In questa pagina raccogliamo una serie di grafici commentati, aggiornati periodicamente, che permettono di fare il punto sulla situazione delle migrazioni in Italia. Dalle richieste d'asilo all'accoglienza, dal numero stimato di stranieri irregolari presenti ai rimpatri.
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La rimodulazione della protezione umanitaria sta avendo degli effetti “aritmetici” sull’aumento della presenza di stranieri irregolari in Italia. Nel grafico qui sopra si vede il numero cumulato di nuovi stranieri irregolari in Italia, che vanno ad aggiungersi allo stock di presenze irregolari precedenti giugno 2018. I nuovi irregolari sono il risultato di un maggior numero di dinieghi di protezione rispetto ai rimpatri effettuati nello stesso mese.
Le linee blu rappresentano quello che sarebbe successo nel caso la protezione umanitaria non fosse stata praticamente abolita: a fine ottobre 2019 in Italia ci sarebbero comunque circa 70.000 irregolari in più rispetto a giugno 2018, e questo semplicemente perché a giugno 2018 decine di migliaia di persone erano ancora in attesa del responso sulla loro richiesta d’asilo, ed era naturale attendersi che in circa la metà dei casi l’esito sarebbe stato comunque negativo (vedi grafico precedente).
Le linee arancioni rappresentano invece il numero di stranieri irregolari in più, generati dalla rimodulazione della protezione umanitaria e dunque da un aumento del numero dei dinieghi. Per un approfondimento, si veda qui.
I rimpatri al mese dall’Italia verso paesi terzi sono diminuiti del 3% nel periodo del governo Conte I (quando Ministro dell’Interno era Matteo Salvini) rispetto a quelli effettuato dal governo Gentiloni (con al Viminale Marco Minniti). Nei primi quattro mesi del governo Conte II, i rimpatri sono aumentati del 7% rispetto al periodo precedente. Si tratta di cifre simili che, più che una differente “performance” tra governi, dimostrano quanto sia difficile aumentare il numero di rimpatri effettuati ogni anno (circa 7.000).
Il numero di stranieri irregolari che si stima siano presenti in Italia continua a crescere. Dopo aver toccato un minimo inferiore alle 300.000 unità nel 2013, a gennaio 2020 si stima che le presenze irregolari siano più che doppie, superiori alle 600.000.
Per dare un’idea delle dimensioni del problema, ai ritmi attuali (7.000 rimpatri l’anno) per rimpatriare tutti i 610.000 irregolari presenti nel paese occorrerebbero 87 anni.
In seguito al calo degli sbarchi cominciato a luglio 2017, il numero di richiedenti asilo in attesa di una risposta in Italia è in calo ormai da due anni. Dopo avere toccato un picco di oltre 150.000 persone a dicembre 2017, a ottobre dell’anno scorso il numero di richiedenti in attesa era di 47.290 unità. Inferiore, dunque, ai livelli di metà 2015.
L’approvazione del decreto sicurezza a ottobre 2018 non ha invece avuto un effetto significativo sul numero di migranti accolti nelle strutture di accoglienza italiane. I dati mostrano infatti che il trend di diminuzione cominciato da metà 2017 è proseguito in maniera molto costante anche dopo l’approvazione del decreto, senza accelerare.
Ciò significa che non sono fondati i timori che le persone in accoglienza dopo l’approvazione del decreto sarebbero state rapidamente espulse dal sistema di accoglienza, che ha invece trovato modi alternativi per prolungarne la permanenza fino alla fine del progetto, o oltre, senza eccessivi scossoni (malgrado la situazione specifica di alcune centinaia di persone effettivamente espulse dal sistema a fine 2018 abbia comunque destato preoccupazione.