Se in relazione all’attuale escalation di tensione tra Iran e Arabia Saudita in Medio Oriente sono possibili diverse chiavi interpretative, nessuna di esse da sola sembra potere spiegare la frammentazione di quest’area negli ultimi cinque anni, il tempo trascorso dalle prime rivolte popolari che a partire dal 2011 hanno sovvertito l’ordine costituito in alcuni paesi o aperto violenti conflitto civili in altri. Il riacutizzarsi della rivalità tra Riyadh e Teheran si innesta su complesse dinamiche che vanno dall’inasprimento dello scontro tra sunniti e sciiti, all’implosione di alcuni stati dell’area, alla diffusione del terrorismo di matrice jihadista sullo sfondo di una regione in cui rimangono ancora irrisolte quelle problematiche politiche e socio–economiche che portarono allo scoppio delle “primavere arabe”. La pluralità di interessi degli attori regionali e internazionali mette in evidenza le difficoltà di giungere a soluzioni negoziali delle guerre civili in Siria e Yemen. È proprio con la consapevolezza degli innumerevoli ostacoli ancora da superare che si aprirà il 29 gennaio a Ginevra un nuovo tavolo negoziale sulla Siria.