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Cina e Vaticano

Mike Pompeo arriva in Europa (e in Italia)

30 settembre 2020

Oggi Mike Pompeo arriva a Roma, nell’ambito del suo tour europeo, dove incontrerà i vertici istituzionali e della Santa Sede. Ma non il Papa. Mentre Trump e Biden si sono sfidati nel primo dibattito televisivo, Pompeo affronterà molti temi, dalla pandemia agli accordi commerciali ma soprattutto Cina e 5G.

Il Segretario di stato americano Mike Pompeo arriverà domani a Roma per incontrare il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La tappa nella capitale – dove incontrerà anche i rappresentanti vaticani – fa parte di un tour europeo che lo ha visto in Grecia e che lo porterà nei prossimi giorni in Croazia. A un mese e poco più dalle elezioni presidenziali di novembre, il più fedele degli uomini di Donald Trump torna in Europa per chiarire la strategia Usa e incassare il sostegno degli alleati. Al centro dei colloqui ci sarà soprattutto la Cina e la rete 5G, tema su cui l’amministrazione Usa preme molto intensificando lo scontro con Pechino. E mentre Pompeo diffonderà il verbo di Trump ai partner europei, il presidente ha tenuto il primo dibattito contro lo sfidante democratico Joe Biden, la scorsa notte in diretta televisiva. Pompeo incontrerà Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e Luigi Di Maio alla Farnesina. Entrambi hanno detto che confermeranno l’alleanza strategica con Washington ma difenderanno il senso dell’accordo firmato con Pechino sulla ‘Nuova via della seta’ lo scorso anno. La visita proseguirà poi in Vaticano, dove il Segretario sarà ricevuto dal ‘primo ministro’ Pietro Parolin, ma non incontrerà il Papa. A poco sono serviti distinguo e precisazioni dalla Santa Sede, per spiegare che con Francesco non c’era nessun incontro in programma e che la prassi vuole che il Papa non incontri rappresentanti di governi in piena campagna elettorale. Sulle due sponde del Tevere, e oltre in Europa, è chiaro a tutti che tra Stati Uniti e Santa Sede è calato il gelo dopo l’articolo in cui Pompeo metteva in dubbio la la “moralità” della Santa Sede per l’imminente rinnovo dell’accordo con la Cina sulla nomina dei vescovi. Il segretario di stato americano concluderà il tour europeo in Croazia, dove, oltre al 5G, potrebbe riaprire il dossier sulla diversificazione energetica, su cui gli USA hanno già veicolato alcuni paesi della regione. A poco più di un mese dalle presidenziali, la politica estera diventa sempre più rilevante per il futuro degli Stati Uniti dopo il 3 novembre.

 

Calmare le acque?

In linea con il ruolo di ‘paciere internazionale’ rivendicato da Trump. Pompeo ha deciso di provare a mediare anche la crisi nel Mediterraneo orientale, dove Grecia e Turchia si contendono le acque territoriali, il cui fondale è ricco di idrocarburi, al largo di Cipro. Lo scorso mese la tensione aveva raggiunto l’apice dopo uno scontro tra navi dei due paesi. “Gli Stati Uniti e la Grecia riaffermano la loro convinzione che le questioni relative alla delimitazione marittima debbano essere risolte pacificamente in osservanza del diritto internazionale”, si legge in un comunicato congiunto firmato da Pompeo e dal ministro degli Esteri greco Nikos Dendias. La disputa riguarda un’area in cui si incrociano interessi energetici pattuiti da diversi e contrastanti accordi bilaterali sottoscritti tra Grecia e Egitto e tra Turchia e Libia. Anche se entrambe le parti si sono già dette pronte a dare una chance alla diplomazia, la decisione di dedicare alla penisola ellenica la prima tappa del tour europeo serve a ricomporre il rischio di una frattura interna all’Alleanza Atlantica, tra Ankara e Atene. Il soggiorno greco di Pompeo continuerà oggi sull’isola di Creta, presso la base militare NATO di Souda.

Tutti contro il 5G?

La partita sul 5G è però il tema che sta più a cuore a Mike Pompeo e al presidente Donald Trump, nel tentativo di contenere la supremazia di Huawei sulla rete 5G. L’obiettivo di Washington è spingere gli alleati europei a emulare il Regno Unito, che dall’anno prossimo proibisce alle compagnie di telecomunicazioni l’acquisto di tecnologia 5G di Huawei, e prevede di smantellare tutte le reti 5G fornite dal colosso cinese entro il 2027. Il governo italiano – dal canto suo - intende resistere alle pressioni statunitensi ricordando che l’Italia si è fornita di una legislazione all’avanguardia per tutelare la sicurezza nazionale. Sarà sufficiente, considerato che Pompeo aveva minacciato di tagliare fuori dalle comunicazioni interne all’Alleanza, i membri Nato che utilizzeranno tecnologie cinesi? Si vedrà, intanto a Roma si attende un cenno da Bruxelles. nell’Unione Europea non prevale una posizione univoca sul dossier 5G, su cui Pechino continua a vantare una supremazia tecnologica e che ormai è diventato il tassello principale nel mosaico conflittuale tra Cina e Stati Uniti.

E gli altri dossier?

L’incontro al Vaticano non sarà presieduto dal pontefice, che – stando ad alcuni media – non vorrebbe che il meeting venga politicizzato in vista delle elezioni statunitensi. Pompeo si incontrerà quindi col suo omologo vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, e con l’arcivescovo Paul Gallagher. Si tratta di un momento particolarmente delicato per i rapporti tra la Santa Sede e la Casa Bianca, che aveva messo in dubbio la moralità del Vaticano in vista del rinnovo automatico dell’accordo con la Cina per le nomine dei vescovi. Gli Stati Uniti denunciano infatti le violazioni dei diritti umani degli Uiguri, popolazione musulmana dello Xinjiang: anche questo è un elemento sfruttato dagli USA nel conflitto con Pechino.
Infine, non è da escludere che al pacchetto di richieste per gli europei Pompeo non aggiunga anche quella sul dossier iraniano, ovvero prolungare l’embargo sulle armi verso Teheran, in scadenza il 18 ottobre. Una richiesta già respinta dall’ONU e su cui in Europa gli USA potrebbero provare un assalto finale.

 

Il commento

Di Alessia De Luca, ISPI Advisor USA2020

5G, via della Seta, il porto di Taranto e forse anche lo spazio. Il segretario di Stato Mike Pompeo fa tappa a Roma per ribadire al governo italiano che la Casa Bianca non tollererà ‘folgorazioni’ sulla via di Pechino.

Se da un lato la prossimità dell’appuntamento elettorale peserà inevitabilmente sul suo tour, dall’altro offre al Vaticano un’ottima scusa per far passare sotto tono una visita poco gradita.

 

*** 

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications)

 

 

 

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