A pochi giorni dall’avvio dei Campionati europei di calcio in Francia, il tema della sicurezza e il rischio di possibili attentati terroristici sono ritornati di stretta attualità. Ad alimentare le ipotesi di attacchi sul continente vi sono stati sia i recenti allarmi lanciati dall’intelligence americana, sia l’arresto in Ucraina di un cittadino francese pronto a compiere attentanti durante la manifestazione sportiva. Per la Francia, colpita due volte nell’arco di pochi mesi dagli attacchi a Charlie Hebdo e al Bataclan, le questioni riguardanti la sicurezza nazionale stanno diventando un test di straordinaria rilevanza nell’agenda politica del governo. Da una parte l’evento sembra poter catalizzare le attenzioni di gruppi terroristici, dall’altra le importanti misure di sicurezza e la capacità da parte di questi stessi gruppi di colpire i cosiddetti "soft target" potrebbe suggerire che i rischi non siano più alti che in altre circostanze. Come accaduto in passato per altri grandi eventi sportivi, più che l’estrema eterogeneità dei potenziali obiettivi, a preoccupare l’Eliseo è soprattutto la capacità di analisi e di risposta alla possibile richiesta di intervento delle forze di sicurezza, chiamate a distinguere tra minacce potenziali e inevitabili falsi allarmi. Una sfida complessa e importante che va ben oltre il semplice evento sportivo.