Executive Summary
Il nuovo anno è iniziato alla duplice e ambivalente insegna della stabilità e dell’instabilità. Da una parte, i prezzi del petrolio. Il 10 dicembre è stato raggiunto lo storico accordo tra paesi membri dell’Opec e paesi produttori di greggio esterni all’Organizzazione (di seguito Accordo Opec-nonOpec) volto a ridurre le loro produzioni di greggio così da velocizzare il riassorbimento dell’eccesso di offerta – tutt’ora presente sui mercati per quanto in via di riduzione – e, con esso, stabilizzare le quotazioni del petrolio su livelli adeguati sia per produttori che consumatori e, quindi, non dannosi per l’economia globale. Una vera e propria svolta verso la stabilità, non solo per i prezzi del greggio, ma anche e soprattutto per la rinata volontà e, per ora, capacità dei paesi produttori – in particolare Arabia Saudita e Russia e in minore misura l’Iran – di collaborare nonostante le reciproche diffidenze, le rivalità e i diversi fronti aperti sullo scacchiere geopolitico. Indicativa la tregua tra le due principali potenze del Golfo, con l’Arabia Saudita che ha autorizzato il pellegrinaggio a La Mecca dei cittadini iraniani, segno della volontà di smorzare momentaneamente i toni del conflitto religioso tra le parti.