Al via l’ottava edizione della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues. Al centro del dibattito, promosso dal MAECI e da ISPI, il tema “Superare la tempesta: interdipendenza, resilienza e cooperazione”.
Mentre il mondo è ancora alle prese con gli strascichi della pandemia, il Mediterraneo affronta gli effetti dello scoppio di un conflitto nel cuore dell’Europa: in una regione fortemente dipendente dalle importazioni di cereali da Ucraina e Russia, la guerra ha messo pericolosamente a rischio la disponibilità di materie prime alimentari, aumentando una scarsità che affligge i paesi della sponda Sud. "Il ritorno della guerra nel continente europeo ha inasprito, anche nell'area del Mediterraneo, problemi già esistenti a cui se ne sono aggiunti di nuovi: maggiore povertà, insicurezza alimentare, scarsità di risorse energetiche”, ha detto il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella intervenendo all’apertura dei lavori della Conferenza MED – Mediterranean Dialogues, giunta alla sua ottava edizione, e in corso fino a domani a Roma, presso il Grand Hotel Parco dei Principi. Tra i temi strategici al centro del dibattito, le sfide per la sicurezza, politiche innovative per la gestione dei flussi migratori, il destino delle giovani generazioni, le iniziative per la transizione ecologia, le risposte comuni contro l’emergenza climatica e il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. Ma anche un’opportunità per discutere degli ambiti di cooperazione e il futuro del partenariato euro-mediterraneo “come parte integrante delle soluzioni – ha sottolineato il presidente Mattarella – e non solo dei problemi, sovvertendo una narrativa che vede troppo spesso il Mediterraneo e l'Africa soggetti nell’arco di crisi e regioni produttrici di instabilità”. I lavori possono essere seguiti sul sito med.ispionline.it
Un’agenda positiva?
“Siamo fortemente convinti che il dialogo paghi: è l’unica strada che porta al successo”. Lo ha detto il presidente dell’ISPI Giampiero Massolo nel discorso di apertura della Conferenza Med – Mediterranean Dialogues, promosso come ogni anno dal MAECI e da ISPI. Lanciato nel 2015, MED è rapidamente diventato un appuntamento per dialoghi di alto livello sul Mediterraneo allargato che coinvolge leader politici, imprese, società civile, media e mondo accademico del Mediterraneo. All’evento in corso a Roma partecipano quest’anno oltre 200 relatori provenienti da 60 paesi e più di 10mila iscritti online. Un evento che vede il nostro paese in prima linea: “L’Italia vuole svolgere un ruolo da protagonista per la collaborazione sempre più stretta tra Europa e Africa”, ha spiegato il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani. “Le riflessioni di questi giorni partono dalla consapevolezza della nostra interdipendenza nel Mediterraneo, da sempre crocevia di culture e piattaforma di connettività tra Europa, Asia e Africa”, ha detto Tajani, sottolineando come si debba guardare all’altra sponda del Mediterraneo “con spirito africano e non con spirito europeista”. Nati con l'obiettivo di ripensare gli approcci tradizionali all'area integrando analisi delle sfide attuali con nuove idee e suggerimenti e per redigere una nuova ‘agenda positiva’ del Mediterraneo, i MED-Dialogues si concluderanno nel pomeriggio di sabato 3 dicembre con l’intervento della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Economie in tempo di guerra?
Nell'area del Medio Oriente e del Nord Africa, lo scorso anno si è chiuso con la prospettiva di una forte ripresa economica anche se disomogenea e incompleta. La lenta introduzione del vaccino, la disoccupazione, l'inflazione, il declino commerciale e l’aumento del debito pubblico hanno messo a dura prova la stabilità di vari paesi, ma la traiettoria della ripresa sembrava tracciata. A febbraio, l'invasione russa dell'Ucraina ha cambiato l’equazione e i paesi della regione sono stati tra i primi a subirne le ricadute economiche. Interruzioni nei flussi commerciali, carenze di approvvigionamento e perdita di potere d'acquisto hanno rapidamente eroso le prospettive di ripresa e rischiano di minare la stabilità macroeconomica con ripercussioni imprevedibili a livello politico e sociale. Confermando un Mediterraneo ‘a due velocità’ le perturbazioni del mercato non hanno colpito tutti allo stesso modo ma, al contrario, hanno acuito asimmetrie e divergenze, con impatti differenti tra paesi importatori di materie prime e paesi esportatori di petrolio e gas. Secondo alcune stime, le economie della regione cresceranno del 5,2% entro la fine dell'anno, anche se questa media nasconde differenze significative e ben 11 economie MENA su 17 potrebbero non tornare ai livelli pre-pandemia entro la fine dell'anno.
Globalizzazione dei problemi?
Come per le edizioni precedenti, anche quest’anno Rome MED si articola intorno a quattro pilastri: prosperità, sicurezza, migrazioni, società civile e cultura. I riflessi della guerra in Ucraina hanno rinnovato nella regione mediterranea interrogativi urgenti. Dalla sicurezza alimentare all’energia, e al rilancio di economie stagnanti che inducono i giovani a cercare altrove prospettive di crescita e benessere. In particolare, il pilastro ‘sicurezza’ prende in considerazione tutte le priorità settoriali o trasversali che coinvolgono la regione, dalle crisi irrisolte al futuro del multilateralismo e dell’ordine globale. Il pilastro ‘prosperità’ include le questioni energetiche e alimentari, la sicurezza idrica, il ripensamento delle catene globali del valore e l’adattamento delle aree urbane ai cambiamenti climatici. La parte ‘migrazioni’ è trattata in maniera trasversale rispetto alle diverse sessioni. Su “cultura e società civile” sono previsti panel dedicati a letteratura e lotta alla disinformazione. Con un messaggio incentrato sulla ‘globalizzazione dei problemi’, anche Papa Francesco si è rivolto ai partecipanti al Forum sottolineando come “l’interconnessione delle problematiche richiede che vengano esaminate insieme, in una visione coordinata e la più ampia possibile, come emerso in modo prepotente già nel corso della crisi pandemica, altra evidente conferma che nessuno si salva da solo”.
***
A cura della redazione di ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca, ISPI Advisor for Online