Da giorni si specula sulle condizioni di salute del leader nord coreano Kim Jong Un che diverse testate internazionali danno per morto. Ma alti funzionari di Seoul smentiscono e affermano: Kim è vivo e vegeto.
Ad alimentare i sospetti era stata, lo scorso 15 aprile, la sua assenza alla parata in occasione del Giorno del sole, la grande festa nazionale che celebra la nascita di Kim Il Sung, nonno di Kim Jong Un, fondatore e “Presidente eterno” della nazione. In realtà il leader nordcoreano era apparso per l’ultima volta in pubblico l’11 aprile, quando aveva presieduto una riunione del Partito dei Lavoratori. Le speculazioni sul suo stato di salute però sono cominciate solo intorno al 20 aprile, quando un quotidiano sudcoreano ha pubblicato la notizia che Kim si sarebbe sottoposto ad un delicato intervento cardiaco e che la sua assenza prolungata fosse dovuta alla degenza post-operatoria. La ridda di voci non confermate su un aggravamento e il suo conseguente decesso hanno cominciato a rimbalzare da una parte all’altra del mondo. Negli ultimi giorni, poi, hanno rilanciato gli interrogativi, le immagini del treno personale del dittatore, parcheggiato nella stazione della località balneare di Wonsan. Anche se non forniscono indicazioni precise sullo stato di salute di ‘Rocketman’, come lo aveva soprannominato Donald Trump prima che diventassero amici, le immagini dimostrerebbero che ha lasciato Pyongyang. Che lo abbia fatto per mettersi in salvo da un’epidemia di Covid-19 che il regime afferma non aver mai infettato il paese? Il mistero si infittisce.
Vuoto di potere?
Se Kim Jong Un sia vivo o morto lo sa solo il regime di Pyongyang. Ma cosa succederebbe nel paese – uno degli ultimi regimi totalitari rimasti al mondo – se il suo attuale leader dovesse morire? “Non lo sa nessuno ed è appunto questo il problema, perché potrebbe scatenarsi una battaglia per il potere tale da far impallidire quella di Game of Thrones” sottolinea il Washington Post, secondo cui per la prima volta nei suoi 72 anni di storia, la Corea del Nord si trova priva di una linea di successione definita. Kim Jong Il si era preparato a succedere a suo padre Kim Il-Sung per due decenni quando gli subentrò nel 1994, mentre Kim Jong Un aveva avuto diversi anni per prepararsi prima della morte di suo padre Kim Jong Il nel 2011. Ma l’attuale leader è troppo giovane per lasciare il paese nelle mani del suo diretto successore, considerato anche che il maggiore dei tre figli che gli vengono attribuiti sarebbe in età da scuola primaria.
Il quarto Kim sarà una donna?
In assenza di un discendente in grado di prendere in mano le redini del paese, la persona nella miglior posizione per subentrare è Kim Yo Jong. La sorella minore di Kim è uno dei suoi più stretti consiglieri ed è stata recentemente reinseritanel politburo del partito dei lavoratori, proseguendo la sua inarrestabile scalata ai vertici del potere. Negli ultimi anni è diventata una delle figure di spicco della ‘Dinastia dei Kim’, dopo che il leader ha ordinato l’esecuzione di uno dei suoi fratellastri e di uno zio. L'unica domanda è se in una società confuciana e dominata dagli uomini, i vertici di potere sosterrebbero una giovane donna come leader supremo. In caso negativo, le alternative possibili sono una reggenza, in attesa che il maggiore dei figli del leader diventi maggiorenne o una lotta di potere con conseguenze imprevedibili. In caso positivo, invece, il prossimo Kim della Corea del Nord potrebbe essere una donna.
Coronavirus: zero contagi?
Le voci sulla morte di Kim Jong Un arrivano mentre il resto del mondo è alle prese con la pandemia da Covid-19 e le misure di lockdown per contrastarne la diffusione. Ma se anche a nord del 38esimo parallelo, le immagini satellitari mostrano strade e città vuote, Pyongyang nega di aver registrato anche un solo caso di contagio. Affermazioni accolte con scetticismo dalla comunità internazionale, considerato che il paese sarebbe particolarmente a rischio: si tratta infatti di un paese estremamente povero, in cui a causa delle sanzioni e di gravi e ripetute siccità, oltre il 40% della popolazione soffre di malnutrizione. Se si aggiungono quasi 1.500 chilometri di confine con la Cina, il paese da cui è iniziata la pandemia, e un sistema sanitario obsoleto è chiaro che la diffusione del virus potrebbe avere percentuali di letalità più alte che altrove, trasformandosi in un vero e proprio disastro umanitario.
Effetto mina vagante?
Se i tre Kim che si sono finora succeduti hanno avuto in comune il pugno di ferro con cui governavano il paese, è durante la guida di Kim Jong Un che la Corea del Nord ha sviluppato una tecnologia nucleare e un arsenale bellico in grado di preoccupare la comunità internazionale. In caso di un vuoto di potere o di una lotta intestina prolungata nel tempo, il paese potrebbe precipitare nell’instabilità, trasformandosi in una possibile ‘mina vagante’.
Se anche la notizia della morte del leader fosse definitivamente smentita, resta il fatto che Kim, 36enne con il vizio del fumo e dell’alcol, in evidente stato di obesità e accentuata familiarità con i problemi cardiaci, potrebbe un giorno non essere più in condizione di guidare il paese. Ma se il regime dovesse sopravvivere alla sua dipartita, il pericolo di un vuoto di potere potrebbe essere reale. E l’inverno a Pyongyang – tornando all’allegoria di Game of Thrones – potrebbe arrivare prima del previsto.
Il Commento
di Francesca Frassineti, Associate Research Fellow Asia, ISPI
"Se le tante speculazioni trovassero una qualche conferma, che può arrivare solo ed esclusivamente da Pyongyang, ricordo che per decenni l’intelligence statunitense e quella sudcoreana hanno ritenuto imminente il collasso del regime nordcoreano. Esso ha però dato prova di resilienza nel sopravvivere a due transizioni e in particolare alla gravissima crisi economica e alla carestia della metà degli anni ’90.
Indubbiamente l’assenza del leader da alcuni importanti eventi pubblici – ad oggi l’unica certezza a disposizione – spinge a elaborare scenari. A differenza delle due esperienze precedenti, in cui la successione era stata lungamente preparata, moltissimi sono i dubbi su chi potrebbe reggere il potere o succedere a Kim. Non è possibile prevedere se si tratterebbe di transizione o successione; a Kim Yo Jong potrebbero non bastare le “credenziali di sangue” per essere riconosciuta come successore al vertice di quella che ha finora funzionato come una monarchia ereditaria, ma che è pur sempre uno dei paesi più militarizzati al mondo."
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A cura della redazione di ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca, ISPI Advisor for Online Publications)