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Ispi Watch

MENA-Watch: una bussola per le imprese in un’area in evoluzione

19 Dicembre 2019

FOCUS - Turchia sul fronte Libia con gas e armi

Nelle ultime due settimane la Turchia è emersa come attore sempre più assertivo in Libia. L’impegno di Ankara al fianco del governo di Fayez al-Serraj non è certo una novità. Da anni infatti la Turchia è, insieme al Qatar, l’unico paese della regione a sostenere il governo di unità nazionale (GNA) di Tripoli in contrapposizione al generale Khalifa Haftar.

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di Valeria Talbot e Arturo Varvelli, ISPI

 

PREVISIONI SACE - Libano: un presente incerto e un futuro ricco di sfide

Per Beirut e l’economia libanese, il futuro si prospetta ricco di sfide, tra proteste di piazza, stallo politico da superare e una situazione economico-finanziaria da stabilizzare. Quali prospettive per l'export italiano?

Continua a leggere→

di Pierluigi Ciabattoni, Cecilia Guagnini e Giovanni Salinaro, Ufficio Studi SACE

 

PERCHE' MENA WATCH

MENA Watch è lo strumento di ISPI per le imprese, che si aggiunge alle tante pubblicazioni sull’area e agli eventi, tra cui Rome MED - Mediterranean Dialogues. L’obiettivo è delineare gli scenari geopolitici e geoeconomici per l’area, con focus su tendenze emergenti e opportunità di business.

L' INFOGRAFICA

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IL DATO

70 milioni
in dollari è il costo giornaliero della crisi in Libano secondo il Ministero dell'Economia di Beirut
 
 
  

CAIRO-EMIRATI - Partnership sempre più stretta

L’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti (EAU) lanceranno un nuovo, consistente programma di investimenti congiunti per un totale di 20 miliardi di dollari americani. L’accordo è stato annunciato dal principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed Al-Nahyan, in occasione della visita ufficiale del presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi a metà novembre negli EAU. Durante l’incontro è stata sottolineata l’importanza delle relazioni e dei comuni interessi regionali tra Egitto ed EAU, non solo dal punto di vista politico-militare, ma anche in ambito economico. Sebbene manchino ancora molti dettagli dell’accordo è indubbio che un simile traguardo consolidi ulteriormente il ruolo di attore primario chegli Emirati rivestono all’interno del panorama economico egiziano. Secondo i dati forniti dalla Banca centrale egiziana, infatti, gli EAU si attestano tra i primi partner economici per il Cairo in quanto quarta fonte degli Investimenti diretti esteri (IDE) e dell’import, così come terza destinazione dell’export egiziano. Un simile livello di cooperazione si manifesta anche in ambito energetico, come testimonia l’accordo da 750 milioni di dollari recentemente stipulato tra la compagnia emiratina Al Nowais Investments e la Egyptian Electricity Transmission Company (EETC) per la creazione di impianti ad energia rinnovabile (eolico e solare), per una capacità produttiva totale di 700 MW.

 

PETROLIO - Nuovo taglio alla produzione di greggio

In una serie di importanti incontri ministeriali tenutisi il 6 dicembre scorso a Vienna, i paesi produttori ed esportatori di petrolio membri dell’Opec e i partner, guidati dalla Russia, hanno raggiunto un accordo per tagliare la produzione di altri 500.000 barili al giorno, che si aggiungono al taglio di 1,7 milioni di barili già in vigore fino al marzo 2020. La decisione, presa nella capitale austriaca e giunta al termine di lunghi negoziati, non riguarda però il comparto del gas naturale liquefatto (GNL), così come richiesto dalla Russia, che in qualità di grande esportatore di gas e principale attore nell’alleanza OPEC+ ha esercitato pressioni per escludere un settore strategicamente imprescindibile della propria economia. In termini di quote specifiche i paesi OPEC, guidati dall’Arabia Saudita, attueranno un ulteriore taglio di 360.000 barili nei prossimi quattro mesi, mentre i paesi partner, inclusa la Russia, si faranno carico di diminuire la produzione di circa 160.000 barili. Nel complesso, l’iniziativa mira a evitare una sovrapproduzione di greggio nei prossimi mesi (anche a fronte del rallentamento dell’economia mondiale) e una conseguente diminuzione dei prezzi sul mercato dell’energia.

 

LA CURIOSITA'

 

Grande Distribuzione Organizzata a Dubai

L’avvento dei robot

IL VIDEO

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IL FORUM 

Youth Forum Contest

si è tenuto nell’ambito del MED 2019 organizzato da ISPI e dal Ministero degli Affari Esteri.

 

 

 

Golfo - Volano green per la crescita futura

Senza l’adozione su larga scala di soluzioni e strategie ecosostenibili, la crescita economica dei paesi appartenenti al Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) rischia di rallentare ulteriormente nei prossimi anni. Secondo la Banca Mondiale, infatti, problemi ambientali quali l’inquinamento, la scarsità di acqua e la desertificazione rappresentano alcuni dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo economico della regione. La soluzione è puntare sulla diversificazione del settore economico e su una graduale ma completa decabornizzazione, entrambi attuabili solo attraverso un impegno concreto sia a livello politico sia in termini di investimenti. Attualmente, i paesi del GCC combinati utilizzano solo l’1% (867 Megawatt) della capacità energetica derivante da fonti rinnovabili a loro disposizione, pari a 145 Gigawatt. Tra questi, la capacità maggiore è detenuta dagli Emirati Arabi Uniti (70%), seguiti da Arabia Saudita (17%) e Kuwait (10%).

 

Arabia Saudita - Porte più aperte al turismo

Fin dal lancio di fine settembre, il tentativo saudita di aprire le porte al turismo ha fruttato al paese un flusso di 50.000 turisti, la maggior parte dei quali provenienti da Cina e Regno Unito. A questi si aggiungono almeno 140.000 richieste di visto turistico, secondo quanto rilasciato dalla Commissione del Turismo e del Patrimonio nazionale saudita. Numeri sicuramente incoraggianti, in linea con le aspettative del principe ereditario Mohammed bin Salman e che plaudono al debutto di Riad nel settore del turismo. Ciò nonostante, il cammino verso l’agognato 10% del Pil entro il 2030 in arrivo dal settore turistico appare ancora distante, soprattutto se le cifre saudite (100 milioni di visitatori in 10 anni) vengono messe a confronto con quelle di realtà della regione maggiormente consolidate, come Egitto, Giordania o Emirati. Allo stato attuale, infatti, l’Arabia Saudita non dispone dei collegamenti (soprattutto aerei), del personale e delle infrastrutture necessari a permettere la realizzazione di un simile obiettivo. Alle problematiche logistiche si sommano anche le restrizioni sociali, soprattutto in ambito alimentare e di genere. La capacità dell'Arabia Saudita di realizzare gli obiettivi di quello che essi definiscono come “il settore turistico in più rapida crescita” dipenderà dalla competitività della sua offerta con quelli dei rivali regionali, dalla sua connettività globale, dalla abilità di attrarre investimenti esteri e, non per ultima, dalla sua capacità di garantire la sicurezza regionale.

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Tags

MENA Geoeconomia lavoro sviluppo
Versione stampabile
A cura dell’Osservatorio Geoeconomia dell’ISPI

In collaborazione con SACE

ricerca e redazione: Federico Borsari, Research Assistant ISPI, MENA Centre
Francesco Schiavi, Research Trainee ISPI, MENA Centre

supervisione scientifica: Valeria Talbot e Arturo Varvelli, Co-Heads, MENA Centre 
 
 
Coordinamento editoriale
Sara Cristaldi, Senior Advisor ISPI, Co–Head Osservatorio Geoeconomia
 
Coordinamento redazionale
Alberto Belladonna, Research Fellow ISPI, Osservatorio Geoeconomia


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