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Personaggio enigmatico

Melania Trump, una first lady “contro corrente”

04 settembre 2020

Per due ore ogni sera durante la convention repubblicana, la pandemia era sembrata quasi essere un ricordo del passato. Solo la first lady Melania Trump aveva ricordato che gli Stati Uniti piangono oltre 180mila morti per Covid e che la pandemia è tutt’altro che superata. Il tutto mentre parlava davanti a un pubblico di circa 70 persone, la maggior parte senza mascherine e senza aver fatto il tampone prima di entrare nel Giardino delle rose della Casa Bianca. Il discorso della first lady è emerso decisamente come il più empatico della convention, ma per molti non è stato sufficiente a colmare la distanza e la freddezza che hanno contraddistinto il suo comportamento in questi quattro anni.

Melanija Knavs nasce nel 1970 a Novo Mesto e cresce a Sevnica, due piccole cittadine della Slovenia, nell’allora Jugoslavia. Suo padre vendeva macchine mentre la madre era una modellista in una fabbrica di vestiti per bambini. Sin da piccolissima, Melania le fa da modella; farlo le piace e sa che questo è ciò che vuol fare da grande. Inizia così a studiare design e architettura a Lubiana ma abbandona gli studi dopo il primo anno. Nel frattempo sta infatti decollando la sua carriera da modella, tra Milano, Parigi e New York. Nel 1998, a una festa a Manhattan, Melania incontra il suo futuro marito, Donald Trump, che dirà di essere stato immediatamente colpito dalla sua bellezza. Dopo alcune resistenzE iniziali, i corteggiamenti di Trump hanno successo: i due si mettono insieme e nel 2005 si sposano. L’anno seguente nasce il loro primo e unico figlio, Barron (Donald Trump ha tre figli dal precedente matrimonio). Intanto, nel 2001 Melania ha ottenuto la green card e cinque anni dopo la cittadinanza americana, in modo legale, come ama ricordare quando difende il pugno duro del marito contro l’immigrazione irregolare (anche se qualcuno cita possibili raccomandazioni “dall’alto” che abbiano facilitato il processo).

Pur essendo first lady da ormai quattro anni, Melania Trump rimane un personaggio enigmatico. Le immagini di lei contrariata e silenziosa di fianco al marito e che sembra rifiutarsi di dargli la mano hanno fatto il giro dei social, dove è partito l’hashtag #freemelania, “liberate Melania”. Ma per chi la conosce bene, Melania non è certo una persona che vada “liberata” ed è anzi una donna sicura di sé e che sa quel che vuole. Per alcuni versi, la first lady – la prima a non essere cresciuta parlando inglese – assomiglia al marito: in particolare, aveva fatto notizia quando, nel 2011, si era unita a Trump nel chiedere che Barack Obama mostrasse il suo certificato di nascita per dimostrare di essere americano. Le occasioni in cui ha contraddetto il marito sono poche: notoriamente quella in cui ha criticato la scelta di separare i bambini migranti dai genitori intercettati al confine e quella in cui ha spinto per l’utilizzo della mascherina contro il coronavirus. Nei quattro anni di mandato, Melania non ha fatto breccia nel cuore degli americani da cui, anzi, ha raccolto una buona dose di critiche. La first lady è stata accusata di aver copiato il suo discorso della convention di quattro anni fa da quello di Michelle Obama alla convention democratica del 2008. A giugno 2018 ha fatto poi scalpore la sua visita a un centro di detenzione di bambini migranti, in cui indossava una giacca verde con scritto sul retro “I really don’t care, do you?”. Lei ha spiegato che era un messaggio per i “media di sinistra” che la criticavano.

Di recente è finita nel mirino dei giornalisti, dopo che una sua ex amica e collaboratrice ha rivelato che la first lady non sia quasi mai ricorsa alla sua email ufficiale della Casa Bianca, ma abbia trattato questioni anche governative inviando e ricevendo email da un account privato. Una questione destinata a creare non pochi imbarazzi al presidente che, per la stessa accusa, lanciò una violenta offensiva contro Hillary Clinton, arrivando a chiedere il carcere per l’ex Segretario di Stato, parlando di uno scandalo "peggiore del Watergate".

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