Marocco-Spagna, migranti per ritorsione? | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI
Grafico

Marocco-Spagna, migranti per ritorsione?

19 maggio 2021

Assalto all’exclave

Più di 8.000 migranti sono arrivati in Spagna nel giro di due giorni. Sembra strano, ma lo hanno fatto senza metter piede su suolo europeo, almeno geograficamente: sono entrati a Ceuta che, come Melilla, è un’exclave spagnola in Nord Africa che confina con il Marocco.

Non è certo il primo “assalto” alle exclavi, da oltre vent’anni circondate da barriere protettive. Nell’ottobre 2005 centinaia di migranti tentarono di forzare la barriera di Ceuta. Il bilancio? 18 morti e oltre 50 feriti.

I tentativi sono all’ordine del giorno, ma numeri così alti in breve tempo non si erano mai visti. Così Madrid ha inviato l’esercito a Ceuta, il premier Sanchez ha visitato le due città e quasi 5.000 migranti sono già stati riportati in Marocco.

 

Ritorsione politica?

Di certo non sarebbe la prima volta. Già dopo gli “accordi” Ue-Turchia del 2016, Erdogan ha più volte minacciato una ripresa dei flussi irregolari. A febbraio 2020 aveva addirittura dichiarato aperte le frontiere con la Grecia, provocando l’ammassarsi di migliaia di migranti al confine.

Anche il Marocco vuole lanciare un segnale? Forse. Solo un mese fa Madrid ha concesso a Brahim Ghali, il leader del Fronte Polisario che combatte per l'indipendenza del Sahara occidentale dal Marocco, di curarsi in Spagna. In risposta Rabat aveva offerto asilo politico a Carles Puigdemont, l’ex leader catalano oggi in esilio.

 

Il campanello d’allarme

I flussi irregolari dall’Africa verso l'Europa sono in crescita da tempo. L’anno scorso gli sbarchi in Italia sono più che triplicati rispetto al 2019 (da 11.000 a 34.000). In Spagna da agosto a oggi più di 22.000 persone sono sbarcate sulle isole Canarie, il numero più alto dal 2006.

A parte le contingenze politiche, i flussi hanno cause strutturali, soprattutto economiche, che la pandemia ha esacerbato. La frenata della crescita mondiale ha generato milioni di nuovi poveri, in gran parte concentrati in Africa. In Tunisia il turismo, che contribuisce a più del 10% del PIL del paese, l'anno scorso si è contratto del 98%.

Così la pressione migratoria verso l’Europa cresce, mentre i confini europei restano chiusi. Una “tempesta perfetta”, pronta per essere strumentalizzata.

Ti potrebbero interessare anche:

L’Europa a Kiev
Russia, energia: la festa è finita?
L'espansione diplomatica di Israele in Africa
Matteo d'Avanzo
Scuola Normale Superiore e INALCO
Regno Unito: sciopero generale
Marocco: l’eco della guerra ucraina fra politica e diplomazia
Aldo Liga
ISPI
Africa: Papa Francesco e le altre guerre

Tags

Europa Africa Marocco Spagna
Versione stampabile

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter Scopri ISPI su Telegram

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157