Negli ultimi due anni la regione del Mediterraneo è stata attraversata da importanti e profonde trasformazioni. Al di là delle differenze e delle peculiarità delle singole realtà, i paesi arabi sono accomunati da problematiche politiche e socio-economiche simili: longevità dei regimi, autoritarismo, deficit democratico, forti restrizioni alle libertà individuali, pressione demografica e significativa percentuale di popolazione giovanile, elevata disoccupazione, soprattutto tra i giovani, povertà diffusa. I cambiamenti in atto sollevano una serie di interrogativi, sia sugli sviluppi politici interni dei paesi in questione sia sulla ridefinizione degli equilibri e dei giochi regionali, nonché sulla presenza e il ruolo di vecchi e nuovi attori. Parallelamente, tali cambiamenti richiedono una nuova riflessione sui possibili scenari per l’area.
La vittoria dei partiti di ispirazione islamica è stato il primo importante risultato della Primavera Araba e, allo stesso tempo, l’elemento che accomuna tutti i paesi – dalla Tunisia al Marocco all’Egitto – in cui si sono svolte delle consultazioni elettorali. Se istanze di cambiamento e di apertura politica emergono in molti paesi della regione mediterranea, resta ancora da vedere in quale direzione evolveranno i processi in atto in campo politico ed economico. A quasi due anni dallo scoppio delle prime rivolte, il quadro dei paesi del Nord Africa si presenta variegato e composito. La Tunisia dopo le
elezioni di ottobre 2011 sembra avere imboccato la strada del cambiamento sotto la guida del partito islamico Ennahda, sebbene non manchino difficoltà e tensioni interne soprattutto con le forze salafiste. In Egitto il processo di transizione sotto la guida dei militari ha portato alle elezioni del giugno 2012 in cui l’esponente dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, è diventato il primo presidente democraticamente eletto. Tuttavia, la situazione politica del paese è lontana dall’essere stabilizzata, le tensioni tra forze politiche permangono molto forti, soprattutto sui contenuti della nuova Costituzione, e
cresce il timore di derive autoritarie da parte della nuova leadership. Ancora più difficile e incerta è la situazione in Libia, nonostante il recente insediamento del nuovo governo. Se la produzione energetica ha ripreso quasi a pieno regime, il paese non è ancora pacificato – esistono ancora fazioni di ribelli armate – e si trova ad affrontare un processo di ricostruzione che deve iniziare dalla creazione di nuove istituzioni. L’evoluzione della situazione in quest’area è di grande interesse per l’Italia, che negli ultimi anni ha accresciuto la propria presenza, soprattutto economica, in questa zona.In questo lavoro sono stati analizzati i rapporti economici esistenti tra l’Italia e i paesi del Nord Africa (Egitto, Tunisia, Libia, Algeria e Marocco), confrontando la posizione italiana con quella di altri paesi europei. È stato quindi preso in esame il cambiamento che questi rapporti hanno fatto registrare in seguito alla Primavera Araba e sono stati delineati i possibili scenari futuri.