Abstract
La riconquista di Mosul può essere vista su due diversi piani di lettura. Da un lato, la vittoria sul Da‘esh rischia di esacerbare le tensioni politiche, etniche e settarie tra i suoi numerosi padri; dall’altro i sunniti iracheni, liberati dall’arcigno patrigno jihadista, sono comunque orfani di una effettiva guida politica.
Infatti, nella fase post-Da‘esh, la comunità sunnita sembra essersi chiusa in se stessa, senza però trovare una coesione tra la sua identità tribale, politica, ba‘athista e religiosa. Il tutto in un contesto caratterizzato da scarsa sicurezza e stabilità politica, assenza e diffidenza dello stato, dilagare di milizie autoreferenti, mancanza di progetti di sviluppo economico e una pervasiva mentalità localistica e tribale. Stretti tra le pressioni curde e l’intransigenza sciita, per ora il governo ‘Abadi rappresenta l’unica alternativa alla continuazione della insurgency sunnita.
Giovanni Parigi, docente all'Università degli Studi di Milano.