La funzione di base della tassonomia europea è molto semplice. Si tratta infatti di un sistema che permette di classificare quali attività economiche e finanziarie sono sostenibili da un punto di vista ambientale e quali no. Grazie a questa classificazione gli investitori avranno maggiori informazioni nel momento in cui vorranno investire in attività effettivamente sostenibili. Il sistema dovrebbe creare maggiore sicurezza per gli investitori e proteggerli dal greenwashing, dirigendo gli investimenti privati laddove sono più necessari ai fini della transizione verde. Infatti, il sistema della tassonomia aiuterà le aziende a contribuire alla transizione verso un'economia in linea con gli obiettivi dell'Europa, sia quelli intermedi del 2030, sostanziati nel pacchetto Fit for 55, che quello della neutralità climatica nel 2050 indicato nella legge europea sul clima.
La tassonomia è uno degli strumenti della finanza sostenibile, un settore in rapida crescita. Negli ultimi anni la consapevolezza dei cittadini, del settore pubblico, delle imprese e degli investitori sui rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) è aumentata notevolmente. Gli investimenti ESG sono cresciuti in modo esponenziale durante la pandemia e sono ora una delle classi di attività in più rapida crescita al mondo, una tendenza che sicuramente è destinata a continuare. Allo stesso modo, il mercato delle obbligazioni verdi (green bonds) è cresciuto molto negli ultimi anni, superando 1000 miliardi di dollari nelle emissioni del 2020.
Il regolamento per una tassonomia UE
Nell’ambito UE, la tassonomia è già entrata a far parte del diritto comunitario tramite l’adozione di un regolamento entrato in vigore nel luglio del 2020. Come indicato nel regolamento stesso, la tassonomia si pone obiettivi molto ambiziosi e al tempo stesso ampi: mitigare il cambiamento climatico; contribuire all’adattamento al cambiamento climatico; promuovere l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine; facilitare la transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche alla riduzione e riciclo dei rifiuti; rafforzare la prevenzione e il controllo dell’inquinamento; contribuire alla protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.
Tuttavia, il regolamento non è ancora del tutto applicabile. Per diventare realmente operativo mancano gli atti delegati nei quali la Commissione specifica e definisce i criteri tecnici necessari per l’attribuzione del bollino di attività sostenibile. Secondo la tabella di marcia iniziale, avrebbero già dovuto essere pubblicati ma non è stato possibile raggiungere il consenso tra gli Stati membri sui criteri per definire la sostenibilità di un’attività.
Le difficoltà nel trovare un accordo derivano dal fatto che la finanza sostenibile è un settore in forte crescita, che muove sempre maggiori capitali. Tra il 2019 e il 2020 in Europa si è assistito a un raddoppio dei fondi raccolti dai fondi di investimento sostenibile, che sono arrivati a circa 220 miliardi di euro. Da qui si capisce l’opposizione e l’attività di lobbying di alcuni Stati nei confronti della Commissione. Per un settore industriale o un’attività economica, rischiare di essere escluso da questi investimenti rappresenta uno scenario da evitare.
The Brussels Effect: l’UE leader della finanza sostenibile
La tassonomia europea ha una dimensione di politica interna ma anche una esterna. Infatti, se da un lato essa mira a migliorare il funzionamento del mercato interno (per le imprese, le banche ed i fondi di investimento) dall’altro contribuisce a rafforzare la leadership mondiale dell'UE nella definizione di norme internazionali per la finanza sostenibile. Date le dimensioni del suo mercato economico-finanziario, infatti, tramite la definizione della normativa per la regolamentazione degli investimenti verdi – tra cui la tassonomia – l’UE può ambire a creare uno standard globale sulla lotta ai cambiamenti climatici nella sfera del mondo finanziario e produttivo e trasformare il funzionamento del mercato dei capitali. Questo è quello che Anu Bradford chiama “l’effetto Bruxelles”.
L’UE, finora ha già avuto un ruolo centrale nel guidare a livello globale i progressi relativi alla finanza sostenibile. La Banca europea per gli investimenti (BEI) è stata la prima al mondo – nel 2007 - a emettere green bonds e l'UE rimane oggi un hub globale per le obbligazioni ESG. Inoltre, l'euro è la valuta globale più utilizzata per la finanza sostenibile. Circa il 50% dei mercati dei capitali sostenibili a livello globale sono denominati in euro, rispetto al 27% in dollari USA. Da questi dati si capisce come la nuova tassonomia per la finanza sostenibile elaborata dall’UE potrà avere un forte impatto a livello globale.
Tassonomia e questione energetica
Entro la fine dell’anno la Commissione Europea dovrebbe approvare gli atti delegati che dovrebbero rendere operativa la tassonomia. Una delle questioni aperte, oggetto di serrato dibattito e divergenze tra gli Stati membri, è se considerare gli investimenti nel gas e nel nucleare come sostenibili alla stregua di quelli relativi a fonti rinnovabili quali l’eolico e il solare.
La crisi energetica che ha recentemente scosso il continente, con il conseguente aumento dei prezzi dell’energia elettrica, ha reso il confronto sulla questione ancora più urgente. A guidare le file dei Paesi favorevoli all’introduzione del nucleare nella lista è la Francia, principale potenza atomica europea, che si è posta alla testa di un gruppo di dieci Stati favorevoli al provvedimento, che comprende Finlandia, Polonia e altri sette partner dell'Est. A opporsi vi è in primo luogo la Germania, che si è impegnata a chiudere tutti i suoi reattori nucleari nel 2022 e guida il blocco antinucleare insieme a Spagna, Austria, Danimarca e Lussemburgo. L'imminente formazione di un governo con una presenza dei Verdi a Berlino potrebbe complicare ulteriormente le cose, rendendo più difficile un accordo.
Tra esperti e funzionari europei c’è anche chi, partendo dalla considerazione che l’inclusione del gas e del nucleare sia una decisione “politicamente inevitabile” date le circostanze, sostiene che debba essere inventata una nuova formula, un’etichetta diversa o una diversa tassonomia, per non trattare le due fonti energetiche al pari delle rinnovabili.
A seguito del Consiglio europeo del 21-22 Ottobre, dove si è discusso in maniera estensiva del mercato e dei prezzi dell’energia, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dato un chiaro segno di apertura all’inserimento delle due fonti nella tassonomia, sostenendo che l’UE, parallelamente ai maggiori investimenti in fonti rinnovabili ed in energia pulita, ha bisogno di una fonte stabile quale il nucleare e di una fonte di transizione quale il gas naturale. Ma secondo i critici, tra cui molte organizzazioni ambientaliste, si tratterebbe di una misura incoerente con gli ambiziosi obiettivi di neutralità climatica che l’UE si è data e per di più minerebbe la credibilità scientifica della tassonomia.
Stimolare una vera crescita verde globale
Gli investimenti necessari per rendere più verde l'economia globale superano di gran lunga i fondi pubblici disponibili. Anche per questo il settore privato è un partner fondamentale nel processo di decarbonizzazione dell’economia e di transizione ecologica. Quello della tassonomia è uno dei tanti strumenti al quale è possibile ricorrere per rilanciare l'economia globale combattendo allo stesso tempo il cambiamento climatico, dando priorità in questo modo a politiche di crescita verde a basse emissioni di carbonio. Dietro l’approvazione della tassonomia da parte dell’UE vi è l'intenzione di creare un linguaggio comune che gli investitori potranno utilizzare quando investono in progetti e attività economiche che hanno un sostanziale impatto positivo sul clima e sull'ambiente.
Non solo a livello UE, bensì a livello globale dovranno essere intensificati gli sforzi per stabilire una tassonomia internazionale comune che faciliti una classificazione coerente e comparabile tra Paesi per allineare gli investimenti privati con gli obiettivi climatici. L’UE, con il suo ruolo di leader nel campo della finanza sostenibile potrà giocare un ruolo di guida.