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Transizione verde

Lotta al cambiamento climatico e sostenibilità: le sfide del G20

Ruben David
05 marzo 2021

Si potrebbe dire che il G20 è il frutto di una doppia crisi. Nacque nel 1999 come foro di consultazione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali per facilitare la concertazione delle risposte da dare alle crisi finanziarie degli anni ’90 e nel 2009 venne elevato al livello dei capi di stato e di governo a seguito della crisi economico-finanziaria di quegli anni. Oggi il G20 si trova, però, inevitabilmente a dover affrontare una terza crisi, da molti considerata la crisi profonda del nostro tempo, ovvero quella climatica.

Al centro del G20 ci sono numerose questioni ambientali, climatiche ed energetiche alle quali la presidenza italiana, insieme agli altri paesi, dovrà cercare di trovare una risposta facilitando il coordinamento delle politiche nazionali.

Combattere il cambiamento climatico senza sacrificare il rilancio dell’economia

I capi di stato e di governo, così come i gruppi di lavoro tecnici, saranno impegnati nell’individuare le azioni, le politiche e gli strumenti nazionali ed internazionali più appropriati per contrastare il cambiamento climatico senza sacrificare il rilancio dell’economia, nel contesto di una pandemia. L’azione del G20 a guida italiana si concentrerà quindi nel cercare di garantire che i piani nazionali di ripresa non solo contribuiscano a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di coronavirus ma che siano in grado di innescare trasformazioni profonde che accelerino la transizione energetica, la cosiddetta green economy, e promuovano la sostenibilità ambientale. Il coordinamento dei piani di rilancio anti-covid sarà dunque al centro del G20.

Per lungo tempo si è pensato al bilanciamento tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale come ad un trade-off. Oggi innovazione tecnologica, energie rinnovabili, investimenti verdi, infrastrutture sostenibili e tecnologie pulite, se ben gestiti, permettono invece di conciliare crescita economica e salvaguardia ambientale. Il G20 dovrà quindi facilitare l’adozione e la diffusione di politiche che incentivino il ricorso a tali strumenti per una transizione ad un’economia fondata su basi sostenibili.

Va inoltre considerato che l'Italia, oltre a guidare il G20, si trova anche a co-presiedere con il Regno Unito la 26a Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP26), che si terrà a novembre a Glasgow. Questo doppio mandato rappresenta un’opportunità, non solo per l’Italia, ma per far sì che il vertice G20 costituisca un appuntamento centrale nel percorso verso la COP26, e garantire così che ci sia coerenza tra le politiche discusse a livello internazionale nella sfida globale contro i cambiamenti climatici.

In qualità di presidente del G20 e partner del Regno Unito per la COP26, l'Italia spingerà per il rafforzamento degli impegni nazionali (INDCs) nell'ambito dell'Accordo di Parigi e per uno sforzo congiunto nell'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030.

Naturalmente gli obiettivi del contrasto al cambiamento climatico e della transizione verde richiedono notevoli investimenti sia pubblici che privati. In quest’ottica, il G20 mira a coordinare l’azione internazionale dei paesi coinvolti per creare un quadro favorevole agli investimenti, favorendo l’orientamento dei flussi di capitale verso un’economia a basso impatto ambientale e facendo della finanza sostenibile un pilastro del sistema finanziario internazionale.

 

Transizione energetica

Riconoscendo il nesso inestricabile tra energia e cambiamento climatico, tra le priorità promosse dalla presidenza italiana vi è quella della transizione energetica.

La presidenza italiana del G20 intende promuovere una realtà energetica sostenibile fondata sulle rinnovabili con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e costruire un futuro resiliente. In particolare, si concentrerà sulle reti elettriche intelligenti (smart grid), così come sull’elaborazione di un nuovo concetto di sicurezza energetica globale che abbracci fonti di energia rinnovabile moderne e pulite. Nell’agenda rientrano anche l’accesso universale all’energia e l’eliminazione della povertà energetica.

Viene posta grande enfasi sul ruolo dell’idrogeno, anche in considerazione del ruolo centrale di questa fonte energetica nella ‘Strategia dell’UE per l’idrogeno’ promossa nell’ambito del Green Deal europeo.

 

Incentivare l’economia circolare

Il G20 si dedicherà inoltre ai temi dell’efficienza e della circolarità, anche come fattori per stimolare una ripresa sostenibile, incentrata sulle persone e rispettosa del pianeta. In un'epoca caratterizzata dal riscaldamento globale, dall'inquinamento e dalla scarsità di risorse, è diventato essenziale ripensare l'intero ciclo economico, dalla produzione al consumo, verso un'economia circolare. Tre parole sono al centro di questo nuovo modello economico: ridurre, riutilizzare e riciclare. Secondo le stime del ‘The Circularity Gap Report 2020’ l'economia globale è circolare solo per l'8,6%. Ciò significa che oltre il 90% delle risorse che entrano nell'economia – 100 miliardi di tonnellate all'anno – vengono sprecate. Promuovere l'uso efficiente delle risorse passando a un'economia circolare costituisce dunque una priorità per l’agenda G20. In questo ambito sono molteplici le azioni che il G20 può intraprende, come ad esempio avviare una riflessione su come sia possibile migliorare gli indicatori di transizione circolare che le aziende utilizzano per misurare le proprie performance di circolarità, o come contribuire alla formulazione di una definizione più chiara di economia circolare che sia universalmente riconosciuta. Inoltre l’Italia desidera portare avanti questo dibattito sull’economia circolare ponendolo in relazione al miglioramento dell’efficienza energetica e allo sviluppo di tecnologie pulite ed innovative.

 

La sicurezza alimentare in uno scenario post-Covid19

Allo stesso tempo, l’Italia guiderà i lavori dei paesi del G20 con l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione sulla questione della sicurezza alimentare, della sostenibilità dell'agricoltura e delle filiere agroalimentari come eredità di Expo 2015 e della Presidenza del G7 nel 2017.

I rapporti della FAO dimostrano come la produzione agricola da un lato sia fortemente influenzata in maniera negativa dai cambiamenti climatici, ma dall’altro contribuisca essa stessa in maniera rilevante al cambiamento climatico. Il G20 punta a promuovere riforme politiche a livello nazionale per rivedere i sussidi e le misure di sostegno all’agricoltura in modo che siano allineate agli obiettivi ambientali, in particolare a quelli di riduzione delle emissioni di gas serra dei sistemi agroalimentari e al miglioramento della resilienza climatica di quest’ultimi.

Inoltre bisogna considerare che molte comunità, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, saranno rese ancora più fragili dall’impatto della pandemia in termini di accesso al cibo, così i 20 paesi più industrializzati dovranno proseguire la riflessione su quale sia il loro ruolo nel garantire la sicurezza alimentare non solo in termini di aiuti umanitari ed aiuti allo sviluppo, ma anche in termini di regolamentazione di fenomeni quali le acquisizioni di terreni su larga scala (anche conosciuto come “land grabbing”).

 

Preservare la biodiversità e promuovere città sostenibili

L'Italia, anche in considerazione del fatto che co-presiederà la COP26, è impegnata a livello G20 ad affrontare il problema della perdita di biodiversità, pilastro fondamentale per combattere il cambiamento climatico. Il ripristino della biodiversità è un principio chiave del G20 ribadito anche al vertice di Riyadh dell’anno scorso. In particolare, la presidenza italiana si concentrerà sull'aumento della biodiversità attraverso progetti di riforestazione urbana. Tuttavia, in questa fase ci sono ancora posizioni molto diverse tra i paesi sulle strategie da seguire.

Un altro tema su cui il dibattito in ambito G20 è ancora in una fase iniziale è quello delle città del futuro. Il 55% della popolazione mondiale (4,2 miliardi di persone) attualmente vive in città e aree urbane (UN, 2019). Questa cifra è in aumento e ammonterà a quasi il 70% della popolazione mondiale nel 2050. Il G20 si concentrerà dunque sul futuro delle città sostenibili e confrontare le best practices nazionali sull’elaborazione di nuovi strumenti a sostegno dell’urbanizzazione sostenibile e della mobilità intelligente.

Le sfide che ruotano intorno alle questioni ambientali, climatiche ed energetiche, come si è potuto vedere, sono molteplici. Compito del G20 sarà quello di continuare riflessioni già avviate o di avviarne di nuove per cercare di trovare soluzioni a molti dei problemi che ci accompagneranno nei prossimi decenni. Compito dell’ISPI, chair del T20 e coordinatore della task force su “Climate Change, Sustainable Energy and Environment” sarà quello di accompagnarvi alla scoperta di questi temi.

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AUTORI

Ruben David
ISPI Research Assistant

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