemma, non pochi leader terroristici preferiscono correre dei rischi. Per esempio, il fondatore di al-Qaida Osama Bin Laden (ucciso nel 2011) aveva deciso di apparire in numerosi filmati e registrazioni audio, anche dopo l'11 settembre 2001, pur sapendo che sarebbero stati analizzati con la massima attenzione da agenzie antiterrorismo di tutto il mondo, smaniose di rintracciarlo.

Abu Bakr al-Baghdadi, un uomo introverso senza eccezionali capacità comunicative, ha optato per un percorso diverso, preferendo la segretezza (e la sicurezza) alla pubblicità. Con poche eccezioni, non ha giocato in prima persona e direttamente un ruolo chiave nella vasta, continua e sofisticata campagna di comunicazione propaganda del gruppo. Inoltre, anche se Baghdadi ha coltivato un’autorità carismatica, l’IS sotto la sua guida è diventato una grande organizzazione di impostazione burocratica, senza avere l’esigenza di costruire un culto della personalità intorno alla sua leadership.

Nel complesso, la divulgazione di informazioni sulla leadership dell’IS e il suo organigramma, piuttosto copiose nel 2013-2014, si è oggi interrotta quasi totalmente. Sotto il profilo del trade-off tra segretezza/sicurezza e visibilità, la diffusione di questo nuovo audio, perlopiù a poca distanza da un importante video, merita quindi particolare attenzione. Il leader fuggitivo dell’IS ha deciso, dopo pochi mesi, di correre un altro rischio, tanto più se si pensa che con il collasso dell’esperienza del “Califfato” in Siria e Iraq, Baghdadi deve ora operare in clandestinità in un ambiente ostile.

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Tags

MENA terrorismo isis

AUTORI

Francesco Marone
ISPI Research Fellow

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