Abstract
La Repubblica islamica dell’Iran presenta dei tratti peculiari nella sua polity, come la natura duale e l’articolato meccanismo di funzionamento, che ne complicano la comprensione. Questa complessità si manifesta anche nel fazionalismo politico interno. Lo schieramento ideologico iraniano è infatti tanto fluido che per i frequenti cambi di appartenenza politica degli opportunisti e degli indecisi si dice che la forza politica più numerosa sia il “partito del vento”. La maggior parte dei candidati, infatti, poco si presta a rigide classificazioni e nello stesso clero sciita vi sono forti divisioni interne. La dottrina del velayat-e faqih di Khomeini, ovvero del ruolo politico affidato all’esperto di diritto islamico, è espressione di quell’ala del clero sciita, “combattente” e politicamente attiva, che partecipò e si appropriò della rivoluzione popolare che nel 1979 fondò la Repubblica islamica. Tuttavia, le prime critiche alla dottrina khomeinista furono avanzate proprio da quel clero sciita quietista, contrario a una applicazione totalizzante dell’autorità del giurisperito oltre la sfera spirituale e a una verticalizzazione della tradizionale gerarchia orizzontale sciita.
Annalisa Perteghella, ISPI Research Fellow
Tiziana Corda, ISPI Research Trainee