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Commentary
Pechino usa il credito per controllare i gruppi privati
Alessia Amighini
03 Dicembre 2018

Dopo aver stretto la presa del Partito Comunista sulle imprese statali, l'amministrazione del Presidente Xi Jinping sta aumentando il controllo anche sulle aziende private, in entrambi i casi attraverso la leva del credito.

Nelle imprese di proprietà statale, da sempre privilegiate nell’accesso al credito, l’elevato indebitamento a fronte di investimenti non sempre sufficientemente profittevoli ha aumentato la percentuale di crediti in sofferenza, e reso necessari salvataggi ad opera del o stato. La Cina ha avviato un massiccio programma di debt-to-equity per le imprese in difficoltà per ridurre il debito, e quasi tutte le società coperte da tale programma sono di proprietà statale. La People's Bank of China ha erogato 500 miliardi di yuan alle banche statali del paese, con la direttiva di usarli per finanziare i programmi di debt-to-equity.

Questo conferma, a 18 anni dall’ingresso del paese nel WTO, che la promessa riforma delle imprese di Stato è avvenuta secondo logiche diametralmente opposte a quanto ci si aspettava: nessuna privatizzazione vera e propria, solo fusioni e consolidamenti societari che hanno ridotto il numero dei colossi di Stato, ma ne hanno spesso aumentato la dimensione, e il potere di mercato. I salvataggi oggi mostrano che il governo non ha intenzione di perdere il controllo che esercita sul settore produttivo. Non a caso Xi ha definito le imprese statali la "spina dorsale" dell'economia socialista cinese, e tali resteranno. Infatti, una parte meno nota del vasto programma di ristrutturazione delle imprese di Stato è rappresentato dall’iniziativa di aumentare le forme di "proprietà mista", cioè quote di aziende di Stato in società private.

Molte imprese private in difficoltà finanziaria hanno chiesto un intervento dello Stato, come nel caso di alcune grandi imprese della provincia dello Zhejiang, nota come la culla delle imprese private cinesi, e un fiorente settore privato contribuisce a più dei due terzi dell'economia provinciale - equivalente alle dimensioni dell'Olanda. Nella piccola Shangyu, con una popolazione di 770.000 persone, hanno sede almeno 15 società quotate nelle borse di Shanghai o Shenzhen, le principali borse della Cina. È anche la città natale di Zhou Jiancan, capo del colosso privato Zhejiang Jindun Holding Group, morto suicida all’inizio di quest’anno per aver accumulato debiti per quasi 10 miliardi di yuan, molti dei quali in mano agli strozzini.

La Cina vuole mantenere il controllo statale su ogni aspetto dell'economia nazionale, e per farlo oggi deve estendere il suo controllo sul settore privato, dove negli ultimi due decenni sono nate alcune tra le maggiori società nei settori oggi più innovativi e promettenti, come l’automazione, la comunicazione e l’e-commerce. Il meccanismo è già stato applicato all’inizio di quest’anno nel caso della Tomorrow Holding Co. del finanziere Xiao Jianhua. Il governo ha ordinato alla holding di liquidare molte delle sue attività finanziarie. La Citic Guoan Group Co. di proprietà statale ha acquistato una quota di 1,4 miliardi di dollari in Hengtou Securities Co. - nota come Hengtai sulla terraferma - con buona parte dell'acquisto proveniente da Tomorrow Group. Gli investitori hanno apprezzato la mossa: Hengtou ha guadagnato oltre il 20% quest'anno dopo aver annunciato la vendita della quota.

Da un lato, investire capitali pubblici in aziende private più promettenti potrebbe essere un modo per ridurre l’eccesso di investimenti nelle inefficienti aziende di Stato. Dato che il settore privato è stato a lungo più redditizio di quello statale, l'utilizzo di maggiori risorse finanziarie del paese in società private - piuttosto che reinvestire nel settore statale - potrebbe essere positivo per l'economia. D’altra parte, un probabile effetto collaterale è un aumento dell’ingerenza pubblica nelle decisioni aziendali, incluso il potere di veto su alcune decisioni prese dalle compagnie private, come avvenuto nel caso delle società cinesi di Internet.

Il programma di proprietà mista pubblico-privata viaggia in entrambe le direzioni, in quanto le aziende private sono state anche incoraggiate a prendere quote negli SOE - come in un accordo lo scorso anno quando i campioni di Internet Tencent Holdings Ltd. e Alibaba Group Holding Ltd. hanno partecipato a una vendita di $ 11,7 miliardi da parte della seconda compagnia aerea cinese.

Ma il controllo statale del settore privato oggi passa anche attraverso il credito. In un sistema in cui il settore bancario statale ha sempre finanziato soprattutto i governi locali e le imprese statali, le imprese private devono spesso fare affidamento sull'industria del "shadow banking" - canali paralleli alternativi di finanziamento non bancario. Ma le autorità hanno iniziato a tagliare il cordone al sistema bancario ombra, con un finanziamento fuori bilancio di 1,3 trilioni di yuan (US $ 190 miliardi) nella prima metà del 2018 rispetto all'aumento di 2,5 trilioni di yuan rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, secondo i dati della People's Bank of China.

Di conseguenza, le imprese private stanno andando in sofferenza. Senza credito per ripagare il debito, alcuni si sono affrettati a impegnare le proprie quote azionarie come garanzia per i prestiti e si sono rivolti a usurai per il finanziamento - fino a quando è stato possibile.

Segni di grande stress sono diventati evidenti anche nel mercato delle obbligazioni societarie cinesi, dove le società private sono state incoraggiate a cercare finanziamenti. All'inizio di giugno erano stati registrati 20 default di obbligazioni societarie per un totale di 14,2 miliardi di yuan, molti dei quali da società quotate private, secondo un rapporto di China Central Depository and Clearing. L'aumento dei rischi di insolvenza ha peggiorato i rating delle obbligazioni delle imprese private, ha spinto verso l'alto i costi dell'emissione di obbligazioni e ha costretto alcuni a ridurre le dimensioni dell'emissione.

Lo scenario complessivo che si sta delineando in Cina è indubbiamente quello di un aumento dell’ingerenza dello Stato nella proprietà e nelle decisioni delle imprese private, considerate il contraltare delle aziende di Stato, e fino ad oggi la parte più efficiente e dinamica di tutta l’economia cinese: una retromarcia sulle riforme con probabili effetti negativi sulla crescita complessiva del paese, in una fase in cui molte altre fonti della crescita stanno esaurendo la loro spinta propulsiva.

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Cina
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AUTORI

Alessia Amighini
Co-Head, ISPI Asia Centre

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