FOCUS - Belt and Road: 2020, l'anno della svolta
Nonostante i rallentamenti causati dalla pandemia di Covid, la BRI rallenta ma non si ferma. Il 2020 sarà probabilmente l'anno della svolta. In ogni caso la nuova Via della seta andrà a ridefinire le relazioni bilaterali cinesi con il resto del mondo, promuovendo nuovi beneficiari e stimolando nuovi settori strategici.
di Alessia Amighini, UPO e ISPI
EST EUROPA - Quo Vadis "17+1"?
La cooperazione Cina-Europa centro-orientale, nota come "17+1", ha subito una battuta d'arresto. Quali le implicazioni per il futuro?
di Emilian Kavalski, Università di Nottingham-Ningbo
Perché OBOR Watch
OBOR Watch fornisce a tutto il sistema paese commenti e analisi sull’avanzamento del progetto "Belt and Road Initiative", noto come la nuova "Via della Seta". In ogni numero, l’attualità, le ripercussioni sul fronte degli scambi, gli aspetti legali e i rischi operativi.
Il numero
EUROPA - Grecia e turismo in prima fila
A fine agosto il ministro degli esteri Wang Yi ha condotto un "tour di ricognizione" a più tappe in Europa occidentale.È partito proprio dall’Italia dove ha discusso del rilancio della partnership strategica tra i due Paesi in ambito economico e industriale con il suo omologo Luigi Di Maio. È stata in quest’occasione che l’Italia ha confermato la partecipazione al China International Import Expo di Shanghai, la più importante manifestazione fieristica del circuito Belt and Road, prevista per il prossimo novembre. Sebbene la visita a Roma fosse considerata da molti osservatori come la meno problematica per Wang, l’Italia ha per la prima volta condiviso con Pechino le proprie preoccupazioni riguardo la tutela dell’autonomia, delle libertà e dei diritti umani a Hong Kong, iniziando un trend che è andato a inasprirsi durante le restanti tappe del tour (Paesi Bassi, Norvegia, Francia, Germania). Principale lascito della visita del Ministro degli esteri cinese è stata quindi una presa di coscienza del fatto che la pandemia ha costruito un’opinione estremamente negativa della presenza cinese sul continente. Di non minor conto è stato il mini-tour europeo del Direttore della Commissione Centrale degli Affari esteri Yang Jiechi in Spagna e Grecia, tenutosi consecutivamente a quello di Wang. In particolare, ad Atene, Yang ha discusso della possibilità di ampliare ulteriormente il porto del Pireo e di fare del 2021 l’Anno della Cultura e del Turismo tra Cina e Grecia, di fatto azzerando le aspettative italiane di un prolungamento degli accordi 2020 anche per l’anno a venire, soprattutto alla luce delle restrizioni imposte dalla pandemia che hanno fatto calare il numero di arrivi dalla Cina in Italia tra gennaio e agosto del 90,9% rispetto allo stesso periodo nel 2019;
TRASPORTI - Cina ed Europa ripartono
Le limitazioni alla circolazione marittima e aerea durante la fase acuta della pandemia hanno contribuito a far emergere il settore del trasporto ferroviario, soprattutto tra Cina e Europa. Secondo i dati di China Railway Group, il volume dei trasporti ferroviari Belt and Road ha polverizzato tutti i record per cinque mesi di fila, registrando un massimo di 1.232 treni partiti nel mese luglio da diverse città cinesi in direzione dei mercati europei. China Railway nota anche che i treni non sono solo aumentati in termini numerici ma anche in lunghezza, raggiungendo un massimo di 113.000 container per mezzo nel mese record di luglio. Invece di diminuire il traffico di merci, la pandemia ha quindi stimolato la circolazione via terra in Eurasia: durante la prima metà del 2020 ha registrato un incremento del 41% dei viaggi (6.354 in totale) rispetto all’anno precedente. Complice di questi risultati anche la rapida ripresa della manifattura cinese, stimolata dalla richiesta europea di forniture mediche e apparecchiature per lo smart working. La resilienza dell’export cinese alla crisi è ben esemplificata dal surplus commerciale del Paese che a luglio ha toccato i 52,4 miliardi di euro, con l’export in crescita del 7,2% sul mese precedente. La portata della ripresa del trasporto ferroviario è particolarmente indicativa: soltanto la città di Guangzhou che in questi mesi, nonostante goda di facile accesso al mare, ha rinforzato i collegamenti terrestri, incluso il collegamento ferroviario con la Russia aperto nel 2016 e fino ad oggi poco utilizzato.
Lo studio
NEGOZIATI - Tra Bruxelles e Pechino il nodo di investimenti
Lo scorso 14 settembre l’Unione europea ha organizzato un videosummit tra il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la Cancelliera tedesca Angela Merkel (in rappresentanza della presidenza tedesca del Consiglio europeo) con il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping. Grazie alla partecipazione dell’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell e del premier cinese Li Keqiang, l’incontro si è trasformato in un momento di dialogo di altissimo livello per le dirigenze europea e cinese. Poco prima dell’incontro, le due parti hanno finalizzato l’accordo sulle indicazioni geografiche (IG), in fase di negoziazione dal 2010, che garantisce che 200 IG agroalimentari europei e cinesi siano protetti da imitazioni sui reciproci mercati. Le IG coesisteranno con i marchi legittimi precedenti e, dopo quattro anni dall’entrata in vigore dell’accordo, potranno aumentare fino a 550. Il video-summit è stato anche l’occasione per discutere dell’Accordo generale sugli investimenti che, dopo sette anni, è ancora un work-in-progress. Punto cruciale per l’Ue rimane la garanzia di una reciprocità nell’accesso al mercato cinese, reiterata più volte da tutti e tre i leader europei al termine dell’incontro, soprattutto in settori come le telecomunicazioni, i servizi informatici e l’automotive. Sebbene entrambe le parti puntino a concludere i negoziati entro fine 2020, la presidente von der Leyen non ha mancato di sottolineare che la Cina dovrà convincere le istituzioni europee che un accordo sugli investimenti valga la pena, di fatto chiarendo che Bruxelles non è disposta a scendere a compromessi.