Dall’inizio di aprile abbiamo misurato, con costanza e avvalendoci anche di schemi interpretativi fuori dal tradizionale, la temperatura dell’emergenza economica in Lombardia. Le evidenze a disposizione ci permettono di tracciare un quadro nitido del rimbalzo che è seguito al crollo economico del lockdown prima lentamente e, negli ultimi dati, con maggior vigore, sebbene permangano gap per tornare sui livelli precedenti.
Senza dubbi il 2020 segnerà una recessione di portata storica per l’Italia e per la Lombardia. Le ultime stime di Prometeia (luglio 2020) prevedono una flessione del Pil pari al -10,1%, con un impatto relativamente più intenso al Nord (-10,6% Nord Ovest, -10,5% Nord Est) rispetto al Centro (-9,7%) e al Mezzogiorno (-9,4%). In particolare, è prevista in Lombardia una contrazione del Pil pari al -10,7%. Per il 2021 le attese sono invece di un recupero a ruoli invertiti, con il Nord più dinamico e con, nello specifico, un +6,6% in Lombardia rispetto a un +5,9% nella media nazionale.
Pur nell’incertezza che caratterizza le misurazioni statistiche in questa fase, l’eredità lasciata dallo shock della pandemia sappiamo essere pesante. Come già commentato precedenti Global Watch, in Lombardia la caduta di attività produttiva è stimabile in un -35% a marzo (più che nella media nazionale) e in un -45% ad aprile (in linea con il dato italiano, considerati gli stessi vincoli del lockdown). Considerato che l’ISTAT per maggio rileva un rimbalzo sopra le attese della produzione industriale nel totale Italia che porta a -20,3% la flessione rispetto al 2019, per la Lombardia rivediamo la precedente stima su base annua al -22% circa. Con riferimento a giugno, il quadro lombardo è composito: da un lato è ancora importante la quota di imprese chiuse anche solo parzialmente e gli ‘indicatori soft’ rimbalzano più lentamente che nella media italiana, dall’altro la fiducia delle imprese mostra segnali di risalita più marcati sia per i servizi sia per il manifatturiero (pur sempre con forti gap rispetto ai livelli passati). Tutto questo considerato, per giugno stimiamo un livello di attività ancora del -20% circa inferiore rispetto al 2019 (il tendenziale del mese su base nazionale previsto da Prometeia è al -17%).
Le nostre valutazioni tengono conto innanzitutto della ripartenza ancora parziale delle attività economico-produttive: secondo un sondaggio condotto a metà luglio su 500 imprese dell’industria e del terziario di Assolombarda, il 15% delle aziende è ancora chiusa, anche solo parzialmente (erano il 28% due mesi fa). Dalla rilevazione emerge, inoltre, una discesa al 27% degli smart workers sul totale dipendenti del panel (dal 47%) e aumenta al 51% quella dei presenti in sede (dal 30%).
Fig. 1 Apertura/chiusura delle sedi
(aggiornamento al 15 luglio 2020)
Indicazioni fondamentali sono date anche dagli ‘indicatori soft’. In particolare, il traffico dei veicoli pesanti, indicativo della ripresa degli scambi e quindi dell’attività delle aziende, a giugno si attesta al -15% sulle tangenziali milanesi (dato Serravalle) e al -20% sulle strade statali regionali (dato ANAS, che si confronta con un più positivo -8% a livello nazionale). Fotografando il quadro più recente, a luglio prosegue e accelera il graduale ritorno alla normalità, pur con distanze importanti dai livelli precedenti l’emergenza sanitaria. Il traffico dei veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi nelle prime tre settimane di luglio flette ancora del -5% rispetto al 2019 (-18% i veicoli leggeri). Google Maps rileva in Lombardia spostamenti per motivi di lavoro a metà luglio inferiori del -28% rispetto al 2019, in netto miglioramento dal -46% di metà maggio, ma con un recupero più contenuto rispetto all’Italia che segna -25% a giugno da -42% a maggio.
Fig. 2 Traffico dei veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi
(var.% rispetto alla stessa settimana 2019)
Il quadro sull’attività economica si completa con le informazioni sulla fiducia delle imprese, che a luglio risale per il secondo mese consecutivo, con un rimbalzo più forte nel Nord-Ovest rispetto alla media italiana. Ma i livelli raggiunti dagli indici rimangono depressi e il crollo record di marzo non è ancora recuperato: nel Nord-Ovest rispetto a febbraio l’indice del manifatturiero ha ancora un gap importante pari a -15 punti, nei servizi addirittura a -21 punti.
Infine, resta molto elevato il ricorso alla Cassa Integrazione, un punto di attenzione anche per l’autunno. A giugno 2020, infatti, sono state autorizzate 81 milioni di ore di CIG in Lombardia, per un totale trimestrale pari a 376 milioni di ore, il 20% sopra il record di 313 milioni di ore registrato nel 2010.
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