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Commentary

Presidenziali in Kazakistan: la strategia di Tokayev per restare al potere

Cosimo Graziani
30 novembre 2022

Il 20 novembre in Kazakistan si sono svolte le elezioni presidenziali convocate dal presidente Kassym-Jormat Tokayev lo scorso 2 settembre. Tokayev è stato eletto nuovamente presidente ottenendo l’81,3% dei voti con un’affluenza del 69,44% degli elettori. La tornata elettorale è stata anticipata di 18 mesi rispetto alla fine naturale del mandato, previsto per il 2024. La decisione del presidente di anticipare le elezioni rientra in un piano ben preciso: rafforzare la sua figura dopo i disordini di gennaio e cercare di stabilizzare la situazione interna del paese. Il primo obiettivo di Tokayev è attuare le riforme che ha annunciato dopo i disordini di gennaio per cercare di calmare il malcontento -soprattutto economico- che è stato alla base delle proteste, e che è stato probabilmente strumentalizzato nel contesto delle lotte interne alla classe dirigente.

La vittoria di Tokayev non è mai stata in discussione: l’organizzazione delle elezioni è stata solo uno strumento per mostrare che la democrazia all’interno del paese è rispettata. Le elezioni simboleggiano l’intenzione di cambiare senza fare modifiche sostanziali. Per ricreare il “patto sociale” tra governo e cittadini le questioni interne sono preponderanti; tuttavia, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, anche le questioni di politica estera sono entrate in gioco - prima fra tutte la relazione con la Russia - e devono essere considerate in questa fase politica. 

Un esercizio solo formale

Le elezioni presidenziali sono state la tappa successiva del referendum dello scorso giugno. Le riforme introdotte a seguito del referendum sembravano andare incontro alle istanze della popolazione ma erano sorti dubbi sulle effettive modifiche in senso democratico. I timori sono stati confermati: nonostante i candidati fossero sei, alle elezioni di novembre la competizione politica è stata solo di facciata. Un report Ocse ha denunciato la mancanza di un’effettiva competizione elettorale e le limitazioni alla libertà di informazione e di assemblea durante la campagna elettorale. Inoltre, la giornata elettorale è stata anticipata da una serie di arresti nei confronti di molti dissidenti politici.

I programmi degli sfidanti sono stati incentrati sulle riforme economiche e del settore agricolo, nonché sulla lotta alla corruzione e sulle politiche sociali. Circa quest’ultime si sono interessate solo Saltanat Tursynbekova e Kararat Abden, le uniche due donne candidate. Nessuno candidato appartiene ai principali partiti di opposizione, che non sono stati registrati per partecipare alle elezioni - altro aspetto denunciato dall'Ocse. Questo è un segno del fatto che la pluralità di candidati è stata permessa solo per poter dipingere queste elezioni come democratiche. Lo stesso giorno in cui le elezioni sono state convocate è stato anche approvato un decreto che estende il mandato presidenziale da 5 a 7 anni e che limita la carica ad un solo mandato. L’estensione indica che Tokayev vuole avere il tempo di attuare le riforme (economiche e politiche) che lui ritiene necessarie a rafforzare la sua figura e per prevenire un possibile ritorno del clan dei Nazarbayev nella scena politica -al momento l’unica vera minaccia al suo potere. Sorge il timore che tra 7 anni Tokayev voglia comunque ricandidarsi. Ciò è possibile in caso di concentrazione del potere attorno alla sua persona, ma da qui a 7 è difficile predire cosa accadrà.

Una nuova economia per nuove richieste

Per garantire la riuscita del suo progetto, Tokayev deve migliorare l’economia e gli standard di vita della popolazione. La formula chiave in questo senso è la diversificazione economica , vista la dipendenza dell’economia kazaka dal settore dei combustibili fossili. Dovranno essere diversificate anche le rotte di esportazione, cercando vie alternative al passaggio in territorio russo. Inoltre, i più importanti dati economici non sono incoraggiati: la Banca Mondiale ha rivisto al ribasso la crescita del Pil nel primo semestre dell’anno (dal 4,1% al 3,4%), l’inflazione a settembre era al 17% e la Banca Centrale ha alzato i tassi di interesse fino al 16%.

Per evitare che gli animi si riscaldassero a causa delle condizioni in cui versa l’economia kazaka, nelle settimane precedenti alle elezioni Tokayev ha mostrato di voler creare nuovi posti di lavoro e ha aperto alle aziende straniere che cercano nuove sedi dopo l’imposizione delle sanzioni alla Russia. L’Unione Europea si presenta come un nuovo partner commerciale per il Kazakistan grazie allo sviluppo di un partenariato strategico nel settore delle rinnovabili e il dialogo in tema connettività commerciale lungo il Middle Corridor e il Global Gateway. In parallelo, Tokayev ha dichiarato nei mesi scorsi che in futuro Astana non consulterà più Mosca attraverso la CSI sulle sue decisioni riguardanti le politiche monetarie e finanziarie.

A pesare sulla società kazaka saranno anche i russi che hanno lasciato il loro paese dall’inizio della guerra e sono emigrati verso paesi esteri, fra cui proprio il Kazakistan. Da febbraio ad oggi, più di 200.000 uomini hanno passato la frontiera, e alcune migliaia si sono stabiliti in Kazakistan. Queste persone rappresentano sia un’occasione per l’economia sia una preoccupazione per la stabilità sociale. Nel caso in cui i cittadini russi continuino a lavorare per aziende russe da remoto contribuiranno ad aumentare la domanda di servizi; nel caso invece debbano cercare lavoro in Kazakistam, potranno portare valore aggiunto al mercato grazie alle loro competenze - specialmente nel settore tecnologico. Da un punto di vista sociale però il loro massiccio arrivo potrebbe crearetensioni e accendere sentimenti nazionalisti; per evitare problemi Astana dovrà mettere in campo tutti gli strumenti di cui dispone per affinché i cittadini russi vengano integrati al meglio.

L’influenza dei fattori interni sulla politica estera

Le necessità economiche e le aspettative della popolazione anche in politica estera hanno contribuito al cambio di approccio del Kazakistan nei confronti di Mosca. Mantenere la relazione con Mosca dopo l’intervento delle truppe della CSTO era quasi una necessità; tuttavia, dopo l’invasione dell’Ucraina si è reso necessario un cambio di alleanze. Le dichiarazioni di esponenti politici russi sull’integrità territoriale e l’analogia tra l’Ucraina e il Kazakistan per la presenza di minoranze russe sul territorio non mettono solo in pericolo il governo kazako da un punto di vista internazionale, ma anche la tenuta della società. Tokayev ha dovuto distanziarsi da Moscaanche per evitare di generare malcontento tra la popolazione. Ciononostante, come sottolinea la Prof.ssa Kassemova dell’Università di Harvard, è più realistico prevedere che Astana non romperà del tutto le relazioni con Mosca ma manterrà una posizione di equilibrio tra Russia e l’Occidente.

Vero chi altri potrebbe guardare il Kazakistan? Dipenderà da quello che sapranno garantire i partner internazionali. L’Unione Europea può garantire una partnership in un settore energetico alternativo a quello dei combustibili fossili e la volontà di trovare nuove rotte economiche; la Cina si è già espressa in difesa dell’integrità territoriale ed è diventata de facto il nuovo security provider della regione. Resta vedere in futuro cosa saprà offrire la Turchia - attivissima negli ultimi tempi nella regione.

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AUTORI

Cosimo Graziani
Osservatore Romano

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