L'Italia nelle esercitazioni di cyber defence internazionali | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • CONTATTI
  • EUROPA 2019

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • CONTATTI
  • EUROPA 2019
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • Sicurezza energetica
    • America Latina
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • Sicurezza energetica
    • America Latina
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
  • ANALISTI
Commentary
L'Italia nelle esercitazioni di cyber defence internazionali
Francesco Vestito
| 07 febbraio 2019

Il costante progresso tecnologico che caratterizza la nostra era digitale ha da tempo raggiunto un elevato grado di pervasività, chiaramente percepibile da qualsiasi individuo che vive all’interno delle cosiddette nazioni industrializzate e che utilizza, quotidianamente, servizi e strumenti di Information Communication Technology (ICT), tra di loro connessi nel più vasto contesto dell’Internet of Things.

I vantaggi derivanti da questa capillare diffusione tecnologia recano, però, con sé una serie di sfide che le nazioni si trovano ad affrontare. Concetti quali cyber defence e cyber resilience scandiscono oramai le agende dei vari governi internazionali che, al fine di mitigare i rischi derivanti dall’inevitabile esposizione alle minacce cibernetiche (cyber threats) sponsorizzano, con sempre maggior frequenza, iniziative tese a verificare l’efficacia del proprio apparato di difesa cibernetica.

L’Italia segue da tempo questo trend, attraverso la partecipazione a esercitazioni internazionali sia in campo civile che militare.

Nel primo caso l’esercitazione biennale Cyber Europe 2018, importante evento europeo a tema cyber pianificato e condotto dalla European Network and Information Security Agency (ENISA) ha visto, nell’ultima edizione del 2018, la partecipazione nazionale del costituendo Computer Security Incident response Team (CSIRT) - unione di CERT-Nazionale e CERT-PA - operare in stretta sinergia con il Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC) dello Stato Maggiore della Difesa, il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche della Polizia di Stato e la rete europea dei CSIRT nella gestione e mitigazione di un attacco informatico su vasta scala mirato alle infrastrutture di controllo del traffico aereo.

Ma è il secondo caso, ovvero la partecipazione della Difesa a esercitazioni con forte connotazione cyber, che esprime, per via di una naturale affinità a tematiche di protezione nazionale e supporto agli altri dicasteri, il maggior numero di iniziative sotto la competenza del CIOC dello Stato Maggiore della Difesa.

In campo NATO, l’Italia è stata una delle prime nazioni a partecipare all’esercitazione Cyber Coalition, giunta, nel 2018, alla sua undicesima edizione e che ha visto la partecipazione di 700 cyberdefenders provenienti da 28 nazioni dell’Alleanza e 5 nazioni/organizzazioni partner che hanno esercitato consolidate procedure internazionali di collaborazione tecnica, sotto il coordinamento dell’Allied Command Trasformation della NATO, al fine di proteggere e difendere il “Cyberspazio dell’Alleanza” nonché condurre operazioni militari all’interno e attraverso di esso.

Un'ulteriore occasione di verifica delle competenze nazionali in campo cyber defence scaturisce dalla stretta collaborazione con il NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence di Tallinn, in Estonia, che l’Italia supporta in qualità di Sponsoring Nation. Infatti il Centro di Eccellenza di Tallin, vero e priorio think tank internazionale, organizza, ogni anno, due esercitazioni: la Crossed Swords, evento riservato a personale tecnico dei Red Team e la Locked Shields.

La Locked Shields, in particolare, è la flagship exercise del Centro ed è la più complessa esercitazione live-fire (ovvero attacco-difesa in tempo reale) al mondo; infatti, l’edizione del 2018 ha impegnato i Blue Team di circa 30 nazioni partecipanti nella difesa di sistemi virtuali complessi - come centrali elettriche, reti 4G, sistemi di pilotaggio droni, sistemi di comunicazione - da oltre 2500 attacchi di varia natura.

Non mancano poi iniziative delle singole nazioni che offrono alla NATO, o a nazioni partner, eventi esercitativi organizzati da enti militari mirati a testare l’interoperabilità dei sistemi C4 - Comando, Controllo, Comunicazioni e Informatizzazione (Computer) - della Difesa da utilizzare durante operazioni militari congiunte. Tra di esse l’Italia assicura una partecipazione attiva, ad esempio, alla Bold Quest, esercitazione "trial" (Multinational, Joint, Collaborative Enterprise), organizzata con cadenza annuale dal Dipartimento della Difesa statunitense; così come alla CETATEA, esercitazione di interoperabilità dei Sistemi di C4ISR/CIS (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance, Reconnaissance/Computer and Information Systems) condotta, annualmente, dall'esercito della Romania.

La prima è caratterizzata dallo sforzo di integrare, in maniera sinergica, diverse capacità del settore militare (Integrated Air Missile Defense, Joint Fire Support, Friendly Force tracking, Coalition Intelligence Surveillance and Recnnaissance, ecc…), nonché fornire adeguata difesa cibernetica alle reti schierate.

La seconda si focalizza, invece, sullo sviluppo, test e validazione di assetti Computer Information Systems (CIS) da utilizzare in future operazioni multinazionali/NATO, ivi inclusi sistemi di supporto logistico, protetti da uno specifico centro per la sicurezza cibernetica.

Infine, negli ultimi anni, si è verificata una notevole crescita di iniziative bilaterali, o derivanti da accordi multinazionali, nel campo dell’integrazione delle capacità di cyber defence dei vari paesi. È il caso, ad esempio, dell’esercitazione SMART CYBER 5+5, evento durante il quale i partecipanti (le nazioni dell’“Iniziativa 5+5 Difesa”), sotto guida portoghese, verificheranno la loro capacità di comunicare e rispondere, in maniera collaborativa, a minacce provenienti dal cyberspazio per migliorare la capacità collettiva di cyber defence all’interno di un framework federato persistente.

Dal variegato panorama esercitativo internazionale presentato, certamente non esaustivo, che vede una sempre maggiore partecipazione dell’Italia, emerge quindi chiara l’indicazione della consapevolezza dell’importanza che tali eventi rivestono e rivestiranno, maggiormente, in futuro. Un futuro dove una delle chiavi del successo nella protezione di assetti e servizi digitali nazionali è rappresentata da un necessario processo di integrazione e validazione delle capacità nel campo della cyber defence in un contesto internazionale sempre più ampio e variegato.

Contenuti correlati: 
Cybersecurity in Italia: il nodo della formazione

Tags

Cyber defense Cyber Security
Download PDF

AUTORI

Francesco Vestito
Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157