Russia e Cina sulla luna | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI
La nuova corsa allo Spazio

Russia e Cina sulla luna

12 marzo 2021

Cina e Russia realizzeranno insieme una stazione internazionale sulla superficie o nell’orbita lunare. È la risposta al programma Artemis degli Stati Uniti, a conferma che la nuova corsa allo Spazio è già cominciata.

 

Russia e Cina hanno annunciato la firma di un memorandum d'intesa sulla costruzione congiunta di una stazione internazionale di ricerca lunare. La stazione sarà costruita sulla superficie o nell'orbita della Luna e diventerà una base permanente per esperimenti a lungo termine o autonomi. La notizia, da sola, ha suscitato interesse e curiosità esauriti nell’arco di un giorno. Ma se inserita in un contesto più ampio, diventa chiaro che lo spazio è già la nuova frontiera di un confronto serrato tra opposti schieramenti di superpotenze.

A lungo gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica prima, la Russia poi, sono stati protagonisti esclusivi dell'esplorazione spaziale, mandando i primi astronauti nello spazio e sulla Luna e successivamente collaborando alla Stazione Spaziale Internazionale, in orbita da due decenni. L’annuncio di qualche giorno fa rimescola le carte e inaugura una nuova partita: a giocarla, stavolta, saranno soprattutto americani e cinesi. Mosca, che nei primi anni ‘60 aveva inaugurato la ‘corsa alle stelle’, è rimasta indietro fino ad essere eclissata da Pechino e Washington. L'anno scorso – dopo il successo del lancio di SpaceX – ha perso anche il monopolio di portare gli astronauti alla stazione spaziale internazionale mentre gli Stati Uniti progettano di tornare sulla Luna entro il 2024. Il programma, chiamato “Artemis”, vedrà un uomo e una donna salire sulla superficie lunare in quello che sarebbe il primo sbarco di esseri umani dal 1972. La Cina, al contrario, non è mai stata invitata alla Stazione Spaziale Internazionale, poiché la legge americana proibisce alla NASA di cooperare con Pechino. Ciò non ha lasciato ai cinesi altra scelta che muoversi da soli. Se Pechino non è tra i pionieri dello spazio, ha recuperato appieno il tempo perduto: lo scorso dicembre la sua sonda Chang'e-5 aveva riportato con successo frammenti di roccia e superficie raccolti sulla Luna. Il successo dell’operazione è stato una dimostrazione dell’avanzamento tecnologico cinese e ha segnato l’inizio di una nuova era di competizione per lo spazio.

 

The sky is not the limit?

L'esplorazione dello spazio ha un’attrattiva insita superiore a quella di qualsiasi altra e trasforma l’interesse delle persone in interesse per le scienze e tutti i campi correlati, orientando la cultura in potenziale innovativo. Lo stesso potenziale indispensabile all'economia di domani. Tra i principali terreni di contesa nella nuova corsa alla Luna vi è la presa di consapevolezza della rilevanza economica dei progetti di esplorazione e delle prospettive di lungo periodo che essi possono aprire. La cosiddetta New space economy si basa proprio sul presupposto che gli utili dell’investimento nell’esplorazione spaziale possano essere a trecentosessanta gradi e distribuirsi su più campi, come quello industriale, tecnologico, delle telecomunicazioni o di difesa. Ma un altro aspetto che alimenta la competizione per l’esplorazione spaziale, per ora considerato solo in prospettiva, è quello del possibile sfruttamento economico dei corpi celesti. La Luna, Marte, gli asteroidi e la miriade di corpi celesti che ogni anno incrociano l’orbita del nostro pianeta attorno al Sole sono stati studiati come possibili fonti di minerali rari sul nostro pianeta ma fondamentali per l’industria tecnologica avanzata.

 

Russia-Cina: un’alleanza asimmetrica?

Da tempo ormai l’Occidente si interroga sulla solidità e profondità del riavvicinamento russo-cinese, cominciato nel 2014 dopo la crisi ucraina e le sanzioni internazionali a Mosca. Se alcuni minimizzano parlando di un’alleanza ‘soft’, dettata dalle contingenze e sottolineando che Mosca non vorrà restare a lungo partner di una potenza in grande crescita come quella cinese, altri si chiedono se le sanzioni non abbiano spinto la Russia tra le braccia della Cina. Negli ultimi dieci anni, gli scambi sono aumentati circa del 40%, gli investimenti cinesi in Russia hanno raggiunto quota 40 miliardi di dollari e il volume d’affari annuo tra i due paesi supera i 100 miliardi di dollari. Le due economie sono divenute più interdipendenti (dal 2016 la Cina è il principale partner commerciale della Russia) con materie prime russe che confluiscono verso la Cina in cambio di prodotti finiti. Nel 2019, a riaccendere le tensioni con gli Usa era sopraggiunta la decisione di Donald Trump di creare la ‘Space Force’, prima e unica forza spaziale indipendente al mondo. Russia e Cina in quell’occasione avevano accusato gli Stati Uniti di militarizzare l'esplorazione spaziale e di favorire con “iniziative minacciose” una nuova corsa agli armamenti. Comunque sia, questa alleanza continua a rafforzarsi, alimentata da un riavvicinamento militare e da un’intesa personale tra i due presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping.

Leadership spaziale?

Finora solo gli americani hanno messo piede sulla Luna, oltre mezzo secolo fa. Oggi non sono i soli a volerci riprovare. Questo perché la corsa alla Luna negli anni '60 ha portato a grandi balzi nella tecnologia aerospaziale insieme a innovazioni entrate poi nell’uso civile come i sensori delle fotocamere per i telefoni cellulari. Ma anche perché nella lunga corsa allo spazio ogni pietra miliare è stata commemorata – da Stati Uniti e Russia – come un traguardo per tutta l'umanità, sì, ma anche e soprattutto come una vittoria per il singolo paese, ovvero il suo governo, la sua tecnologia, i suoi ideali. Oggi, dunque, se gli Stati Uniti vogliono tornare per ribadire quel primato, la Cina vuole andarci per contestarlo.  “La stazione – riferisce il Global Times – sarà aperta non solo ai partner internazionali ma anche a tutti i paesi interessati così da rafforzare gli scambi in materia di ricerca scientifica per promuovere l’esplorazione pacifica e lo sfruttamento dello spazio da parte dell’umanità”. Il quotidiano, vicino al Partito Comunista Cinese, spiega che “la cooperazione spaziale Cina-Russia ha le condizioni per ottenere vantaggi uguali e reciproci, e nessuno dominerà sull’altro. Il programma Artemis, invece, è ovviamente dominato dagli Stati Uniti e gli altri, inclusa l’Agenzia spaziale europea, svolgono un ruolo secondario”.  Come nel caso della rivoluzione tecnologica, la nuova corsa alle stelle è entrata nel vivo e impatterà con forza sui futuri equilibri di potere nel nostro pianeta.

 

Il commento

di Giulia Sciorati e Eleonora Tafuro Ambrosetti, ISPI

Il “matrimonio di convenienza” tra Cina e Russia che dal 2014 si sviluppa su più livelli ruota attorno ad un principio chiave: il pragmatismo. Anche nella corsa allo spazio, le due potenze affiancano il capitale economico della prima con l'expertise della seconda. L'ulteriore avvicinamento tra Mosca e Pechino è il risultato dell'approccio ideologico su cui Biden sembra voler impostare la sua strategia di politica estera: la vecchia dicotomia tra democrazia e autoritarismo che sembra riemergere dopo i quattro anni di Trump.

 

* * *

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications)

Ti potrebbero interessare anche:

Global Watch: Speciale Geoeconomia n.132
Economia: gli emergenti riemergono?
Africa: nuove sfide per Pechino
Elisa Gambino
University of Manchester
Fake news sulla moneta comune
Antonella Mori
ISPI e Università Bocconi
Asse franco-tedesco 4.0
Beda Romano
Il Sole 24 Ore
Big Tech: è vera crisi?
Alberto Guidi
ISPI

Tags

Cina Russia Geoeconomia
Versione stampabile

Iscriviti alla Newsletter Daily Focus

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter Scopri ISPI su Telegram

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157