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Il discorso alla nazione

Speciale Russia-Ucraina: Putin riconosce le repubbliche separatiste nel Donbass

21 febbraio 2022

Mentre la crisi ucraina si fa sempre più tesa, il presidente russo Vladimir Putin parla alla nazione e firma il riconoscimento delle repubbliche separatiste nel Donbass, mentre Mosca invia truppe 'per la pace'.

 

Un faccia a faccia tra Vladimir Putin e Joe Biden “è ancora prematuro”: il Cremlino frena sull’ipotesi di un vertice bilaterale al termine di un fine settimana scandito da bombardamenti e lanci di missili, evacuazioni di civili e mobilitazioni di truppe nelle regioni orientali dell’Ucraina. La proposta di un incontro tra i due era partita dal presidente francese Emmanuel Macron che aveva spiegato che il confronto, esteso a “tutte le parti in causa”, si sarebbe concentrato su “sicurezza e stabilità strategica in Europa”. Sul terreno, la prospettiva di un'invasione imminente annunciata a più riprese dagli Stati Uniti rimane ancora incerta, anche se questa sera in un discorso alla nazione, Vladimir Putin ha annunciato il riconoscimento da parte di Mosca delle repubbliche separatiste del Donbass, Donetsk e Lugansk. Il ministro della difesa ucraino, Alexei Reznikov, ha detto: “Parlare di un attacco domani o dopodomani è inappropriato. Ma questo non significa che i rischi siano bassi”. Intanto però il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto un “immediato cessate il fuoco” nell’est del paese, dove i continui episodi di violenza tra militari ucraini e gruppi armati separatisti fanno temere un’escalation incontrollata del conflitto. Secondo Washington i comandanti dell’esercito russo avrebbero ricevuto ordini di procedere con l’invasione dell’Ucraina, e predisposto piani specifici per le manovre. Mosca smentisce e accusa l'Occidente di voler “spingere Kiev verso una soluzione militare nel Donbass”. È di queste ore, inoltre, l’annuncio della prosecuzione delle esercitazioni militari in Bielorussia in cui sarebbero impiegati circa 30mila soldati russi, a causa del “deterioramento della situazione”.

 

Il commento di Paolo Magri, Vice Presidente di ISPI 

 

Una nuova architettura di sicurezza?

Mentre la situazione sul terreno si deteriora, diverse compagnie aeree tra cui Air France e Lufthansa hanno sospeso i voli per Kiev per timore di un’invasione. E l’ambasciatore americano all’Onu ha reso noto che il Cremlino avrebbe compilato un elenco di persone da uccidere o mandare nei campi di detenzione dopo aver invaso il paese. “Una menzogna totale”, ha replicato Mosca, per cui Washington e la Nato sono in preda ad una “isteria collettiva”. Della situazione alla frontiera ucraina si è parlato anche alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, conclusasi ieri nella città bavarese alla presenza di capi di stato e di governo di mezzo mondo ma non dei rappresentanti di Mosca, che ha deciso di non inviare una propria delegazione. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha partecipato alla conferenza ininterrottamente per 12 anni – anche al culmine della crisi dovuta all’annessione della Crimea nel 2014 – era assente. Questo – come ha sottolineato il Direttore della Conferenza Wolfgang Ischinger – non ha permesso di parlare “con la Russia” ma solo “della Russia”. E tanto. Intervenendo sulla crisi il presidente ucraino Zelensky ha detto: “Non si tratta della guerra in Ucraina. Si tratta della guerra in Europa. [...] L'architettura della sicurezza in Europa è rotta. È tempo di crearne una nuova”. Gli ha fatto eco la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, accusando la Russia di voler riscrivere “le regole dell'ordine internazionale”. Ma se il Cremlino attacca, ha detto la presidente della Commissione, “imporremo costi elevati e gravi conseguenze sugli interessi economici di Mosca”.

 

Si fa presto a dire sanzioni?

Quello delle sanzioni e degli effetti secondari che avrebbero sulle economie europee è uno dei temi più dibattuti dentro l'Ue. Se Italia e Germania, i paesi più esposti, sono anche i più cauti nel valutare l’approvazione delle misure, l'impatto si farebbe sentire in modo diverso in tutte le economie europee. Per questo a Bruxelles – riferisce Bloomberg – starebbe avanzando l'idea di approvare un meccanismo di compensazione per sostenere i paesi e i settori più colpiti dal ‘rimbalzo’ dalle sanzioni contro la Russia. Sul fronte delle ripercussioni economiche si è espresso in modo molto chiaro anche il premier Mario Draghi. “Al momento – ha affermato il premier – una valutazione sull'impatto quantitativo delle eventuali sanzioni ancora non c'è ma si sa che certe sanzioni avrebbero più impatto sull'Italia e meno su altri paesi. E la risposta è abbastanza chiara: tutte le sanzioni che impattano indirettamente su mercato energetico impattano di più sul paese che importa più gas. E l'Italia ha solo il gas, non ha il nucleare e il carbone ed è più esposta. Si sta anche studiando come l'Italia possa continuare a essere approvvigionata da altre fonti se dovessero venire meno quelle dalla Russia”. 

 

 

 

Verso un riconoscimento delle repubbliche nel Donbass?

“Credete che dovremmo riconoscere l’indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk?”: è la domanda che Vladimir Putin ha posto ai membri del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa riuniti oggi in un vertice straordinario al Cremlino. Mentre la diplomazia appare ancora una volta in stallo, il presidente russo ha scelto una diretta televisiva per informare il mondo che Mosca sta considerando la richiesta di riconoscimento delle due repubbliche autoproclamate del Donbass. In una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza, trasmessa in diretta televisiva, il presidente russo ha messo in guardia dal fatto che “Kiev prepara un'altra azione contro il Donbass” e ha annunciato che “la decisione se riconoscere o meno verrà presa in base agli sviluppi della situazione”. La dichiarazione giunge poche ore dopo l'appello che gli hanno rivolto i leader della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, e di quella di Lugansk, Leonid Passetchnik. L'Occidente “non è pronto ad accettare le proposte russe per risolvere la crisi ucraina”: ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Lavrov durante il vertice, aggiungendo che “i risultati della conferenza sulla sicurezza di Monaco hanno confermato che i paesi occidentali si allineano alle posizione di Washington”.

 

***

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications) 

 

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