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Guerra in Ucraina

Nato: Aggiungi un posto a tavola (meglio due)

12 maggio 2022

La Finlandia annuncia: “chiederemo di entrare nella Nato”. E lo stesso sta per fare la Svezia. Addio neutralità: ad innescare il cambiamento è stata l’invasione dell’Ucraina.


La Finlandia volta pagina, e dopo 70 anni di neutralità strategica chiederà di entrare nella Nato. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa congiunta il presidente Sauli Niinistö, e la premier Sanna Marin: “Helsinki presenterà domanda di adesione alla Nato con urgenza”, hanno affermato i due rappresentanti confermando una decisione che era nell’aria da settimana e che l’invasione russa dell’Ucraina ha contribuito ad accelerare. Ora manca solo il via libera del Parlamento e la presentazione formale della domanda. Secondo i sondaggi l’opinione pubblica finlandese per l'adesione alla Nato, ferma per anni intorno al 20-25% ha raggiunto il massimo storico del 76% dall’inizio dell'invasione russa in Ucraina. Nel momento in cui la Finlandia entrerà nel Patto atlantico, la Russia si ritroverà con 1.300 km di territorio Nato in più al suo confine nord-ovest. Senza contare che i media svedesi riferiscono che il governo di Stoccolma presenterà analoga richiesta lunedì. Immediata la reazione, favorevole, di Romania, Danimarca ed Estonia e anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla di “passo storico per la sicurezza della Ue”. Al contrario “l’ingresso della Finlandia nella Nato rappresenta una minaccia sicura per la Russia” e “non aiuterà la stabilità e la sicurezza dell’Europa” per il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov. 

 

Il Commento di Paolo Magri, Vice Presidente esecutivo di ISPI

 

Neutrale? No, Nato!

Anche se attesa, la decisione di Helsinki costituisce una svolta storica perché interrompe una neutralità strategica a cui la Finlandia aveva scelto di aderire a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale. Nel 1948 l’allora governo finlandese aveva deciso di non aderire al Patto Atlantico e allo stesso tempo di sottoscrivere un trattato di amicizia con l’Unione Sovietica proprio per rimanere al di fuori di ogni conflitto armato. Il patto con il Cremlino impediva esplicitamente a Helsinki di prestare il proprio territorio a operazioni militari rivolte contro la Russia. Ma l’avvicinamento all’Occidente non è stato poi così repentino: nel 1995 Svezia e Finlandia sono entrate nell’Unione Europea e dall’anno precedente erano diventate partner ufficiali della Nato prendendo parte a diverse missioni dell’organizzazione. La Finlandia ha già raggiunto l’obiettivo di destinare il 2% del proprio Pil alla spesa militare: un parametro che alcuni membri già effettivi sono ancora lontani dal realizzare. Con l’ingresso effettivo nel club, il cambiamento principale sarebbe l’applicazione dell’articolo 5, che vede un attacco a uno Stato membro come un attacco a tutti. Per la prima volta, quindi, Finlandia e Svezia avrebbero garanzie di sicurezza da paesi dotati di armi nucleari.

 

Vicinissimi di casa?

Ma soprattutto, il giorno in cui la Finlandia sarà accolta ufficialmente nella Nato (l’iter comincerà ufficialmente domenica e l’adesione non sarà immediata) il blocco atlantico e la Russia si troveranno a condividere un confine lungo 1340 chilometri. Un fatto assolutamente nuovo, dato che attualmente i due blocchi condividono una frontiera di appena 210 chilometri, quella tra la Polonia e l’enclave russa di Kaliningrad. Ma a ben guardare, è proprio quel lungo confine ad aver convinto Helsinki a rompere gli indugi e abbandonare una storica posizione di non-allineamento militare, per entrare nella Nato: i finlandesi hanno seguito gli eventi in corso in Ucraina con un’inquietante sensazione di familiarità. Alla fine del 1939, i sovietici invasero la Finlandia e per più di tre mesi l'esercito finlandese oppose una feroce resistenza, nonostante fosse in forte inferiorità numerica. Anche se riuscirono ad evitare l'occupazione, i finlandesi persero il 10% del loro territorio, che fu annesso da Mosca. “Osservare lo svolgersi della guerra in Ucraina è come rivivere il proprio passato” spiega Iro Sarkka, politologo dell'Università di Helsinki. Dal 24 febbraio, i finlandesi guardano al loro confine di 1.340 km con la Russia – dice – e pensano: “Potrebbe succedere a noi?”.

 

Una Nato più forte?

La Russia ha ripetutamente messo in guardia Finlandia e Svezia dal richiedere di aderire alla Nato, minacciando “gravi conseguenze militari e politiche” in una simile eventualità. Il Cremlino di recente si è spinto a ipotizzare che una tale mossa avrebbe obbligato Mosca a “misure di rappresaglia” e a rafforzare le sue difese nel Baltico, “anche schierando armi nucleari”.

In tempi normali la domanda richiederebbe diversi mesi di iter, ma “quelli che viviamo non sono tempi normali” ha spiegato un funzionario Nato al Financial Times ipotizzando che Finlandia e Svezia potrebbero essere ufficialmente invitate ad entrare nell’Alleanza entro “un paio di settimane”, in tempo per partecipare al vertice della Nato a Madrid alla fine di giugno. Ad ogni modo nei giorni scorsi il premier britannico Boris Johnson era volato a Helsinki per sottoscrivere accordi di difesa con Svezia e Finlandia. Le intese prevedono che il Regno Unito accorra in loro sostegno con risorse militari in caso di attacco, una mossa che ha dissipato ogni timore sulla loro vulnerabilità durante il processo di ratifica della Nato. “La Nato sta per diventare più forte – ha sentenziato su Twitter il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis - I paesi baltici stanno per diventare più sicuri”.

 

 

 

***

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online

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