I Tuareg (o, come loro chiamano se stessi, i kel tamasheq, “coloro che parlano il tamasheq”, la lingua in questo caso è il criterio di identificazione del gruppo etnico), popolazioni di origine berbera, spinte verso il Sahara a ondate successive (e percettibili fino al XIX secolo) dalle invasioni arabe del Nord Africa a partire dall’VIII secolo d.C., occupano una superficie molto vasta nel deserto del Sahara, oggi divisa tra diversi Stati: oltre a quelle che vivono in Niger (tra le 700.000 e il milione di persone) e del Mali (tra le 300.000 e le 500.000), altre comunità Tuareg (in totale circa 100.000 persone) si trovano in Algeria, Libia e Burkina Faso. Il nomadismo e l’allevamento che essi praticano sono strategie di sopravvivenza imposte dalle difficili condizioni dell’ambiente sahariano.
Nonostante non sia mancato chi abbia difeso il concetto della “temust n imajeghen” come espressione dell’idea di una nazione Tuareg, a esso si contrappone una realtà nella quale i Tuareg, non differentemente da altre popolazioni africane, erano (e rimangono) divisi in gruppi distinti, ognuno dei quali ha una propria struttura gerarchica tradizionale e un proprio capo e gravita intorno a un’area geografica precisa, ma non fissa, dalla quale talvolta trae il nome che lo identifica. Comunque, tra le diverse comunità (o confederazioni) Tuareg è possibile, ancora oggi, riscontrare rapporti di ostilità e rivalità talvolta più forti che tra Tuareg e popoli di etnia diversa...