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Analysis

Obama e la Russia, dal restart alla crisi ucraina

Eugenio Di Rienzo
05 Agosto 2016

Dopo il colpo di Stato di Kiev del 23-24 febbraio 2014, favorito dall’ingerenza negli affari interni ucraini di Washington, di Varsavia e dei Big Three dell’Unione europea (Berlino, Parigi, Londra),  la frontiera russo-europea è tornata a essere una «linea di faglia» che evidenzia schieramenti rivali sul punto di entrare in rotta di collisione. Albania, Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Polonia, Stati Baltici sono nella nato, dove entreranno probabilmente, anche Moldavia, Bosnia, Macedonia, Georgia, Finlandia, Svezia per completare l’assedio della Russia.  Anche la Bielorussia è a rischio, e quando un’altra sollevazione di piazza spontanea, oppure manovrata come quella di Kiev, o in alternativa una «rivoluzione di palazzo» obbligherà Minsk a ripudiare la sua lealtà verso il Cremlino, un potenziale schieramento avverso a Mosca sarà penetrato più profondamente verso il cuore del territorio russo di quanto abbiano fatto le armate del Terzo Reich durante la «Grande Guerra Patriottica»...(segue)

 

Eugenio Di Rienzo, ordinario di Storia moderna presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma – la Sapienza, è direttore della «Nuova Rivista Storica».

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